“Attualmente le donne sono moltissime, alcune straordinarie pittrici e artiste, ci sono creatrici di festival artistici molto importanti, curatrici e galleriste, ma ...."
Martedi, 07/02/2023 - Quello con Gabriella Marchi Pallini, pittrice romana, è stato un incontro felice.
Pittrice raffinata, donna bellissima e affascinante, intellettuale dai mille interessi e dalla consolidata esperienza nel mondo dell’arte in ogni suo aspetto, Gabriella mi ha incuriosito, non appena sul web ho cominciato ad osservare i suoi dipinti, che sprigionano una poesia indescrivibile, attraverso la cura degli accostamenti e dei colori, oltre che attraverso la qualità delle materie prime che ella utilizza.
È un vero piacere trattenersi a parlare con lei e l’intervista che segue, anche se un po’ lunga, merita di essere letta interamente, perché ci offre moltissimi spunti di riflessione e di conoscenza interessanti, ci introduce garbatamente in un mondo assai complesso quale quello dell’arte e delle dinamiche tra i sessi che in esso, inevitabilmente, si replicano. Ci spiega, infine, come nasce e si sviluppa una vocazione.
È sempre bello e arricchente per chi fa giornalismo o comunicazione, avvicinarsi a persone che hanno fatto della ricerca del bello la loro ragione di vita. Oggi abbiamo un immenso bisogno di persone così e, per quanto mi riguarda, sognavo da tempo di intervistare una artista.
Quando ho proposto a Gabriella questa intervista, lei mi ha detto: “Noi Donne? Il giornale che da ragazza acquistavo sempre? Quello lì? Ma certo! Grazie! Sono proprio contenta di fare questa intervista!”
Il motivo è legato al fatto che Gabriella Marchi Pallini ha ricevuto recentemente un prestigioso riconoscimento internazionale.
(La foto a corredo dell’articolo è di Andrea Ligi).
Vorrei proprio che, innanzitutto, ci parlassi del concorso internazionale a cui hai recentemente partecipato e che ti ha permesso di guadagnare una copertina sul numero di luglio 2023 del prestigioso Watercolor Magazine.
Il concorso di pittura a cui ho partecipato si chiama Splash-24 the best of Watercolor è un’iniziativa promossa da Artists Network, una piattaforma internazionale per gli artisti fondata negli Stati Uniti che offre ogni tipo di supporto: corsi on e off line, pubblicazioni, workshop, video, organizza festival, mostre internazionali per ogni tipo di medium, inoltre pubblica varie riviste del settore tra le quali Watercolor Magazine. Ogni anno indicono questo concorso al quale partecipano artisti specializzati nell'acquerello, provenienti da ogni parte del mondo. Quest’anno uno dei miei lavori è stato selezionato tra i finalisti del premio, ne sono felicissima proprio per la serietà e per la rilevanza internazionale dell’organizzazione, il mio lavoro sarà pubblicato nell’edizione speciale della rivista Watercolor Magazine del prossimo luglio.
Altre recenti affermazioni artistiche?
L’anno scorso sono stata nominata International Brand Ambassador dalla Rockwell Art Canada, l’azienda che produce gli acquerelli meravigliosi che uso. Anche questo è un riconoscimento che mi ha resa felicissima per il prestigio dell’azienda, loro hanno ideato un tipo di acquerello che consente di ottenere degli effetti straordinari, e perché mi connette con una community di artisti di tutto il mondo.
Tu nasci in un ambiente cosmopolita ed amante dell’arte. Vorrei che ne parlassi alle lettrici di Noi Donne.
