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Ildegarda di Bingen, sibilla e dottore della Chiesa

Ildegarda di Bingen, sibilla e dottore della Chiesa

Il libro di Margherita Massari sulla 'Sibilla renana', straordinaria figura femminile di intellettuale a tutto campo del Medioevo

Domenica, 14/10/2018 - Mistica, visionaria, profetessa, badessa, fondatrice di conventi, musicista, teologa, guaritrice, guida spirituale ed esorcista. Ildegarda di Bingen è una straordinaria figura femminile. Nel 2012 è stata proclamata Dottore della Chiesa, quarta donna insignita di questo titolo nella storia del Cristianesimo. La sua è un'esperienza di vita e culturale di rara grandiosità, posto che fu consacrata alla clausura a 8 anni, destino condiviso da molte bambine per secoli, ed essendole quindi preclusa la partecipazione alla vita culturale. I lavori della 'Sibilla renana' sono stati punti di riferimento per uomini di Chiesa e per uomini di potere. La giovane studiosa  Margherita Massari ha scritto "Ildegarda di Bingen, sibilla e dottore della Chiesa" pubblicato da Elemento115 nel 2017 e recentmente presentato a Genova con un'iniziativa, tra i vari, anche dell'Udi.

Quale motivazione ti ha spinto a studiare Ildegarda di Bingen, straordinaria e poliedrica figura femminile?
Ho scoperto Ildegarda quasi per caso. Il mio impulso alla scrittura mi ha portata sulla strada di Elemento115 (editore). Quando mi hanno proposto di occuparmi della collana “Differenze di Donna”, ho avuto la possibilità di scegliere il personaggio a cui dedicare la prima biografia. Avevo scartato quasi subito la badessa. La sua mi sembrava un'eredità troppo vasta da ricostruire, richiedendo competenze storiche, filosofiche, linguistiche e non solo. Inoltre, la conoscevo principalmente nella sua veste di religiosa e questo rappresentava un ostacolo piuttosto ingombrante. Approfondendo lo studio della sua vita, però, mi sono presto resa conto di quanto oltre all'innegabile religiosità (Ildegarda è intrisa della spiritualità tutta medievale) lei fosse portatrice di una creatività eccezionale. In tal senso, l'aspetto decisivo che mi ha portato a scrivere di lei, è stata la scoperta di una parte marginale della sua produzione, ossia la sua opera linguistica: Ildegarda ha creato la prima lingua artificiale della storia, un codice misterioso utilizzato e noto solo a lei e alle sue consorelle, che le è valso la nomina di protettrice degli esperantisti... Mi è parso il suggello del suo genio.
Scoprire, poi, che le sue opere e la sua figura sono state letteralmente cancellate dalla storia per mano degli esponenti di una cultura superstiziosa e limitata, mi ha fatto riflettere su quante volte il talento di donne straordinarie sia andato perso o occultato, a scapito di tutta l'umanità. Poter ricostruire la personalità di Ildegarda e contribuire, seppur in piccolo, alla sua riscoperta è stato un compito lusinghiero. Un piccolo atto di riscossa dedicato a tutti gli spiriti eletti che troppo spesso (e troppo spesso donne) vengono dimenticati.

A te, giovane donna del ventunesimo secolo, cosa di questa donna?
Ildegarda è figlia del Medioevo, eppure a distanza di oltre 8 secoli la sua figura riesce ancora a sorprendere e affascinare i lettori moderni. Quello che ha saputo trasmettermi con più forza, sicuramente, è il senso di dignità di una vita vissuta restando sempre aderente alle sue convinzioni e ai suoi valori; la fedeltà al suo senso di missione e di giustizia che l'ha resa capace, nonostante le fragilità, di non scendere mai a compromessi e accettare con umiltà, ma anche fierezza, le conseguenze delle sue scelte. Trovo che siano qualità senza tempo, quanto mai necessarie. Questo tipo di incorruttibilità, questa forza interiore che rende più forti della paura per le possibili ripercussioni di un'azione, mi sembra siano la c/hiave dell'agire rivoluzionario dei grandi leader della storia.
Attraverso i secoli mi è arrivato chiaramente il suo entusiasmo per la vita e la sua curiosità, insieme a quella sete di conoscenza che le ha permesso di osservare in maniera “scientifica” il “creato”, e meravigliarsene, senza restare imbrigliata nelle superstizioni del suo tempo. Il coraggio di sperimentare quanti più ambiti possibili, lo sforzo di esprimersi ed esprimere la sua esperienza attraverso canali diversi, la fermezza con la quale ha affrontato sfide inconcepibili per l'epoca fanno di lei una donna eccezionale. Il fatto che poi non manchino in lei elementi contrastanti, ha accresciuto ancor più la sua complessità e la voglia di capirla.

A quali pubblici, a quale tipo di donna hai voluto parlare, scrivendo questo libro?
Ildegarda è stata riscoperta, per fortuna, negli ultimi decenni. Sorte non condivisa, purtroppo, da molte altre pensatrici e letterate dimenticate dalla storia. Avendo approcciato i più diversi campi del sapere e della cultura (musica, medicina, filosofia e teologia, arte...) il suo lavoro è stato spesso approfondito secondo prospettive accademiche o settoriali, o comunque da “addetti ai lavori”. L'idea della biografia, invece, è presentare Ildegarda in maniera completa e integrale, per offrire un quadro d'insieme della sua vita, della sua personalità e delle sue opere, accessibile soprattutto a non esperti. Spero di essere riuscita nell'intento di far rivivere Ildegarda con tutte le sue peculiarità, inclusi gli aspetti più contraddittori, e di avvicinarla a un largo pubblico. Sono certa che saprà offrire a ognuno uno spunto diverso e un peculiare motivo di interesse.




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