Lunedi, 13/05/2013 - Susanna Pietra è la (giovane) responsabile dell'ufficio 8 per mille, l'organismo che organizza tutto il lavoro connesso alla verifica dei progetti, da quando arrivano fino alle verifiche in corso d'opera. Con lei scopriamo l'iter che seguono i progetti nella fase di selazione e, successivamente, nella realizzazione.
Come è organizzato il vostro ufficio e il lavoro che svolgete?
L’architettura procedurale delle nostre attività prevede l’istruttoria formale dei progetti (quest’anno ne abbiamo ricevuti 1200) da parte dell’Ufficio e il successivo esame di merito da parte dei valutatori, una Commissione di esperti volontari nominati dalla Tavola valdese e presieduta dal Moderatore. Nel corso di due sessioni di lavoro, una che riguarda i progetti per l’Italia e l’altra l’estero, i pareri individuali diventano collettivi dopo accurate discussioni, che non possono prescindere dal limite delle risorse disponibili e dai settori d’intervento che i valdesi hanno scelto attraverso la loro Intesa con lo Stato: un impegno di legge il cui dato più espressivo è che nemmeno un euro deve essere destinato alle attività di culto. La ripartizione dei fondi viene poi approvata dalla Tavola, ma è il Sinodo, la massima autorità della Chiesa, che attraverso i deputati delle chiese e la rappresentanza dei pastori, appone il sigillo finale e fa diventare operative le decisioni che si sono formate in questo iter lungo circa otto mesi. In settembre partono sia le lettere che annunciano i finanziamenti sia quelle che spiegano perché si è ritenuto opportuno respingere una richiesta. E’ bene rilevare però che in pochissimi giorni impegniamo tutti i fondi che nel giugno di ogni anno l’Agenzia delle Entrate versa sul nostro conto. Poi si entra nel vivo dell’esecuzione dei progetti. Potete immaginare il numero pazzesco di telefonate e mail che partono e arrivano dal nostro ufficio. Le migliaia di bonifici bancari che sono effettuati e che giungono in ogni parte del mondo. L’esame dei documenti contabili che in tutte le lingue ci piovono da ogni continente e che sono la premessa indispensabile per ogni erogazione. Le centinaia di persone che riceviamo e l’immane quantità di “carte “ che raccogliamo e conserviamo per le necessarie verifiche. Verifiche documentali, ma non solo. Ad esempio, in Africa e in America latina abbiamo dei “controllori” sul campo che con i loro occhi vedono cosa è fatto con i soldi degli Italiani. Ecco, questa macchina va avanti piuttosto speditamente con il contributo stabile di Alessia (progetti Italia), Jennifer (progetti estero), Paola (gestione finanziaria) e mio personale, che curo anche i rapporti istituzionali e le relazioni con l’estero, e con la collaborazione periodica di colleghi e colleghe che ci supportano preziosamente nei periodi di maggior lavoro. Siamo in poche ma preparate, con la vocazione al servizio e con la passione per il lavoro ben fatto.
Come valuta la particolare attenzione che la Tavola Valdese sembra avere per le donne e per i giovani, considerando che sono i soggetti ai quali più spesso è destinata l'attenzione delle varie Campagne?
Le nostre campagne a sostegno dell’ottopermille sono “umane” e non pubblicitarie. Di volta in volta vogliamo porre l’accento su un’emergenza sociale per sollecitare soluzioni e cambiamenti culturali in una prospettiva di valorizzazione di donne e uomini, giovani e anziani, italiani e immigrati. Per rendere il nostro Paese più giusto, più bello e accogliente. Così, ad esempio, da sempre finanziamo centri antiviolenza, cooperative per il lavoro femminile, progetti per la tutela della salute, associazioni per il sostegno famigliare in presenza di anziani, malati gravi, handicappati. Oppure, progetti che riguardano i giovani o che i giovani stessi promuovono sia in Italia sia all’estero nel campo dello studio, della formazione della cura o dell’assistenza e in particolari casi di recupero attraverso la musica e lo sport. L’elenco potrebbe continuare e chi volesse saperne di più, può consultare il nostro sito www.ottopermillevaldese.org. Il nostro lavoro è quindi piuttosto complicato sia nella sua filosofia sia nell’esecuzione quotidiana. Cerchiamo di amministrare i soldi che i contribuenti hanno deciso di affidarci con tanto cuore e altrettanto rigore, sia nell’assegnazione dei fondi sia nella loro rendicontazione. Pur gestendo soldi pubblici, non siamo un’amministrazione pubblica, come nemmeno una ong o una fondazione filantropica. E’ evidente, ma vale la pena ribadirlo. Siamo un braccio operativo della Chiesa valdese: agiamo ”laicamente” perché siamo cristiani senza aggettivi. Questa è l’essenza del nostro impegno, forse un paradosso per molti italiani, ma sicuramente una garanzia per chi ci sostiene e per chi riceve i nostri contributi senza discriminazione di appartenenza. Cerchiamo solo di finanziare, o co-finanziare, progetti che siano validi, poco costosi, innovativi ed efficaci: nell’interesse di tutti e avendo davanti a noi il volto di chi soffre. E molto spesso riusciamo a tenere viva la speranza che un mondo migliore sia possibile.
Qual è secondo lei l'argomento che maggiormente convince i contribuenti ad affidare a voi l'8 per mille dell'Irpef?
Io credo che ce ne siano tanti. Sicuramente, la rendicontazione delle spese delle modalità nell’uso delle risorse ottenute. Fin dall’inizio i valdesi hanno fatto una scelta di trasparenza: hanno specificato in quali ambiti avrebbero utilizzato i fondi ottenuti, come sarebbero stati ripartiti tra Italia ed estero e soprattutto che non sarebbero stati utilizzati per le attività di culto, ad esempio per il mantenimento dei pastori. Ma l’arma vincente è stata la pubblicazione sui principali quotidiani e in internet del resoconto dei soldi impegnati e spesi per ogni singolo progetto, con l’indicazione dei suoi contenuti e di chi lo ha proposto. Un merito che ci ha riconosciuto anche la Commissione paritetica della Presidenza del Consiglio, che si è ufficialmente congratulata per il dettaglio dei rendiconti presentati.
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