FESTIVAL DI BIOETICA / Arte e felicità: intervista a MARIA GALASSO
La mostra di pittura ‘Sguardi di felicità’, un viaggio esplorativo con le opere di Marisa Bertolotti, Matteo Delbene, Roberto Malinverni, Teresa Ruggiano
Sabato, 21/07/2018 - Maria Galasso è attivamente coinvolta nell'organizzazione della parte artistica del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 27 e 28 agosto 2018). È una conferma dell'impegno che, come critica d'arte e ricercatrice culturale, ha avviato nella passata edizione. Quest'anno continua il suo percorso attraverso l'organizzazione della mostra di pittura "Sguardi di felicità", con l'esposizione delle opere di Marisa Bertolotti, Matteo Delbene, Roberto Malinverni, Teresa Ruggiano
Ci parli della sua ricerca per selezionare questi artisti e artiste. Con quali criteri li ha scelti e con quali obiettivi?
Nella seconda edizione del Festival di Bioetica saranno presentati artisti e artiste che hanno impostato il loro lavoro sulla ricerca della felicità, interpretata attraverso sguardi diversi. La scelta artistica ha tenuto conto della vitalità di elementi che appartengono ad una documentazione ricca e innovativa, alimentata da una tensione creativa e flessibile. Il percorso della mostra presenta tappe legate all'osservazione, alla percezione, alle idee, al sogno. Sono tappe che si connotano come obiettivi di una conoscenza ampia, che vuole esplorare e sollecitare risposte del senso della vita, di come noi possiamo farne parte per ampliarne il significato.
Arte, colore, immagini... parole e categorie che evocano facilmente la felicità, anche se non è scontato. In che modo lei collega l'arte alla felicità?
La tematica della felicità che è insita alla mostra non è mai scontata. Si presenta come un viaggio esplorativo, teso a molteplici visioni e interpretazioni. Il vettore creativo e libero dell'arte fa sì che non ci sia una meta definitiva. In questo sta la felicità dell'arte.
Nel programma è previsto, nella seconda giornata, uno spazio in cui lei intervisterà gli artisti. Cosa le interessa che riescano ad esprimere? Che contributo porteranno al Festival di Bioetica?
Saranno domande che, credo, essi si fanno costantemente. Perché dipingo? Cosa voglio rappresentare? Che sentimenti provo? È possibile - attraverso le immagini e il colore - parlare, pensare e comunicare? Mi interessa entrare in modo graduale e curioso nei loro percorsi, pur sapendo che nessuno, meglio di ciascun artista, può parlare di se stesso. Credo che ciascun artista porterà al Festival un contributo significativo, aperto al dialogo e al confronto. L'arte in questa specifica progettazione desidera declinarsi in tante arti, in tanti linguaggi culturali, in tanti modi di essere e di agire.
Cosa è per lei la felicità?
Me lo chiedo molte volte, sentendomi triste e felice nello stesso tempo. Triste perché la felicità non è un valore assoluto, ma felice proprio per questa sua relatività che mi sprona a cercarla e a farne parte.
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