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Il Festival di Bioetica: Giustizia, arte e impegno civile

Il Festival di Bioetica: Giustizia, arte e impegno civile

Un'occasione in cui possono nascere grandi sodalizi tra arti diverse. Intervista a Ivano Malcotti, direttore artistico del Festival

Mercoledi, 18/08/2021 - Ivano Malcotti, autore e pedagogista teatrale oltre che Counselor, è il direttore del programma artistico della quinta edizione del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 22 e 23 agosto 2021) organizzato dall'Istituto Italiano di Bioetica. Gli rivolgiamo qualche domanda per cogliere le idee e i sentimenti che lo guidano nella costruzione del programma.

Prima di tutto ci interessa sapere in che modo si intreccia la dimensione artistica con i contenuti etici e filosofici del Festival…
Ho sempre sottolineato l’importanza del rapporto tra arte e impegno civile. Quest’anno la quinta edizione del Festival di Bioetica è dedicato alla Giustizia, un tematica fondamentale per tutti noi, ma anche un terreno molto delicato dove le riflessioni talvolta si rivelano profondamente problematiche e divisive. L’arte sicuramente ci può venire in soccorso, favorendo una riflessione appassionata attraverso linguaggi di ampio respiro.
Purtroppo siamo in un momento storico (che dura da diverso tempo ) dove il “prodotto arte “sembra sempre più condizionato e schiacciato dal mercato perciò provare a mischiare un po' le carte tentando magari una inversione di rotta e proporre artisti di talento fuori dai consueti circuiti e dai soliti cliché, mi sempre una prova di grande libertà e, passami il termine, di Giustizia, da dedicare soprattutto al pubblico molto competente del Festival che da tanti anni ci segue con grande partecipazione e fiducia.

Qual è lo spirito che ti guida nella scelta degli artisti?
Ti rispondo con grande onestà, come in tutte le cose della mia vita sono spinto dalla grande curiosità di conoscere cose nuove magari fuori dagli schemi consueti. Durante l’anno cerco proposte artistiche originali e le cerco con grande attenzione perché il Festival di Bioetica è un’occasione importante d’incontro e conoscenza culturale dove possono nascere grandi sodalizi tra arti diverse, l’anno scorso hanno visto il fortunato abbraccio tra pedagogia e poesia, quest’anno magari ci troveremo un matrimonio eccentrico tra un tango argentino e l’imperturbabile Codice civile.

Con quale messaggio artistico hai voluto accompagnare questa quinta edizione del Festival?
Guarda dopo due anni devastanti di Covid ho pensato ad un proverbio calabrese molto famoso “Più buio che a mezzanotte non può venire”, ovvero peggio di così non può andare… ecco perché ho voluto accompagnare il Festival con una dedica ad Esiodo, che nella Teogonia parla delle tre Grazie: Aglaia, lo Splendore, Eufrosine, la Gioia o la Letizia, Talia, Portatrice di fiori.

Sul Festival vedi anche intervista a Luisella Battaglia e intervista a Maria Galasso


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