In occasione del Festival di Bioetica a Villa Durazzo (27 e 28 agosto, Santa Margherita Ligure) esposizione dal titolo "Coloriamo la vita". Intervista a Maria Galasso, curatrice della mostra
Durante la sesta edizione del Festival di Bioetica lo spazio riservato alla pittura è dedicato esclusivamente a Cecilia Ravera Oneto. Perché questa scelta?
Cecilia si è presa cura della Natura, ricercando in essa il suo battito vitale, ha posto attenzione sulla dignità della persona, sia in ambito medico, che lavorativo. La mostra si sviluppa all'insegna della Responsabilità, che nelle sue espressioni artistiche si è declinata con senso etico, teso ad affrontare le grandi questioni della vita in tutte le sue forme.
Che significato ha avuto questa pittrice per la sua terra?
Cecilia Ravera Oneto ha amato la terra ligure che, per la sua bellezza, rappresentava una condizione da salvaguardare e si poneva come esempio da condividere nei vari contesti nazionali, e non solo, sostenendo, come finalità primaria il Rispetto per l'Ambiente. La relazione che, come donna impegnata nel sociale, sentiva verso tutti gli esseri umani era intrisa di libertà e di giustizia sociale. Amava dipingere le fabbriche, volendone riscattare il Colore che l'inquinamento distruggeva con avidità.
Quali opere saranno esposte e in quali giorni?
Saranno esposte opere sulla Natura, sull'Ambiente industriale e medico. Non mancherà un suo autoritratto autorevole e verso la fine della sua vita quello più marcato e pensieroso. La mostra avrà come titolo: "Coloriamo la vita" proprio perché Cecilia lascia a ciascuno di noi il compito della Responsabilità senza cui nulla è possibile.
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