Un ricordo di Alda Grimaldi, prima regista della televisione italiana
Attrice radiofonica e annunciatrice per la TV sperimentale, firmò il primo contratto in assoluto con la nascente televisione di Stato come regista e autrice. È morta il 28 dicembre scorso a Torino
Domenica, 07/01/2024 - Alda Dada Grimaldi è morta a Torino a 104 anni compiuti. È stata la prima regista della televisione italiana. Nata nel 1919 a Sampierdarena, comune autonomo diventato nel 1926 un quartiere di Genova, nel 1955 vince un concorso in Rai ed una borsa di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove conosce, tra gli altri, Giuseppe De Santis e Michelangelo Antonioni.
Ha firmato programmi come “Settenote”, “Giovanna”, “La Nonna del Corsaro Nero”, “Scaramacai”, “Voci della sera”, “Il gioco dei mestieri”.
Si occupa anche di doppiaggio. Nel 1957 le viene assegnato il premio Saint-Vincent per il giornalismo. Sposa il medico torinese Giovanni Rubino, morto nel 1997.
Nella sua ultima intervista al settimanale Oggi, la regista afferma: «Sono stata fortunata, perché con lui ho trovato l’amore per sempre. Stavo girando un film alla Fert di Torino (sorta nel 1919, è stata tra le più note case cinematografiche torinesi, ndr). Un amico mi porta questo ragazzo: 'Vuole conoscerti, te lo presento'. S’infila in camerino, parliamo un po’ e mi dice: 'Signorina, lei crede nell’amore a prima vista?'. Io lo guardo e gli rispondo: 'Sì!'. E me lo sono sposato. Lui faceva il medico, io tutto un altro mestiere. Ero sempre in giro, e questo era un modo bellissimo di portare avanti un matrimonio. E infatti è andata benissimo. Giovanni era bravo e attento, perché sapeva perfettamente che potevo avere mille occasioni, però fortunatamente avevamo gli stessi gusti: eravamo lettori scatenati e viaggiatori instancabili. Sono stata sposata con lui 50 anni prima che morisse».
Donna colta, affascinante e carismatica, con una professionalità che le veniva da una lunga gavetta, Alda Grimaldi è stata amica di scrittrici e scrittori, artisti e intellettuali.
È stata una delle ultime persone ad aver visto lo scrittore Cesare Pavese prima del suicidio, che ebbe luogo in una camera d’albero a Torino nel 1950. Raccontò al Manifesto di averlo incontrato «il giorno prima che morisse».
«Andammo in piscina insieme e la cosa che mi colpì fu che nuotava, come posso dire? Furiosamente. Ci separammo nel pomeriggio. Io avevo un appuntamento dal dentista per poi rivederci la sera. Lui ci invitò all’Hotel Roma e mi fece trovare una torta per il mio compleanno col mio nome scritto sopra. “Viva Dada”. Era come sempre, di buon umore. L’unica cosa che disse e che mi allarmò un poco fu: debbo arrivare vivo a domenica…».
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