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Scuola chiama Carcere: nonèmaitroppotardi2020  - di Ivana d'Amore

Scuola chiama Carcere: nonèmaitroppotardi2020 - di Ivana d'Amore

Dall'Emilia Romagna durante il lockdown è partito il programma di video-lezioni nelle carceri, che è stato attuato anche nel carcere di Velletri, che diventa un'eccellenza del Lazio

Domenica, 31/05/2020 - La grandezza di una vita non si
misura dal luogo in cui si è svolta.
Don Lorenzo Milani



Il 26 marzo 2020, in una Circolare del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) si dispone la sospensione dei colloqui tra detenuti e familiari: troppo alto il rischio di contagi dal nuovo Covid-19. Vengono sospese le attività scolastiche, gli ingressi dei volontari, le attività sportive e la formazione professionale: insomma, tutto quello che a fatica, e in parte, riempie il grigio quotidiano detentivo. La paura dei contagi cresce, vengono fermate tutte le attività produttive anche all'esterno del mondo carcerario.
Ma la Scuola Italiana di ogni ordine e grado non si ferma. Diventa il cuore pulsante della nostra società che non vuole arrendersi al contagio del corona virus. È un esercito di migliaia di insegnanti che accettano una nuova sfida: passare dall'insegnamento frontale a quello a distanza tramite l'utilizzo di piattaforme on-line. In questa battaglia vengono coinvolti gli stessi studenti e le loro famiglie. Tutti concorrono, anche se con tanti sacrifici, difficoltà ed incertezze, ad un obiettivo comune: andare avanti ad ogni costo per terminare in modo dignitoso l'anno scolastico 2019-2020.
Ad essi si aggiungono, con il permesso del Dipartimento dell' Amministrazione Penitenziaria, gli Istituti Scolastici all'interno delle carceri Italiane. Viene concesso l'uso di Skype e della posta elettronica per gli esami, le lezioni online con i docenti, e la corrispondenza via email con i familiari. Anche i detenuti entrano nel mondo digitale!
Si tratta di un'autentica rivoluzione culturale di enorme valore, che mette al centro la responsabilità della rieducazione. Il 27 aprile in Emilia Romagna, parte un programma di video-lezioni a distanza per la scuola in carcere, dove si lancia l'iniziativa #nonèmaitroppotardi2020.
Con la ripresa dei corsi scolastici in questa nuova modalità, si vuole dare attenzione e responsabilità ed assicurare il diritto all'eguaglianza per l'accesso alla conoscenza e nutrire una speranza di reinserimento nella società i detenuti.
Ed ecco che la nuova sfida è accolta con entusiasmo anche dal Lazzaria, il carcere di Velletri che ospita un'alta percentuale di detenuti provenienti da Anzio, Nettuno e dalle zone limitrofe, ed è per questo motivo che è anche detto il carcere del nostro territorio. Diventando, in questo momento di emergenza, un modello regionale. Un fiore all'occhiello non solo per l'intera comunità carceraria Italiana, ma per tutto il nostro Territorio. Una bella storia fatta di collaborazione tra le parti istituzionali, ossia tra scuola e carcere. Tra volenterosi insegnanti, come ad esempio la giovane prof. ssa di chimica Maria Spoto, insegnante dell'istituto agrario, la collaborazione dei volontari dell'associazione VOL.A.RE. e di tutto il personale del carcere, a partire dal direttore, al capo dell'area educativa, all'ispettore dell'area trattamentale (referente informatico). In breve, un processo di trasformazione porta a qualcosa di inatteso e sorprendente: per la prima volta il carcere è al passo con i tempi!
Si parte con l'allestimento di due sale, una con computer portatili, con monitor e telecamere incorporate e microfoni per agevolare i colloqui tra detenuti e le loro famiglie tramite skype; un'altra sala viene attrezzata all'interno di una sezione del carcere per svolgere video lezioni a distanza su piattaforma Jitsi, rivolte ad una decina di studenti del V anno dell'Istituto Agrario “Cesare Battisti” con pc, webcam, e microfoni. Purtroppo, per mancanza di computer, restano esclusi da ogni attività i “protetti”. Ma la situazione è in continuo divenire: cambia quando arriva l'elogio del Provveditorato del Ministero della Giustizia del Lazio. L'Istituto Penitenziario di Velletri riceve elogi per l'eccellenza dimostrata nello svolgimento della didattica a distanza.
In questa occasione, il Provveditorato del Ministero della Giustizia dona 11 cellulari con 100 Gb, per agevolare i colloqui tra i detenuti ed i famigliari, e per poter utilizzare qualche telefonino come router per i computer, per la didattica a distanza. Ad essi si affiancano le donazioni del CPIA (centro permanente di Istruzione degli adulti) e dell'istituto Agrario. La proficua collaborazione tra le parti Istituzionali consente, in tempi brevi, il potenziamento e l'allestimento di nuove aule sia per lo svolgimento della didattica a distanza sia per i colloqui tra detenuti e le loro famiglie, e con l'area trattamentale.
Anche per noi, società civile, questo avvenimento dimostra, seppure in condizioni impossibili, quanto possono fare uomini e donne che amano e lavorano per gli altri. Non importa se il Lazzaria di Velletri è un carcere di periferia, o di quanti siano gli effettivi agenti di polizia penitenziaria, di personale amministrativo, di educatori e di quanti invece ce ne dovrebbero essere.
Come Don Milani scrisse a sua madre: “la grandezza di una vita non si misura dal luogo in cui si è svolta”.

Ivana d'Amore, Associazione Vol.A.Re.

(pubblicato sul settimanale “Il Granchio” in edicola da sabato 16 maggio 2020)

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