Intervista a Ernesta De Masi, autice di "Inventrici, la creatività è Donna" (Susil), unico libro in Italia sulla cratività e intelligenza delle donne. Anticipazione dell'Agenda NOIDONNE Cult 2023
Dopo una carriera da insegnante Ernesta De Masi si dedica alla divulgazione scientifica e alla redazione di testi scolastici. Ha scritto "Inventrici, la creatività è Donna" (Susil, 2019) - unico libro pubblicato in Italia su questo tema - testo che abbiamo incontrato facendo le ricerche per costruire l’Agenda NOIDONNE Cult 2023 dedicata alle donne che hanno depositato brevetti o realizzato innovazioni. Pubblchiamo l’intervista che ci ha cortesemente rilasciato e che, in parte, anticipa alcuni contenuti dell’Agenda.
Perché ha deciso di scrivere questo libro?
Alcuni anni fa mi hanno invitato a tenere una relazione presso un liceo sul tema delle donne nella scienza e, facendo ricerche per preparare il mio intervento, mi sono imbattuta nelle biografie di donne che sono state delle vere pioniere nel campo dei brevetti. Alcune hanno avuto vite molto particolari che mi hanno incuriosito e motivata ad approfondire l’argomento. Ho deciso di pubblicare il risultato delle mie ricerche perché penso che il lavoro di queste inventrici possa essere d’incentivo per le giovani donne a intraprendere carriere in campo scientifico-tecnologico, ambito in cui la presenza femminile ancora è poco rilevante, e di esempio per tutte le donne invitandole ad avere consapevolezza del valore delle proprie idee.
Che riscontri ha avuto sinora?
Nelle sedi in cui ho presentato il libro ho potuto constatare interesse e una calorosa accoglienza. Positivo è stato il feedback avuto da lettrici e anche da lettori: ho ricevuto messaggi gratificanti. L’idea di descrivere le invenzioni delle donne è stata accolta in modo positivo anche dalla casa editrice con cui ho pubblicato, con altri colleghi, il libro di scienze per la scuola secondaria di primo grado “Tra le dita. Scienza da esplorare.” (Fabbri editore 2022). In questo testo scolastico si trovano schede dedicate a donne nella scienza e a inventrici e proposte di laboratorio da realizzare con materiali di uso comune ispirate alle invenzioni. È stato questo un modo concreto e innovativo di introdurre l’Obiettivo 5, Pari opportunità, dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, ora che l’insegnamento dell’Educazione civica, intesa come educazione alla cittadinanza attiva, è divenuto obbligatorio nella scuola italiana.
Quali elementi emersi dalla sua ricerca l'hanno maggiormente colpita?
Certamente colpisce la creatività e la determinazione di queste donne che hanno creduto fermamente nella validità delle proprie idee, affrontando spesso enormi difficoltà per conquistare la credibilità che meritavano. Il cammino delle donne per ottenere il diritto a brevettare le proprie invenzioni è stato lungo e faticoso, leggi e pregiudizi sociali scoraggiavano molte dal diventare inventrici ed erano spesso costrette a chiedere i brevetti delle loro creazioni a nome dei loro mariti, padri, fratelli o avvocati specializzati in brevetti. Di conseguenza abbiamo informazioni sull'attività inventiva delle donne solo in tempi recenti. Per lunghissimo tempo la società si è privata del contributo costruttivo e innovativo delle donne!
Le inventrici sono state moltissime nei paesi anglosassoni, pochissime in Europa e ancor meno in Italia. Come spiega questo divario?
Credo che, in generale, il mondo anglosassone sia più aperto alle innovazioni e impieghi più risorse per sostenerle. La brillante inventrice italiana, Caterina Falleni, per esempio, per sviluppare il Freeijis, un frigorifero che funziona senza usare energia elettrica, ha ottenuto una borsa di studio presso la Singularity University, Nasa Ames Research Center nella Silicon Valley e non supporto in Italia. La nostra nazione investe poco in ricerca e sviluppo e le donne sono meno incentivate a intraprendere le carriere scientifiche, impegnative senza dubbio, dovendo scegliere ancora tra lavoro e impegni domestici, non supportate da adeguati servizi pubblici o privati a sostegno della famiglia. Il divario tra paesi anglosassoni e Italia sembra ridursi negli ultimi decenni perché le nostre giovani donne oggi viaggiano, studiano in università straniere e spesso torna in Italia l’eco dei loro successi. È questa una conseguenza, si spera positiva, della globalizzazione: nel campo scientifico e tecnologico i confini sono stati abbattuti già da tempo. Nei centri di ricerca vediamo lavorare gomito a gomito ricercatori e ricercatrici senza distinzione di razza e provenienza.
C'è un filo rosso che accomuna le inventrici del passato e di oggi?
Credo che le donne, in ogni epoca, oggi come ieri, siano “naturalmente” inventrici, allenate a risolvere quotidianamente problemi e ad adattarsi velocemente a situazioni nuove ed anche impreviste, flessibili e, in generale, più ottimiste degli uomini perché mamme (lo sono anche quelle che non hanno figli). Il sottotitolo del mio libro lo dice chiaramente: “La creatività è donna”. Le idee che le donne “partoriscono” sono sempre molto concrete: a volte hanno una portata più generale e nascono in condizioni più favorevoli per essere sviluppate e lasciare un segno, altre volte sono relazionate ad ambiti più ristretti e sono prodotte in condizioni meno favorevoli ma sono sempre idee nuove che risolvono problemi.Credo inoltre che, proprio perché le donne da sempre hanno dovuto superare ostacoli creati da pregiudizi e leggi sfavorevoli, siano divenute ancora più determinate e combattive nel perseguire i personali obiettivi.
Qual è la differenza tra un'invenzione e una scoperta?
Sul sito dell’ufficio brevetti, che analizza le richieste di brevetti e li concede, si legge: l’invenzione rappresenta una soluzione nuova ed originale ad un problema tecnico mai risolto prima.Si parla di scoperta quando, attraverso esperimenti approntati ad hoc oppure in modo casuale, si viene a conoscenza di qualcosa esistente in natura, come ad esempio una legge fisica, un principio matematico, un elemento chimico. Invenzioni e scoperte richiedono di essere visionari: bisogna guardare il mondo con occhi diversi e vedere più in là, più avanti e pensare che nulla è impossibile.
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