Ti racconto l’unicità: storia di una bambina invisibile a Fragagnano (Ta) con Alessia Nobile
Lei è Alessia Nobile, attivista trans per i diritti civili, una sorridente donna barese che ha pubblicato il libro autobiografico La bambina invisibile
Domenica, 17/12/2023 - È il 15 dicembre e l’aria già punge e odora di Natale. Ci avviamo tra le viuzze contorte di Fragagnano per arrivare alla sala consiliare e accogliere una bambina che è diventata grande e che finalmente può gridare: non sono invisibile. Lei è Alessia Nobile, attivista trans per i diritti civili, una sorridente donna barese che ha pubblicato il libro autobiografico 'La bambina invisibile' (Castelvecchi). Chi scrive era presente insieme all’amica Vitaliana che si interessava del settore fotografico della serata; ero stata invitata dall’assessora Serena Bisanti e dai suoi adorati genitori a interpretare il brano Prendila così di Lucio Battisti. Interpretare è proprio la parola giusta: del brano mi interessava la musica soft, col sassofono che nel bel mezzo ti porta ad assaporare le parole del testo:
Prendila così Non possiamo farne un dramma
Conoscevi già, hai detto
I problemi miei di donna…
E infatti i problemi di una piccola donna chiusa in un corpo maschile Alessia li teneva chiusi per sé, nel suo cuore, come una spina che fa male. Tutti i racconti non raccontati sono una spina che fa male, o si tratti di racconti di donne maltrattate o di chiunque che si vede negato il diritto di essere se stesso/a. Alessia quando ha preso la parola ha spiegato che tutto è stato difficile nel suo percorso.
Il rifiuto prima e poi l’accettazione della famiglia.
Ma l’accettazione non basta, dice Alessia, bisogna andare oltre e bisogna arrivare all’abbraccio, all’accoglienza, quella forza magica che ci fa dire che io ho bisogno di te e tu di me, che abbiamo bisogno per vivere di arricchirci dei nostri talenti, offrendo e ricevendo.
Alessia continua a raccontare e dice che questo abbraccio lo ha cercato in Seminario, entrando in Seminario; cercava probabilmente nella parola “misericordia” quell’abbraccio, dato che in ebraico misericordia significa “viscere materne”, come a dire che qualunque cosa succeda io non mi dimenticherò di te. Anche in Latino il significato è interessante: avverto la pietas e ti offro il mio cuore. Anzi viaggiamo insieme fondendo i nostri cuori.
La mia seconda scelta musicale non è stata casuale, e scusate la rima. Si tratta de L’astronave che arriva di Sergio Caputo. A parte la bellezza del calembour che col suo gioco di parole va a inserire nel testo difficilissimo e velocissimo l’omofonia, parole che si scrivono allo stesso modo ma che hanno un significato diverso, a parte il divertimento assicurato da montagne russe, la scelta è arrivata quando ho capito che quell’astronave rappresentava l’utopia, il coraggio di rompere gli schemi e di iniziare un viaggio vero, quello che noi vogliamo veramente. Ma quando arriviamo a capire tutto questo l’astronave è già partita senza di noi. Per questo la protagonista del libro “La bambina invisibile” ha rotto il vetro ed è uscita da quella campana che la teneva prigioniera. Le sue amiche, e ne aveva tante, sono sparite, hanno avuto paura di quella scelta straordinaria. Ma non importa, Alessia ne ha trovati di altri di AMICI nella sua strada, nel suo viaggio.
La serata si è conclusa con il saluto dell’amico sindaco Giuseppe Fischetti, della Proloco, del gruppo Ipazia, con gli interventi e domande del pubblico, senza dimenticare l’eccellente lavoro di chi ha moderato le 2 ore di interventi e testimonianze: Luigi Pignatelli. E al sipario, le note della canzone: E l’astronave che arriva
vira e ammira
il panorama che c’è quaggiù.
Saluta un arcobaleno
su nel cielo, poi
spicca in direzione Malibù.
E tutto il genere umano a un palmo di naso
tutti a chiedersi dove va?
Bon Voyage, Bon Voyage!
Elena Manigrasso
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