Sempre poco rispettata, oggi la lunga fase della senilità pone nuovi problemi. Le RSA non sono la soluzione: la rivoluzione sarà nelle politiche abitative
Giovedi, 30/04/2020 - Secondo l’Istat al 1° gennaio 2019 gli over 65 erano quasi 14 milioni e rappresentavano il 22,8% della popolazione, una percentuale altissima che pone al sistema del welfare problemi importanti nell’organizzazione e gestione dei servizi socio-sanitari oltre che nella tenuta dei conti. C’è un altro versante di questioni, forse meno studiate, che l’invecchiamento (sempre l’Istat dice che ci sono 173 anziani ogni 100 giovani) pone alla struttura stessa della società, ai rapporti interpersonali e intergenerazionali. Nella fase iniziale, la pandemia sembrava colpire soprattutto persone anziane affette anche da altre patologie. Col passare del tempo gli studi raccontano anche altro ma, rimanendo sugli anziani, stiamo vedendo che l’impatto del Covid-19 è particolarmente violento nelle Residenze Sanitarie Assistite (RSA) che accolgono spesso chi non è autosufficiente. La dr.ssa Carla Costanzi unisce una lunga carriera nel campo dei servizi al Comune di Genova ad una passione per lo studio specifico che le ha permesso di firmare molte pubblicazioni tra cui l’ultima, in ordine di data, uscita nel marzo del 2018 “La vecchiaia tra venerazione e discredito. Storia e arte nel mondo occidentale” (ed Erickson). La consultiamo nell’ambito del ciclo delle conversazioni che stiamo conducendo in collaborazione con l’Istituto Italiano di Bioetica.
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