Ho una famiglia un po' sparsa per il mondo, una parte in Francia, una parte in estremo oriente, ho una nonna austriaca e una famiglia che viene dal nord e sud d’Italia. In effetti ci sono altri artisti: il trisnonno era un pittore i suoi quadri sono anche nella Collezione della Pinacoteca Vaticana, avevo un altro zio che era pittore, altri zii musicisti, mio fratello fa il produttore musicale. È sempre stata molto importante la cultura, parlare più di una lingua, leggere, saper suonare bene o strimpellando. Però non so dirti se abbia a che fare con la genetica, forse tra qualche anno i genetisti ce lo sapranno dire? Per la mia esperienza ha a che fare anche col tempo vuoto dell’infanzia, quando non hai intrattenimenti elettronici o televisivi, così come siamo cresciuti noi, devi ingegnarti per non annoiarti, se per caso c’è un pianoforte a casa ci giochi, lo cominci a strimpellare, ci sono i libri, li sfogli guardi le figure se non sai ancora leggere, se ci sono i colori giochi coi colori. Insomma devi inventare come riempire il tuo tempo e divertirti e nel frattempo, capisci cosa ti piace veramente e come sei. Poi c’è anche di quello che ti circonda, per esempio da romana ovunque mi giro ci sono cose bellissime da guardare, musei che hanno collezioni splendide, vedute, colori, archeologia, chiese, dipinti; credo che questo sia un grandissimo stimolo, almeno per me lo è stato. È anche una grande responsabilità, perché ci mette a confronto con un livello altissimo di produzione artistica e di bellezza difficili da eguagliare.
Vorrei che mi parlassi un po' della tua formazione artistica.
Ho cominciato a dipingere da ragazzina, perché mi piacevano dei quadri che non potevo neanche immaginare di comprare, allora cercavo di riprodurne lo stile con quello che avevo a disposizione. Credo che mi si possa tranquillamente definire autodidatta. Adoravo alcuni artisti che consideravo dei modelli, da ragazzina sognavo di poter lavorare con la musica, con la pittura con la poesia, a Pollok, Adami, Roy Lichtenstein, Mondrian, Mirò, Fautrier, Rouault; c’erano cataloghi d’arte e li sfogliavo, ascoltavo ogni genere di musica, da quella classica, al rock, al jazz, leggevo ogni genere di libri senza censure di nessun genere, perché mia madre si faceva un punto d’onore di non scoraggiare alcuna curiosità letteraria. Mi piaceva la poesia, mi piaceva Bukowsky, Montale, i testi che scriveva Joni Mitchell, Cummings, Manzoni, Pascoli. Da bambina mi scrivevo le poesie, sai quelle cose che impari a scuola, sui mesi, o le stagioni, io me le riscrivevo, me le inventavo. Con una mia amica facevamo una specie di rap, mischiando le poesie di autori diversi ottenedo risultati esecrabili che facevano fuggire il suo gatto, ma ci facevano morire dalle risate. Ho sempre amato anche la poesia cosiddetta leggera, Pascarella, le anacreontiche, quella delizia di libro di parodie poetiche che aveva scritto Francesco Durante. Poi suonavo, ho imparato la chitarra da autodidatta, a orecchio. Disegnavo, dipingevo imitando lo stile dei quadri che mi piacevano, credo mi abbia sempre guidato una curiosità grandissima, e il desiderio di capire, di scoprire come si facesse a fare, a inventare delle cose per me così belle. Più tardi sono stata anche iscritta all'Accademia d'Arte, ma l'ho lasciata presto per proseguire per conto mio la mia ricerca. Ho lavorato con la musica, come cantante sia in sala d'incisione che in pubblico, con il teatro, cinema e televisione come assistente ai costumi e un po' anche alla regia, poi anche facendo traduzioni e adattamenti anche di canzoni e aiutando gli attori ad interpretarle in sala doppiaggio. Mi è sempre piaciuto lavorare alla creazione, dietro le quinte, sempre perché mi piace capire come si fa a fare, a trasformare un'abbozzo di idea in uno spettacolo o una commedia, o un film. Non avrei mai potuto fare l'attrice per esempio, anche quando cantavo in pubblico l'esibizione mi pesava, ma lavorare a tutto quello che c'era dietro, lavorare in sala registrazione, m'interessava moltissimo, ci sono stati momenti super divertenti, magici e mi hanno arricchita moltissimo, gli spettacoli col Beat '72 di Simone Carella. Amavo molto scrivere e ho anche collaborato al volume "al Qaida" edito da Castelvecchi, ho scritto un racconto ad episodi di cui una bravissima attrice ha fatto una lettura pubblica, ho anche scritto testi poetici di accompagnamento ai quadri che ho esposto in una delle mie mostre personali.
Incontri ed amicizie fatte nel multiforme mondo dell’arte. Persone, ambienti, scuole a cui devi di più.
