Domenica, 26/02/2023 - Allieva, tra altri, di Robert Lowell, passato alla storia come il padre della poesia confessionale – anche se lui non accettò mai tale definizione – insieme con Anne Sexton, pure lei fece parte, anche se non solo, nella sua tormentata esistenza, della stessa corrente.
Molto vero ciò che scrisse di lei la stessa Sexton: A woman who writes feels too much - Una donna che scrive sente troppo.
Ma per ricordarla, si son qui scelti due ‘excerpta’, due piccoli passi da sue liriche, molto significativi.
Un modo per non dimenticare di tener a mente molte grandi Autrici di un passato relativamente recente che la banalità della vita quotidiana tende a farci continuamente confinare nell’oblìo.
(...) Am the arrow,
The dew that flies
Suicidal, at one with the drive
Into the red
Eye, the cauldron of morning.
(...) Son la freccia,
la rugiada suicida che
nel suo intento si unisce volando
al rosso Occhio,
lo scrigno del mattino.
(Excerptum dalla lirica "Ariel" – 27 ottobre 1962, l'ultimo compleanno - trad. mcns)
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(...) It is more natural to me, lying down.
Then the sky and I are in open conversation,
And I shall be useful when I lie down finally:
Then the trees may touch me for once, and the flowers have time for me.
(...) Più naturale per me, il giacere distesa.
Così il cielo ed io parliamo più liberamente,
e sarò utile quando giacerò per sempre:
allora sì che gli alberi mi sfioreranno per una volta, ed i fiori avran tempo per me.
(Excerptum da: “Crossing the Water: Transitional Poems”, Edited by Ted Hughes, New York: Harper, 1971 - trad. mcns)
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(...) Dying
Is an art, like everything else. (...)
(...) Morire è un'arte,
come qualsiasi altra cosa (...)
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