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La “Città illuminata” dalle idee e dalle innovazioni. Per guardare al futuro

La “Città illuminata” dalle idee e dalle innovazioni. Per guardare al futuro

Dopo il buio della pandemia, la rinascita con Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023: un progetto solidale, partecipato e condiviso. Intervista all’assessora Nadia Ghisalberti (Bg)

Lunedi, 03/04/2023 -

“L’assegnazione del titolo Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 è avvenuta all’insegna della solidarietà: i sindaci che avevano candidato le loro città hanno fatto un passo indietro e il Parlamento, all’unanimità, ha votato una deroga alla normativa. È accaduto qualcosa di veramente straordinario, come se il Paese intero si fosse preso cura di noi riconoscendo l’entità del dramma da noi vissuto con la pandemia. È stato quindi naturale che, nel progetto, alla cultura fosse intrecciato il tema della cura”.

Si avvia così il dialogo con Nadia Ghisalberti, assessora alla cultura del comune di Bergamo, che incontriamo a Palazzo Frizzoni, sede del Municipio. L’elegante edificio neoclassico sorge su una delle strade principali della città bassa, tracciato che prosegue con il Sentierone, l’altro viale centrale, vivacissimo e costeggiato da alberi avvolti in migliaia di lampadine. La scintillante e suggestiva prospettiva notturna è il biglietto da visita della “Città illuminata”, titolo evocativo per richiamare “la ricchezza dei suoi potenziali significati”: la luce dopo il buio del covid, la luce del futuro possibile…

Un corposo dossier  illustra il senso e gli obiettivi dell’evento che nel 2023 vede le due città lombarde protagoniste, sulla scena nazionale e internazionale, di un progetto e un programma realizzati attraverso un “processo partecipativo collettivo”. L’assessora Ghisalberti tiene molto a sottolineare questa modalità, costruita in accordo e sintonia con la sua omologa del Comune di Brescia, Laura Castelletti. “Dopo il dramma del covid le due città erano piegate e c’era veramente un senso di spaesamento: in lockdown e con il più alto numero di decessi, i camion militari che trasportavano le bare... La chiusura dei luoghi della cultura ci ha spronato ad approfondire il dialogo con le associazioni, con un costante lavoro di rete, anche da remoto. Abbiamo sostenuto così le varie attività impedendo che le associazioni si fermassero del tutto, cosa che avrebbe procurato un grave danno al tessuto sociale. Quando è arrivata l’assegnazione abbiamo continuato il dialogo. Concordando sull’idea di non affidare a soggetti esterni la stesura del programma, abbiamo scelto di costruirlo ‘dal basso’, consultando le associazioni cittadine e coinvolgendole direttamente nella realizzazione dei vari eventi”.

Un esempio eloquente è il Mantello di Arlecchino, “un progetto nato su iniziativa del Teatro Tascabile di Bergamo, che ha una lunga storia di teatro di strada e partecipato, del Circuito CLAPS e HG80 Impresa Sociale e sostenuto da Fondazione Cariplo. Con l’obiettivo di far conoscere tra loro i cittadini e le tante associazioni, in particolare dei quartieri di Pignolo e Santa Caterina a Bergamo e di Borgo Trento e Sant'Eustacchio a Brescia, attori sui trampoli e giocolieri attraverso piccole performances in strada o nei cortili organizzano una sorta di ‘baratto culturale’ con il dono di magliette e delle storie che quegli indumenti raccontano. A giugno i cittadini saranno coinvolti nella realizzazione di due installazioni d'arte tessile dell'artista finlandese Kaarina Kaikkonen. Quella che tecnicamente è definita arte relazionale, a Bergamo diventerà strumento della partecipazione e simbolo di una comunità che si ritrova e si riconosce intorno ad una espressione artistica.

“Il progetto Bergamo Brescia Capitale 2023 intende affermare un nuovo modello di cultura, su cui già prima della pandemia avevamo cominciato a lavorare ma che poi è emerso nettamente, cioè l’idea del ruolo sociale della cultura che crea legami. I musei, per esempio, vanno vissuti come luoghi di aggregazione. Alla nostra GAMeC (Galleria di Arte Moderna e Contemporanea) è stato assegnato un premio per aver saputo mantenere il legame col suo pubblico attraverso un progetto importante di elaborazione del lutto cui ha partecipato chi ha perso i familiari, vivendo anche il dolore di non averli potuti assistere”.



Tra i tanti eventi in programma per la ‘Città illuminata’ molti sono di alto livello, a partire dalle prestigiose mostre d’arte come Cecco del Caravaggio (circa 20 tele, provenienti da collezioni pubbliche e private, di Francesco Boneri, uno dei più interessanti esponenti del caravaggismo europeo; esposte nelle sale dell’Accademia di Carrara fino al 4 giugno) oppure Salto nel vuoto. Arte al di là della materia (terzo e ultimo capitolo del progetto espositivo della GAMeC dedicato all’indagine sulla materia nell’arte contemporanea, con i lavori di grandi pionieri dell’arte digitale sui temi della smaterializzazione, del vuoto, dei flussi; visitabile fino al 28 maggio).