Anni fa, molto prima che esistesse la superpotente, superinvadente piattaforma che tutti conosciamo, ce n'era una che si chiamava My Space dove si poteva personalizzare la propria pagina con musica, foto, si potevano inserire i propri lavori e testi, e creare così una sorta di galleria personale. Grazie a queste possibilità My Space era naturalmente diventata un luogo di aggregazione di artisti di ogni genere, pittori, musicisti, videoartisti, c'era gente da di tutto il mondo che si era ritrovata in quel luogo virtuale, lì ho conosciuto tante persone straordinarie che mi hanno molto incoraggiata e sostenuta: Hector Zazou, un musicista bravissimo purtroppo scomparso, produttore, arrangiatore e straordinario innovatore e Russel Mills un pittore che amo moltissimo, che mi ha dato il miglior consiglio di sempre, ci ho conosciuto anche Claudio Sanfilippo, bravissimo cantautore e poeta e molti altri artisti.
Ho frequentato e frequento tutt’ora tutte le volte che posso corsi, seminari con artisti che stimo, come Alvaro Castagnet, seguo la fantastica scuola di Jean Haines e questi artisti mi hanno aiutata a superare i blocchi creativi e a migliorare la tecnica. Questo è un lavoro di crescita e formazione continui, almeno per come la vedo io. Trovare "la formula" e attenersi a quella, come il mondo attuale spinge a fare, lo ho sempre trovato profondamente noioso e una grandissima limitazione.
Parlaci delle tecniche pittoriche che usi e anche di quelle che hai adoperato nel passato.
Ho usato diversi medium acrilico, collage, pastello, acquerello ho iniziato soprattutto con l'informale, adoro l'astratto sin da bambina, te l'ho detto, mi piaceva Pollok, il dripping, ho sempre sognato di poter lanciare secchiate di vernice su una tela enorme e poi giocare coi colori. Amo molto le tecniche miste e ne ho fatto gran uso negli anni passati, le uso meno adesso, mi sono concentrata di più sull'acquerello che è un medium meraviglioso. Me lo aveva consigliato qualche anno fa un amico lo scultore Marco Barina e ho deciso di provare. Aveva ragione, mi sono piaciute enormemente, la bellezza dell'interazione del pigmento con l'acqua, la brillantezza e la trasparenza dei colori, la facilità di poterseli portare in giro e lavorare all'aperto, senza troppe complicazioni e senza dover trasportare cose pesanti. La cosa che mi piace è che negli ultimi anni questo medium considerato minore rispetto all'olio, sta avendo un grande rilancio perché molti artisti e collezionisti si sono accorti che in realtà è bellissimo, molto moderno e consente dei risultati che non hanno niente da invidiare a quelli che si ottengono con la pittura ad olio.
Competizioni e soddisfazioni nel complesso mondo dell'arte. Ci sono molte aspiranti donne in questo settore? Il monopolio dell'arte è ancora maschile?
Credo che il mondo artistico sia molto difficile in generale, ma sicuramente le donne scontano un atteggiamento da parte del mondo che cerca sempre di ridurle a dilettanti o dedite ad un costoso hobby. Le artiste non hanno vita facile e per una Morisot o una Lempicka ci sono moltissime Artemisa Gentileschi, o Camille Claudel, per le quali Il Tempo è stato spesso più galantuomo dei gentiluomini e son state riscoperte, e poi purtroppo ci sono quelle dimenticate del tutto. Attualmente le donne sono moltissime, alcune straordinarie pittrici e artiste, ci sono creatrici di festival artistici molto importanti, curatrici e galleriste. Però una cosa mi viene in mente: sarebbe anche interessante fare un'indagine sulle quotazioni per verificare se ci sono differenze, tra donne e uomini, no? Per quanto riguarda la competizione non saprei, ma insomma se c'è tra gli uomini, che sono millenni che competono apertamente in qualunque campo, perché mai non dovrebbero competere tra di loro anche le donne. E perché non cominciare a dirselo apertamente? Certo, ci sono delle azioni inappropriate, mi viene in mente un insegnante che competa con gli allievi, frustrando quelli capaci, o il gallerista che non inserisce il nome di un artista nel catalogo di una mostra o il classico "divano del produttore", ma a parte casi limite insomma, più o meno in