Lunedi, 10/02/2020 - Intorno alla tripla A di Ambiente, Agricoltura, Alimentazione si sono incrociati i racconti, i ricordi e le speranze di donne detenute nel carcere romano di Rebibbia che abbiamo incontrato nella quinta edizione del nostro laboratorio ‘A mano libera’. Ci siamo ambiziosamente ispirate a Matera, città europea della cultura (2019) che è arrivata ad essere proclamata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità grazie ad un percorso virtuoso iniziato da condizioni di estremo degrado e grandi difficoltà. Come Matera ha trasformato le sue difficoltà in potenzialità, così è - e deve essere - la prospettiva delle persone che nella prigione non vogliono e non devono vedere “un tempo perduto” ma un’occasione di riscatto. In consonanza con le altre è arrivata la A di Almanacco, contenitore degli intrecci possibili tra notizie e scritti apparentemente diversi eppure tenuti insieme da continui rimandi che li coagula amalgamandone il senso e lo spirito. Ecco quindi che il laboratorio ‘A mano libera’ ci regala una nuova pubblicazione, realizzata con il contributo del Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio, attraverso cui è possibile cogliere dell’oggi gli elementi fertilizzanti di futuri obiettivi e di possibili orizzonti di cambiamento. È il fascino inaspettato di testi (ricette, favole, ricordi) che diventano un impasto di parole e riflessioni che porgono un altro sguardo sulle cose, sulle persone e sul mondo. Così è stato per noi in questi anni e in questi mesi, man mano che veniva componendosi l’Almanacco. La pubblicazione contiene altri interessanti contributi e informazioni (intervista alla direttrice dell’Istituto di pena Maria Carmela Longo e alla professoressa Elsa Di Meo sul suo laboratorio del pane, oltre a una riflessione di Eugenia Fiorillo, responsabile dell’Area pedagogica) che contribuiscono a cogliere aspetti della detenzione di cui le storie sono testimonianza. Con questo secondo libro, dopo “A mano libera. Donne tra prigioni e liberta” (A cura di Tiziana Bartolini e Paola Ortensi, 2017), diamo voce ad un panorama umano poco conosciuto la cui aspirazione è uscire dalla superficialità e marginalità di un’informazione che troppo spesso rafforza l’idea sbagliata del carcere quale “discarica sociale”. Occorre invece puntare sulle possibilità di riabilitazione di donne e uomini che aspirano a riconquistare una vita “utile “ a se stesse/i e alla società. Le illustrazioni, a partire dalla copertina, sono delle stesse autrici dei testi, che vanno ringraziate per l’ulteriore contributo che hanno voluto dare per impreziosire una pubblicazione che riteniamo, con orgoglio, un ‘piccolo gioiello’.
Tiziana Bartolini e Paola Ortensi
Copie dell’Almanacco possono essere richieste a redazione@noidonne.org
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