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Catherine Heemann, dal Texas all'Italia per studiare gli antichi manoscritti beneventani

Catherine Heemann, dal Texas all'Italia per studiare gli antichi manoscritti beneventani

La giovane musicista americana è allieva della docente sannita Luisa Nardini, che insegna all'Università del Texas

Sabato, 07/06/2025 - Ho conosciuto Luisa Nardini qualche anno fa a Gesualdo, un graziosissimo comune in provincia di Avellino, dove esiste un castello che è stato di proprietà di Carlo Gesualdo, "il principe dei musici", noto per il suo genio musicale e per la sua triste storia coniugale.
La prof Nardini proviene dal Sannio ed oggi una sua brillante allieva, Kate Heemann, sotto la sua guida sta conducendo uno studio sulla musica nei manoscritti beneventani di epoca medievale.
La Heemann è dottoranda in musicologia storica all’Università del Texas a Austin, considerata l’accademia più prestigiosa del sistema universitario texano. Si occupa di teoria e pedagogia musicale medievale, produzione di manoscritti, diffusione ed approcci globali agli studi musicali; è ricercatrice pre-dottorato per il 2024-2025 presso il Centro per la storia dell'arte e dell'architettura delle città portuali di Napoli.
Catherine Heemann ha conseguito un master in musica con specializzazione in musicologia (2019) presso l'Università dell'Alabama. Alla Butler School ha insegnato la sequenza di storia della musica in tre parti, Musica e cultura e Storia della musica rock.

Molto incuriosita dal suo già denso curriculum e dal suo recente di lavoro di ricerca, ho rivolto qualche domanda a Catherine, che ringrazio per la gentilezza e la disponibilità dimostratami fin da subito.

Come nasce questo suo lavoro?
Ho trascorso l'anno accademico 2024-2025 come ricercatore pre-dottorato presso “La Capraia” di Napoli (maggiori informazioni qui: https://arthistory.utdallas.edu/port-cities/residencies/). Sono una studentessa di dottorato presso l'Università del Texas ad Austin e studio con Luisa Nardini e la mia ricerca è finalizzata alla discussione della mia tesi di dottorato.

Può raccontarmi le varie fasi della sua ricerca e le scoperte che ha fatto? Ho letto che ha fatto ricerche nelle biblioteche di Napoli, Montecassino e Roma. Vorrei che mi parlasse di come si è svolto il suo lavoro e di quali nuovi contributi ha apportato alla ricerca in questo campo.
La presentazione che ho tenuto alla Biblioteca Nazionale di Napoli il 28 maggio faceva parte della residenza La Capraia per discutere i miei risultati di quest'anno. Il fulcro della mia ricerca riguarda la tradizione di aggiungere notazioni musicali a testi altrimenti non musicali durante i secoli X-XII nella zona del Beneventano. L'abbazia di Montecassino era il principale centro di produzione di manoscritti in questo periodo e le notazioni musicali, chiamate neumi, venivano aggiunte a una varietà di soggetti, tra cui testi letterari classici (come l'Eneide), martirologi e grammatiche. La mia ricerca ha trovato neumi in diversi manoscritti della zona beneventana contenenti lezionari agiografici, preghiere recitate dal vescovo e un omiliario. Poiché vivevo a Napoli, mi sono concentrata sull'ampio patrimonio della Biblioteca Nazionale di Napoli, ma mi sono anche recata alla Biblioteca Casanatense di Roma per consultare i manoscritti ivi conservati e ho consultato anche la biblioteca dell'Abbazia di Montecassino.

Lei è una musicista?
Sì, sono una musicista. Sono cresciuta suonando il pianoforte e l'organo, la mia laurea triennale è in Organo e la mia laurea magistrale in Musicologia. La mia tesi di master, “Regula cantus firmi: an Edition, Translation, and Commentary”, studia un breve trattato latino del XV secolo sul canto a distesa conservato in manoscritti italiani che chiarisce parte della tradizione orale del Medioevo.

Come e quando è nato il suo interesse per la scrittura beneventana?
Il mio interesse per i manoscritti della zona beneventana è nato quando ho iniziato a studiare con Luisa Nardini un grande manoscritto di teoria musicale dell'XI secolo proveniente dall'Abbazia di Montecassino. Il manoscritto in sé è ben studiato, ma l'esame del testo e della produzione del manoscritto mi ha introdotto a nuovi modi di pensare al ruolo della musica nella produzione culturale del Medioevo. Il lavoro svolto con quel manoscritto ha ispirato la mia tesi di laurea.

Nelle foto: Catherine Heemann discute il suo lavoro nella sala lettura della Sezione Manoscritti presso la Biblioteca Nazionale di Napoli con un gruppo selezionato di studiosi.
Kate e la docente Luisa Nardini.

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