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'Semente. La rosa di Trilussa' intervista a Secondina Marafini

'Semente. La rosa di Trilussa' intervista a Secondina Marafini

Grazie a un attento lavoro di scavo e ricerca l'autrice restituisce la memoria di una poeta ignorata a causa del pregiudizio che l'ha descritta come serva di Trilussa invece che artista di livello

Sabato, 28/12/2024 -

 “Collaboratrice, convivente e alter ego del poeta romano, Rosa Tomei (1916/1966) è una poeta che ha lasciato tracce di sé sin dalla sua formazione nello Studio Trilussa. Dopo anni di cancellazione della sua memoria, la sua voce giunge a narrarci di lei come donna e artista”. Secondina Marafini, docente nel liceo classico di Albano Laziale è appassionata ed esperta di questa scrittrice, ingiustamente trascurata dalla critica e dal pubblico. “Semente. La rosa di Trilussa” (Armando, 2024) è la “terza tappa di una ricerca .. con cui Secondina Marafini presenta decisamente e organicamente la figura poetica di Rosa Tomei, sia nei risvolti artistico-intellettuali che nei contesti storico-culturali” scrive nella prefazione lo storico e critico della letteratura Rino Caputo. Questo nuovo libro è frutto di un attento lavoro di ricerca e scavo in molti archivi: grazie a materiali inediti (lettere, scritti autografi, documenti) l’autrice è riuscita a ricomporre il ritratto di una figura femminile che il pregiudizio del suo tempo aveva oscurato.
“Rosa Tomei è stata conosciuta per lungo tempo come la serva di Trilussa, un velo ipocrita che ha annullato la sua identità; questo libro ne ridefinisce la fisionomia e la colloca nel ruolo che le spetta, quindi non soltanto compagna del grande Trilussa ma poeta essa stessa, restituendole quella dignità intellettuale che per stereotipo le era stata tolta”, sottoliinea Marafini, che ha molto studiato questa donna, andando alle fonti dirette attraverso cui ha ricostruito tanti passaggi molto importanti della sua vita. “Le sue poesie sono state ritrovate in vari fondi perché, quando Trilussa morì, Rosa non poté mantenere e far continuare lo Studio Trilussa e fu estromessa dal progetto che avevano insieme. Nel tempo ha pensato di inviare le sue poesie ad alcune personalità importanti, tra i quali il Conte Vittorio Cini, il regista Alessandro Blasetti o lo scultore Lorenzo Ferri”. Grandi nomi della cultura del tempo, dunque, con i quali Tomei intrattiene scambi epistolari molto eloquenti. “In questi fondi pubblici e privati accanto a molti materiali, ho trovato tanti versi che mi hanno consentito di comporre una collazione costruendo un corpus di poesie che, messo in ordine cronologico, ci racconta la vita di Tomei”.

Incontriamo Secondina Marafini il 20 dicembre a Palazzo Savelli, sede del Municipio di Albano Laziale, a latere della quarta giornata Trilussiana durante la quale si è parlato anche del suo libro. “Oggi è stato possibile mettere insieme il quadro di questa donna con i tanti materiali raccolti grazie all’intervento del principe Giovanni Alliata di Montereale, nipote di Vittorio Cini e president della Fondazione Archivio Vittorio Cini, il quale ha messo a disposizione i testi e le lettere di Rosa Tomei che il nonno aveva conservato; un ringraziamento va anche a Ada a Scalchi, alla Fondazione della Memoria dei Castelli romani, al patrocinio del Comune di Cori e alla vicinanza del Comune di Albano Laziale che stanno seguendo con sincero interesse il cammino di questa ricerca. Con tutti questi materiali è stato possibile ricostruire i contorni della sua esperienza di vita e letteraria facendola apprezzare dal pubblico. Ci sono storie di alcune donne che devono essere rese note affinché non siano dimenticate e perché non si ripropongano gli stessi errori”.

Di Rosa Tomei, Marafini apprezza l’arte poetica accanto all’amore per Trilussa, che sottolinea nel verso con cui apre il libro ("libera traduzione da un'opera di Francois Villon"):
Nel campo tuo germoglia una semente
E sono stata io che l’ho gettata.
Anche se la mia sera è tramontata,
Noi due saremo insieme eternamente.

“Lei, che è innamorata del mito e della natura trova il modo di ripercorrere con allusioni quello che è stato il periodo più bello della sua vita, cioè la convivenza e la formazione con Trilussa”.


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