Il primo romanzo di Francesca Silvestri, "L'arrocco", edito da Les Flâneurs. Martedì 31 maggio presentazione a Roma
È davvero un bel romanzo “L’arrocco”, opera prima di Francesca Silvestri pubblicata da Les Flâneurs. Una storia avvincente che, muovendosi tra Europa e Sudamerica, cattura fin dalle prime pagine con un crescendo stimolante alimentato da flash back sapientemente centellinati pagina dopo pagina.
Una giornalista specializzata nella cinematografia conduce un programma radiofonico notturno, le piatte consuetudini della sua vita sono interrotte da “una misteriosa telefonata in trasmissione che fa lampeggiare una storia ambigua e misteriosa: con una donna, un capo di stato e un pericoloso giallo internazionale“ così sintetizza la storia Domenico Quirico che firma la prefazione.
Il ritmo narrativo ben sostiene lo snodarsi delle vicende che attraversano i capitoli, facendo man mano intravedere o intuire l’esito conclusivo, che si rivelerà sorprendente ma anche amaro racconto del cinismo dominante nello scacchiere geopolitico.
Lo svelamento totale dell’intricata matassa arriva solo nelle ultime pagine, con la ricomposizione di una vicenda di caratura internazionale che si interseca con la vita della protagonista, Alice, la cui storia umana e professionale è il perno intorno al quale tutto ruota. A partire dalla sua amnesia, causata dal grave attentato che uccide il suo compagno Ahmed e le ruba la vita, cancellandone la memoria.
L’attentato rappresenta nella vita di Alice una cesura netta, un ‘prima’ e un ‘dopo’ che le sarà possibile riannodare risalendo dagli abissi in cui ricordi troppo dolorosi sono stati custoditi per anni. È un romanzo che vuole riconoscere il coraggio femminile per la ricerca della verità, vissuta quale insopprimibile bisogno riconducibile ad un’etica dell’esistenza. Ad altre due donne, Aisha e Lara, sono affidati ruoli decisivi nel fermento degli eventi. Tutte donne che l’autrice propone in una posizione di assoluta autonomia rispetto al tentativo manipolatorio di Greg, dalla cui comparsa nella storia inizia il faticoso ritorno dal passato di Alice.
“L’arrocco” è un’opera lungamente meditata, sottolinea l’autrice, ispirata da un suo incontro casuale e da un attentato a giornalisti realmente avvenuto a Istanbul. Francesca Silvestri ha lasciato sedimentare questi elementi finché li ha ‘liberati’ nel suo romanzo, inscrivendoli in un’altra ipotetica e possibile verità intorno alla morte di un capo di stato. Una verità che potrebbe emergere, chissà, attraverso una rilettura in controluce dei fatti che parta da un differente punto di osservazione.
Il romanzo non dichiara questa ambizione, ciononostante insinua qualche dubbio e ragionevoli perplessità sull’unica versione sinora accreditata della morte di un noto personaggio politico certamente scomodo.
“L’arrocco” si offre ad una gradevole e agile lettura rilasciando un piacevole retrogusto anche nello stile, appassionato e misurato; a certificare una destrezza letteraria che è promessa di ulteriori lavori e augurabili traguardi.
Presentazione a Roma martedì 31 maggio, h 18, presso Moby Dick
L'autrice dialoga con
Tiziana Bartolini e Patricia Mayorga
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