ogni circostanza credo che faccia parte della vita, degli esseri umani. Il mondo dell'arte credo comunque che sia ancora molto maschile, e gli uomini sono competitivi e fanno i dispetti tanto quanto le donne. Sai, anche la finanza si occupa di arte, ne ha fatto uno strumento una commodity sulla quale scommettere. Da quando ci sono broker che suggeriscono a facoltosi investitori, completamente inconsapevoli o disinteressati alla bellezza, cosa comprare per investire e magari rivendere dopo pochi anni, le cose sono cambiate profondamente, c'è una competizione fortissima e molti meno mecenati come siamo abituati ad immaginarceli dalle storie del passato. Per non parlare delle fiere, continue, in tutto il mondo e che, con la mostruosa quantità di opere in esposizione e vendita, annullano qualunque senso del bello, del trascendente, le opere diventano merce, quasi svuotata di senso. Oscar Wilde diceva che qualunque arte è inutile, credo lo dicesse perché è proprio l'assenza di scopo, di utilità materiale a renderla capace di metterci in contatto con qualcosa di profondamente immateriale come la nostra natura, con il nostro essere spirituali, con il nostro bisogno di bellezza per sentirci a casa nel mondo, come dice Scruton e per non sentirci alienati. Credo che possa succedere che tra mille pressioni, si perda un po' di vista l'aspetto più elevato in favore di quello più materiale. Anche se va detto che, in fondo, il nostro mestiere è fatto anche di rassegnarci con un po' di disincanto, al fatto che la Storia, il Tempo, saranno gli unici a decretare chi resta e chi scompare, mentre da vivi lottiamo, studiamo per produrre qualcosa di bello, di memorabile, o per esprimere l'indicibile, se ci riusciremo e se saremo fortunati, faremo felici gli eredi.
Ho notato che preferisci la pittura en plein air, anche se non mancano volti di persone, e dunque ti chiedo se per dipingere preferisci i parchi pubblici di Roma o anche altri luoghi, inoltre se ci sono delle ore del giorno in cui preferisci metterti al lavoro.
Amo stare all'aria aperta, detesto stare chiusa, per questo appena posso dipingo all'aperto, non è detto che dipinga quello che vedo, a volte dipingo dalla mia immaginazione, ma mi piace stare comunque fuori, mi concentro meglio. Il momento che preferisco è al mattino, mi piace cominciare ad impostare un lavoro, pensare a come vorrei realizzarlo, fare la prima lavatura la mattina. Per molti anni ho lavorato anche di sera molto tardi, adesso lavorare con la luce artificiale oltre ad essere più faticoso, non mi appartiene più.
Dove hai esposto i tuoi lavori? E quali incarichi ricordi con maggiore soddisfazione?
Ho esposto per quanto riguarda l'Italia a Roma, in diverse città, in Francia, Polonia, Inghilterra, in Giappone. Ho partecipato a parecchie mostre promosse da istituzioni pubbliche una installazione collettiva alla Farnesina, con il patrocinio del Ministero degli Esteri e quello dell'Unicef, questa mostra ha poi girato nel mondo venendo riproposta a Parigi, Bruxelles, Amsterdam e partecipando anche alla Istambul Art Fair. Ho partecipato anche ad un'altra mostra che ha girato ed è stata riproposta in diverse sedi nel corso del tempo, promossa dalla Fondazione Don Luigi di Liegro e dalla Provincia di Roma; La mia personale "Porte tra Terra e Cielo" a Civita Castellana, col patrocinio del Comune; "le Forme non Forme" l'altra personale col patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Lodi; in Polonia una collettiva col patrocinio del Direttore dell'istituto di Cultura Italiana di Varsavia; la collettiva "Living a Still Life" col patrocinio del Comune di Roma; "Distanze di Sicurezza" al Museo delle Auto della Polizia di Stato; a Londra "Ti Riciclo in Arte - Smart Recycling"; in Giappone, una collettiva a Fukuoka col patrocinio dell'Università Roma 3, del Centro Culturale italiano di Fukuoka; la personale a Roma "Porte tra Terra e Cielo" presso la Domus Talenti.
Dove e come si possono acquistare le tue opere?
Sono presente su FineArtsAmerica.com, Saatchiart.com e su Instagram, dove posso essere contattata direttamente.
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