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Valentina Costantini, prima classificata (inediti) del Premio letterario nazionale Clara Sereni

Valentina Costantini, prima classificata (inediti) del Premio letterario nazionale Clara Sereni

'Little Italia' l’inedito di Valentina Costantini: intervista all’autrice e biografia, sinossi del libro e incipit

Domenica, 11/12/2022 - 'Little Italia' di Valentina Costantini è il primo classificato nella sezione inediti della terza edizione del Premio letterario nazionale Clara Sereni. La premiazione si è svolta il 12 novembre nella prestigiosa Sala dei Notari di Perugia alla presenza delle autorità cittadine. Durante la Cerimonia è stato letto il messaggio della presidente onoraria del Premio Liliana Segre, senatrice a vita. La giuria, presieduta da Benedetta Tobagi, ha così motivato l'attribuzione del Premio: «Dal piccolo al grande», o meglio «From little to great»: così potremmo riassumere il movimento che sottende a Little Italia di Valentina Costantini. Il romanzo trova la sua ambientazione in un punto geograficamente marginale, l’Appennino Abruzzese, in un momento chiave dell’ultimo secolo, ovvero gli anni centrali della Seconda Guerra Mondiale. In questo contesto, Valentina Costantini trova una sua personale via narrativa, che riesce ad unire con garbo macrostoria e microstoria, gettando luce su un aspetto finora poco narrato come le dinamiche affettive e sociali scaturite dall’accoglienza nelle famiglie di soldati alleati fuggiti dai campi di  prigionia. Nelle pagine di Little Italia, l’autrice ci presenta un’immagine fedele dell’Italia del secolo passato, restituendo con rara vividezza i costumi della gente comune e scavando nei rapporti sociali e familiari, grazie anche ad un sapiente gioco linguistico fra italiano e dialetto.
A Valentina Costantini, che di professione gestisce numeri ma di passione frequenta la lettura, abbiamo rivolto alcune domande anche in vista della pubblicazione del libro, prevista nel 2023 con l'editrice Ali&no, che è stata ideatrice e promotrice del Premio e che continua ad essere tra le principali animatrici delle varie edizioni.

Ci vuole spiegare cosa ha ispirato la storia da lei narrata in 'Little Italia'?
Una parte della storia, quella degl’inglis salvati durante la guerra, me la porto dentro da quando sono bambina, grazie ai racconti di mia nonna e di mio padre che, sebbene fosse molto piccolo, ha ricordi molto vividi del soldato che i miei nonni ospitarono in quel lungo inverno. Ho immaginato più volte i momenti difficili che possono aver vissuto, contadini analfabeti che, senza volerlo, si sono trovati a scegliere da che parte della Storia stare. La cosa bella è che non hanno scelto secondo la logica o la convenienza, hanno scelto semplicemente di salvare degli uomini che chiedevano aiuto, intrecciando così i reciproci destini.                                   

Cosa ha di particolare il racconto del suo libro?
Tratta una vicenda ordinaria e proprio per questo straordinaria della Resistenza in Abruzzo. Non si tratta di quella “eroica” ricordata nei libri di storia della Brigata Majella, ma quella della popolazione “normale" che con i suoi gesti ha comunque contribuito alla liberazione dalla dittatura.  

Qual è il messaggio che attraverso il suo libro vorrebbe far cogliere?
In un momento in cui sentiamo la necessità di costruire muri, di proteggere i confini, mi piacerebbe far riflettere sul senso di umanità che ha spinto i miei nonni e tanti altri ad accogliere chi era in difficoltà.  

Che significato lei attribuisce alla parola 'leggere' ?  E cosa vuol dire 'scrivere'?
Fin da piccola leggere per me ha avuto un potere magico, essere trasportata in altri mondi, indossare occhi nuovi, vivere le emozioni altrui. Un’esperienza totalizzante, capace di astrarmi dalla realtà ma che allo stesso tempo mi fornisce spunti e strumenti nuovi per la mia vita quotidiana.Scrivere è un’avventura che trascina con sé l’eccitazione, il terrore di perdersi e fallire, la scoperta. È ad un tempo costruttivo e distruttivo, comunque un modo per esplorare me stessa e affrontare le mie paure.
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VALENTINA COSTANTINI
, biografia
Sono nata a Pescara nel 1976, attualmente mi divido tra l’Abruzzo e le Marche, dove lavoro e vivo con la mia famiglia. Sono laureata in Economia e Commercio, gestisco numeri per professione in una grande azienda.Sono un’appassionata lettrice sin da piccola, anche se non ho mai ultimato la lettura di Piccole Donne, spaziando dai fantasy ai romanzi storici, dai fumetti ai thriller. A novembre 2022, con il romanzo “Little Italia” mi sono classificata 1° nella Sezione Inediti al III Premio Nazionale Clara Sereni.