“La cornice di tutti i progetti è la storia che accomuna Bergamo e Brescia: in passato l’influenza di Venezia e il Risorgimento, oggi il covid e la crisi industriale superata con la capacità di innovare, per entrambe le città un patrimonio artistico importante e tuttavia poco conosciuto. Si tratta di premesse forti che hanno motivato i due sindaci a condividere le quattro tematiche intorno alle quali si è sviluppato il progetto della ‘Città illuminata’, che è tale anche perché innovativa. Un tratto, quello della capacità di accogliere il nuovo, testimoniato dai 32+1 Compassi d’Oro vinti da aziende di Bergamo e Brescia, che è anche una mostra visitabile fino al 4 giugno. Accanto ad iniziative più piccole di cultura diffusa nel territorio, realizzate anche in collaborazione con le biblioteche, il palinsesto prevede eventi all'aperto o che recuperano elementi storici in modo originale, come è accaduto con lo spettacolo di Francesco Micheli, direttore della lirica, che a gennaio ha portato in piazza “I Nuovi Mille”, un'esibizione straordinaria per celebrare la ‘città dei Mille’ in ricordo dei tanti volontari bergamaschi che aderirono alla spedizione di Garibaldi”.

Le due città, in sintonia, hanno sviluppato innumerevoli declinazioni della cultura compiendo un “lavoro di cucitura delle similitudini e analogie tra i due territori, anche tenendo conto dei profondi cambiamenti intervenuti nel tessuto sociale in questi anni”. Operazione forse agevolata - osserviamo noi - dalle tante presenze femminili ai vertici di istituzioni culturali cittadine e, particolare non trascurabile, da due assessore alla cultura supportate da uffici largamente popolati di collaboratrici.

“La nuova idea di cultura va affermata a più livelli ed è legata a tanti parametri, anche dal punto di vista urbanistico: cultura è il buon vivere di una città accogliente e capace di sviluppare cultura d’impresa, una città dove ci si muove bene e dove non ci sono problemi di inquinamento”. Soffermandosi sulle non poche istituzioni tipicamente culturali di Bergamo, Ghisalberti auspica che le iniziative legate alla Capitale della Cultura 2023 diventino stimolo per “migliorare le competenze gestionali dei nostri bravissimi direttori artistici i quali, imparando a reperire risorse pubbliche e private, riescano a rendere economicamente sostenibili le varie strutture; è importante che questo progetto sia occasione per verificare come, attraverso la cultura, sia possibile fare impresa e creare lavoro di qualità”.

La “Città illuminata” ha dato anche l’opportunità di accendere un faro sulla storia di Medea, quarta figlia di Bartolomeo Colleoni morta a 14 anni, alla quale è dedicata la mostra Io, Medea. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo. “Medea è seppellita nella meravigliosa Cappella Colleoni, un monumento bellissimo e assai identitario per noi. Grazie a studi particolari, effettuati in preparazione della mostra sulla breve vita di questa sfortunata giovinetta, sono emersi alcuni aspetti delle consuetudini rinascimentali soprattutto in materia di contratti matrimoniali. I risultati sono oggi condivisi nella bella esposizione visitabile fino al 4 giugno”. La mostra, confermiamo, è un autentico gioiellino che arricchisce ulteriormente lo scrigno di tesori che è già Bergamo Alta; raccolta in un agile allestimento, propone documenti originali di particolare interesse e merita di essere visitata e valorizzata. Tra storia e leggenda, scultura e pittura, moda e poesia, attraverso la sfortunata Medea si conoscono i destini delle donne e le libertà loro negate in nome delle convenienze politiche e di un patriarcato che si imponeva al di là dell’amore paterno testimoniato, nel caso della Cappella Colleoni, da un monumento funebre degno di una sovrana.

Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 è un’opportunità per le due città di mostrarsi al meglio e per il visitatore di rendere omaggio alla loro tenacia. Guardandoci insieme, come Paese, potrebbe essere uno stimolo a ragionare sulle priorità e a rispettare la memoria collettiva, restituendo alla parola nazione il valore autentico che può fare a meno della retorica vuota e tossica.

                         

PROGRAMMA E PROGETTAZIONE: LE QUATTRO AREE

la cultura come cura mirata a reinterpretare la tradizione solidale e mutualistica della storia locale, indicando le modalità che dall'esperienza di vulnerabilità determinata dalla pandemia, possa intensificare le pratiche di welfare integrativo e innovativo (rivolto ai sistemi sanitari e di inclusione sociale), ridisegnando i percorsi di condivisione delle risorse;

la città natura che, muovendo dal riconoscimento della necessità, nel XXI secolo, di farsi responsabilmente carico del ripensamento e della riprogettazione del rapporto dei singoli, delle collettività e delle imprese con le risorse naturali, ridisegni le relazioni tra modalità insediative, forme di consumo, sistemi di trasporto, attività produttive urbane e risorse ambientali in vista di una coesistenza sostenibile;

la città dei tesori nascosti mirata a ripensare, reinterpretare e riprogettare il rapporto con i patrimoni culturali e anche i significati e gli usi che i cittadini attribuiscono loro e i valori che rappresentano in termini di diritti umani, autorappresentazione identitaria e pratiche democratiche;

la città che inventa con la chiamata a raccolta di protagonisti e storie capaci di raccontare le capacità inventive, progettuali e realizzative del mondo manifatturiero, di alta qualità, caratteristico di questi territori, per definire un ambiente capace di immaginare e “costruire" il proprio futuro attraverso una particolare qualità del lavoro, dell'imprenditoria e dell'innovazione.


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