Salute e sviluppo sono strettamente collegati e la sanità non può essere misurata con i criteri del profitto perché la salute non è una merce. Intervista a Maria Antonietta La Torre
Domenica, 29/03/2020 - La tutela della salute è prevista dall’art 32 della nostra Costituzione, un principio nobile ma non sempre tradotto e applicato in modo coerente. L’esempio dell’ILVA rappresenta in questo senso un caso emblematico di difficoltà a sciogliere la contraddizione tra esigenze economiche e diritto alla salute. In questa conversazione con la professoressa Maria Antonietta La Torre nell’ambito del ciclo* dedicato, con l'Istituto Italiano di Bioetica, alla filosofia e alla bioetica in relazione al coronavirus, riflettiamo su una epocale inversione di rotta cui stiamo assistendo e che riguarda il mondo intero: l’affermazione del primato della salute sugli interessi economici. Ha iniziato il gigante cinese, bloccando tutte le produzioni di una vasta regione e in parte nel resto del paese. Noi abbiamo fatto altrettanto a partire dal 22 marzo e altri paesi stanno seguendo questa strada. Con l’obiettivo di limitare il contagio, la politica ha imposto a milioni di persone limiti pesantissimi alle libertà personali, ai quali si sono poi aggiunte restrizioni delle produzioni non considerate essenziali o di pubblica utilità. È un’assunzione di responsabilità senza precedenti da parte delle massime autorità degli Stati, che accettano una sfida epocale destinata ad avere grandi incognite e pesanti conseguenze. Sentiamo e sappiamo che dopo nulla sarà come prima, anche a partire dalle priorità in cui ci riconosceremo.
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