"LITTLE ITALIA", sinossi
In un minuscolo borgo dell’entroterra abruzzese vivono diverse famiglie, quasi tutte imparentate tra loro, tra cui quella del piccolo Capriele che racconta le fatiche degli adulti per sopravvivere alla II Guerra Mondiale. Il borgo è stato lambito solo marginalmente dagli eventi bellici, gli abitanti vedono scorrere con lentezza la loro esistenza, nonostante i tedeschi che di tanto in tanto irrompono nelle loro vite.

Un’improvvisa accelerazione è data dall’arrivo di alcuni soldati inglesi, fuggiti da un campo di prigionia dopo l’armistizio. Divisi tra la paura delle ritorsioni ed il senso di umanità, gli abitanti del borgo decidono di nasconderli e di occuparsi del loro sostentamento. La presenza di uomini giovani è un elemento di scompiglio anche tra le ragazze, in particolare Lucia, che è arrivata agli sgoccioli della gioventù ed ha necessità di maritarsi in tempi brevi.

Tra Lucia e uno dei soldati, Micheal, nasce un sentimento che, sotto lo sguardo vigile e consensuale della famiglia, porterà al matrimonio. Per i due giovani ci sono brevi attimi di serenità prima che gli inglesi si uniscano ad una brigata partigiana nel tentativo di ricongiungersi al loro esercito. Durante il viaggio Micheal sarà ucciso per mano di un tedesco.
A distanza di 7 anni dalla fine della guerra ritroviamo Lucia, che ha trovato nella vedovanza una libertà che le altre donne del borgo non vivono, e Capriele che, spaventato dai rapidi cambiamenti che vede attorno a sé, vorrebbe rimanere nello scorrere lento del tempo del borgo.



"LITTLE ITALIA", incipit  
LA GRAZIA
1947 settembre 
SANTUARIO DI SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA 

Tutto il corpo era coperto dalla tonaca nera. Non era neanche sicuro che ci fosse qualcosa sotto quella tonaca. Steso nella teca, di San Gabriele si vedevano solo la faccia bianca e smunta e le mani intrecciate sul petto. Aveva un’aria sofferente anche da morto. La mamma diceva che i morti si riposano, ma il suo sembrava un brutto riposo, di quelli che fai quando sei talmente stanco che continui a girarti sul saccone, con le barbe delle marrocche che ti pizzicano le gambe, il rumore delle foglie che ti risuona nella testa. Li diasill rimbombavano nella chiesa, ognuno portava il suo ritmo «Santa Maria madre di Dio… si incarnò nel seno della Vergine… piena di grazia», il rumore di un enorme alveare dopo che gli hai tirato le pietre per farlo cadere giù. I Padri Passionisti avevano bruciato almeno due turiboli di incenso, il fumo invadeva la chiesa senza riuscire a coprire l’afrore dei corpi delle donne dopo una notte intera a camminare e cantare, con i figli più piccoli in braccio e quelli più grandi da tenere svegli a calcioni. Capriele ne aveva presi un paio e l’ultimo l’aveva mandato lungo, che sulle pietre quasi ci si addormentava invece di svegliarsi. Poi la mamma lo aveva raccolto, un po’ strattonato e gli aveva allungato due sciuscelle di carrube, il masticare e quel poco di zucchero lo avrebbero tenuto sveglio. Ma lui non voleva stare sveglio, voleva buttarsi sull’erba dove era scesa la guazza, voleva riposare le gambe. Il pomeriggio prima della partenza non era andato a dormire e adesso rimpiangeva la fuga al fiume, che le rane neanche c’erano cadute nelle trappole che aveva preparato con Minanzio. Perché non poteva salire sul carro che seguiva la colonna di pellegrini? quello dove Midiuccio lo sciangato stava bello comodo, quello dove a turno salivano le donne prene, che la pancia pesava.


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