Un documentario per ricordare Ossi Czinner e per salvare Villa Antonini a Saciletto di Ruda
Ossi Czinner fu figura controversa di artista mitteleuropea. E' morta pressoché dimenticata nel 2014 a Saciletto di Ruda. Villa Antonini, a lei appartenuta, ha bisogno di urgenti lavori di recupero
Giovedi, 05/10/2023 - La storia di una grande artista dimenticata e della sua villa in rovina. A cinque anni dalla scomparsa dell’artista di fama internazionale Ossi Czinner, un documentario che la ricorda e che è stato proiettato al pubblico nel 2019 è ora disponibile in versione integrale su Youtube. OSSI CZINNER - artista, grafica e scultrice mitteleuropea" del regista Piero Tomaselli, è stato prodotto dall'Associazione Cervignano Nostra con l’intento di far conoscere meglio la figura di questa donna, che aveva vissuto tra Vienna e Roma ed aveva deciso di passare buona parte della sua vita in un piccolo comune della bassa friulana, a Saciletto di Ruda, dove si era installata con il suo compagno a Villa Antonini Belgrado, fondandovi il “Centro internazionale di grafica”.
La Villa è la prima in stile palladiano che sia stata edificata nella bassa friulana. Nata nel 1924 a Vienna da Max Czinner, un ricco banchiere ebreo di origine ungherese e da Leopoldina, una colta nobildonna austrica, Ossi Czinner era anche nipote del grande regista espressionista Paul Czinner. I suoi genitori si trasferirono a Trieste, per motivi di lavoro legati alla professione del padre. Ossi e sua sorella furono mandate a studiare nel collegio più esclusivo della città, Notre Dame de Sion, dove apprendevano la lingua francese, il ricamo, l’arte di ricevere e tutte quelle nozioni utili alla futura sposa e madre di famiglia.
Mentre la sorella Greta frequenterà l’Università Ca’ Foscari a Venezia, Ossi consegue a fatica il diploma di maestra, ma sa già che non insegnerà. Si sente già molto portata per la scultura. Dotata di molto talento artistico, diventa allieva dello scultore udinese Marcello Mascherini e, proprio tramite lui, conosce il pittore Federico Righi, che per trent’anni diventerà il suo compagno di vita. I genitori di Ossi, nella speranza di spezzare il legame sentimentale tra la figlia ed un uomo maturo, già padre di due figli, la inviano a Roma, dove ella avrebbe potuto guadagnarsi da vivere facendo l’artista. Bella e dotata di forte personalità, Ossi non passa inosservata. Pare che nel periodo romano Guttuso le facesse la corte e l’attore Gian Maria Volonté le abbia addirittura fatto una dichiarazione di matrimonio. Si racconta anche che il regista Pietro Germi le abbia lasciato un biglietto in quanto, per la bellezza del suo viso, gli sarebbe interessata per uno dei suoi film.
Le cose non vanno nel mondo sperato dai genitori di Ossi. Per amore, Righi lascia la sua famiglia e la raggiunge a Roma, dove insieme vivono un periodo felice anche dal punto di vista lavorativo. Poi, insieme, decidono di trasferirsi a Saciletto di Ruda, in provincia di Udine, nella cinquecentesca villa dove condivideranno arte e amore. In essa espongono artisti del calibro di Chagall, Picasso, Mirò, Pizzinato e molti altri. Ossi ricorda con particolare affetto l’amicizia di De Chirico, della quale “si sentiva onorata”. Il rapporto con Righi entra quindi in crisi, una parte della villa viene venduta e Ossi passa gli ultimi anni in completa solitudine, alle prese con difficoltà motorie, debiti e cause legali. Gli abitanti del posto la ricordano con l’eterna sigaretta fra le dita e dedita a cibarsi di omogeneizzati, perché, avendo perso la cuoca, non aveva voglia di farsi da mangiare.
Villa Antonini è appartenuta ad una delle famiglie più potenti del posto. Gli Antonini che avevano costruito la villa, erano anche proprietari del castello di Saciletto e prima ancora di diversi palazzi nella città di Udine, uno dei quali progettato dal Palladio.
Il grande parco che la circonda non versa in buone condizione e da esso sono scomparse le colonne sulle quali sorgevano le statue degli Antonini. Alla metà dell’Ottocento la villa passa alla famiglia Braida, industriali nel settore delle raffinerie. Non avendo l’ultimo Braida lasciato eredi, dona la villa alla governante, finché la proprietà, nel 1969, viene acquistata da Rosetta Ossi Czinner. Oggi gli abitanti della zona sperano di salvare Villa Antonini dal degrado strutturale che la interessa, nonché di rendere onore a due artisti che nella loro vita non hanno avuto il riconoscimento culturale che avrebbero meritato. Lo scopo del documentario è, appunto, quello di salvare Villa Antonini, una struttura bellissima e dalle grandi potenzialità, nonché di ricordare una donna che con la sua opera ha dato tanto lustro a Saciletto e che si è spenta nel 2014, tra la completa indifferenza del mondo dell’arte.
Il documentario è stato girato da Marco Iacobelli. Musica: Pierpaolo Grego. Regia di Piero Tomaselli, docente di storia e filosofia, sceneggiatore e regista. Con l’amichevole partecipazione di Francesca Agostinelli, Carlo Scala, Michele Dissabo, Franco Lenarduzzi Melania Lunazzi, Stefano Perini e Adriana Miceu. Il documentario è stato realizzato con il sostegno del Comune di Ruda.
Lascia un Commento