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Sobria, rispettosa e giusta: è la Slow Medicine

Sobria, rispettosa e giusta: è la Slow Medicine

Una associazione di medici, professionisti e cittadini propone un'idea di cura attenta alle persone

Mercoledi, 08/09/2021 - Sobrietà, rispetto e giustizia: sono i tre principi distintivi – vere e proprie parole chiave – della Slow Medicine che promuove un’idea di cura basata sulla sostenibilità, sull’equità e sull’attenzione alla persona e all’ambiente.

E’ un’associazione nata circa dieci anni fa, composta da medici, professionisti, cittadini. Di questo interessante e positivo approccio alla cura ha parlato la presidente di Slow Medicine, Sandra Vernero, al Festival annuale sulla bioetica che tradizionalmente si tiene a Santa Margherita Ligure (quest’anno il 22 e 23 agosto), organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica che ha dedicato l’edizione 2021 alla giustizia.


Una cura sobria? Sì, perché non sempre “fare di più vuol dire fare meglio. Spesso interessi economici o anche culturali – ha detto Vernero, che è medico ed è fra i fondatori dell’associazione – spingono ad un eccessivo consumo di prestazioni sanitarie o di uso di medicine, senza avere attenzione né alla persona né all’ambiente e all’ecosistema”.

Cura rispettosa: “le persone vanno ascoltate. Noi siamo per la promozione al dialogo. I valori e le aspettative delle persone sono diversi ed inviolabili. Vanno considerati”. Ecco il senso della parola ‘slow-lento’:

“Vuol dire riflettere, pensare prima di prescrivere una cura”.

Infine, una cura giusta, ossia appropriata, di buona qualità, adeguata alla persona e alle circostanze, di dimostrata efficacia, evitando sia il sovrautilizzo sia il sottoutilizzo di farmaci e/o prestazioni.

E – ha tenuto a ricordare Vernero – “tenere presente il criterio dell’equità di un servizio, la possibilità che sia accessibile a tutti”.

Puntare ad una cura giusta vuol dire contrastare le disuguaglianze fra le persone. Purtroppo – ha sottolineato la presidente – durante la pandemia le disuguaglianze sono aumentate: secondo l’Istat

nel 2020 il 10% dei cittadini ha rinunciato a curarsi a causa del Covid-19, contro il 6,3% del 2019: un aumento del 40% in un anno.

Ecco perché, a suo avviso, il concetto di appropriatezza “è ancora più importante” e va calato nel contesto del momento.

Su www.choosingwiselyItaly.org, un progetto di Slow Medicine, si trovano le 265 raccomandazioni per cure in linea con il rispetto delle persone e dell’ambiente. Fra queste, l’invito a non abusare di antibiotici e di utilizzare l’acqua del rubinetto, invece che consumare quella in bottiglia.

Sono una cinquantina le società scientifiche che aderiscono a Slow Medicine. L’associazione ha anche predisposto un documento finalizzato al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in cui sono indicate, nell’ottica dei principi di sobrietà, rispetto e giustizia, le azioni utili ed opportune da prevedere per le cure mediche.
Articolo di Agnese Malatesta pubblicato l'8 settembre 2021 in B-hop.it

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