Storia di Lucie Coutaz, la cofondatrice di Emmaus nel film L'Abbé Pierre - Une vie de combats
Per 43 anni fu il braccio destro dell’Abbé Pierre, il prete dei poveri nella Francia del dopoguerra. militante di sinistra e fervente cattolica, miracolata, assistente parlamentare, amministratrice e molto altro...
Venerdi, 05/01/2024 - In queste settimane nelle sale cinematografiche francesi viene proiettato un film molto bello e toccante sulla vita dell’Abbé Pierre, figura di mitico religioso che dedicò tutta la sua vita ai più poveri tra i poveri, fondando nel 1949 la comunità di Emmaus, destinata a dar loro riparo e ascolto.
Il film, diretto da Frédéric Tellier, si intitola “L'Abbé Pierre - Une vie de combats”. Ne sono interpreti magistrali Emmanuelle Bercot e Benjamin Lavernhe. Ma, se la figura del fondatore di Emmaus è ormai un’icona nota al grande pubblico, quella di Lucie Coutaz, che fu la cofondatrice di Emmaus, è ancora poco conosciuta, in quanto rimasta per un quarantennio all’ombra dell’abate. Lo è a tal punto che Emmanuelle Bercot, l’attrice che la interpreta con straordinaria bravura, in una intervista ha dichiarato: «È pazzesco che questa donna sia rimasta anonima» (www.femina.fr/article/emmanuelle-bercot-met-en-lumiere-lucie-coutaz-la-femme-de-l-ombre-de-l-abbe-pierre-c-est-fou-que-cette-femme-soit-restee-anonyme). Lo stesso abate diceva che senza di lei, Emmaus non sarebbe mai esistita. E, di lei, diceva anche: «Fatta per comandare, chi più di lei sapeva essere una serva ogni giorno».
Nata nel 1899 e morta nel 1982, Lucie Coutaz conobbe Henri Grouès a Lione durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu proprio lei a ribattezzarlo Abbé Pierre, il nome con il quale è conosciuto ancora oggi. Il religioso era alla ricerca di documenti falsi per far passare dalla Francia alla Svizzera degli Ebrei venuti a bussare alla porta del suo presbiterio a Grénoble al momento dei rastrellamenti. Nel 1943 la donna accettò di proteggere Henry Grouès (alias Abbé Pierre) dalla Gestapo, e questo diede inizio a una relazione (del tutto casta) che sarebbe durata per oltre quarant'anni. L'abate si rifugiò in Nord Africa, ma tornò dopo la guerra per cercarla. Ora era elemosiniere della "Maison du Marin" di Parigi e le chiese di accompagnarlo. Sebbene riluttante a lasciare Grenoble, Lucie accettò. Le attività politiche dell’Abbé occupavano così tanto del suo tempo che lei pensò addirittura di andarsene.
Nel 1945, Lucie fu insignita della Croce di Guerra con la stella di bronzo e dopo la guerra continuò a lavorare come segretaria dell'abate Pierre, divenendo nota come "Madre Coutaz" dalle persone bisognose che visitavano i suoi uffici. La donna era nota anche come "Lucia il Terrore", "La Torre di Controllo" e persino "Il Drago", per via dell’energica gestione amministrativa della comunità Emmaus, che richiedeva grandi sforzi ed un costante impegno. Lei lo faceva con grande autorevolezza e forza fisica. In realtà, Lucie Coutaz, oltre ad essere dotata di uno spirito da leader e di un grande spessore umano, possedeva anche il senso di accoglienza e perfino di una certa timidezza che emerge dalla dolcezza del suo sorriso che emerge da molte sue foto. L’ultimo segretario dell’abate, Laurent Desmard, ha confidato all’attrice Emmanuelle Bercot che la Coutaz era rimasta molto ferita dall'interpretazione del suo personaggio nel film “Les Chiffonniers d'Emmaüs”, uscito nel 1955. In questo film era ritratta come una donna rigida, scontrosa e autoritaria, invece le due doti manageriali si coniugavano con una grande gentilezza verso il prossimo.
Nata a Grenoble, a 16 anni Lucie fu colpita da una paralisi causata dal morbo di Pott, da cui guarì dopo un pellegrinaggio a Lourdes nel 1921. La sua guarigione "miracolosa", secondo lei, non fu riconosciuta ufficialmente perché, quando ella guarì, il suo medico curante non volle testimoniare davanti alla commissione incaricata dell'inchiesta che era stata condannata.
Dopo aver completato la formazione di segretaria, divenne assistente sociale e leader sindacale nella Confederazione francese dei lavoratori cristiani. L'ufficio informazioni in cui lavorava fu usato come copertura dalla Resistenza francese.
Nella comunità di Emmaus, la donna ebbe incarichi sempre più importanti, arrivando a gestire in maniera completa tutti gli aspetti amministrativi. All'età di 82 anni fu nuovamente colpita da una paralisi. Morì nell'appartamento dell'Abbé Pierre, vegliata da lui e dal suo segretario e fotografo, Roger Dick. Tra le sue ultime parole ci fu: "Maintenant, mission accomplie" (Ora, missione compiuta).
Il suo libro, “40 ans avec l'Abbé Pierre”, è stato pubblicato nel 1988. È sepolta vicino all'abate (morto nel 2007) nel villaggio di Esteville, sua antica dimora.
Oggi a Grenoble, sua città di origine, le è dedicato un laboratorio di reinserimento, che impiega donne straniere nella raccolta, pulitura e rivendita di abiti a prezzi che vanno dai 5 ai 15 euro (www.francebleu.fr/infos/economie-social/la-grenobloise-lucie-coutaz-co-fondatrice-d-emmaues-donne-son-nom-au-nouvel-atelier-d-insertion-du-mouvement-8557150). In occasione dell’uscita del film, diversi canali francesi le hanno dedicato dei documentari.
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