Salute per tutti. Una storia da ripercorrere con il libro di Chiara Giorgi
Universalismo, interdipendenza, prevenzione, territorialità... : alcune delle parole chiave del libro "Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi" (Laterza, 2024) che sarà presentato il 5 dicembre a Roma
Giovedi, 28/11/2024 - Il libro "Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi" (Laterza, 2024) di Chiara Giorgi ripercorre la storia del servizio sanitario universale del nostro Paese.
«La lunga storia della salute in Italia è stata segnata da fenomeni contraddittori: il grave ritardo nello sviluppo dei servizi sanitari, la radicalità delle spinte che portarono alla riforma del 1978, la successiva erosione della sanità pubblica e di quel modello di cura, il persistere di buoni risultati in più ambiti della salute della popolazione. Il grande salto che si compì negli anni Settanta (…) fu possibile grazie a una visione comune della salute e della cura e a una politica di alleanze che consentì la realizzazione del SSN. Furono essenziali le convergenze tra soggetti sociali e politici diversi, il dialogo tra competenze scientifiche individuali e movimenti collettivi, le molteplici mobilitazioni attorno alla salute» (pp. 285-86).
Riprendere i nodi di tale storia risulta oggi urgente: per rinnovare una riflessione politica sulla salute e per rimettere la salute al centro del cambiamento sociale. Una visione sistemica della sanità, da non relegare a un ambito specialistico (p. 8). Farlo richiede di unire la dimensione individuale a quella collettiva, di mettere a tema l’interdipendenza reciproca, la relazione (p. 3), la solidarietà. Farlo richiede di guardare «ai modelli organizzativi e agli assetti istituzionali» in un impegno teorico e pratico collettivo per rendere effettiva una salute per tutti.
Del resto, l’autrice – professoressa di Storia contemporanea alla Sapienza e, tra le altre, fondatrice del Laboratorio su salute e sanità (Laboss) – chiarisce sin dall’inizio le ragioni del titolo (pp. 3-4), specificando anche che con "Salute per tutti" intende salute per tutte le persone, tenendo conto delle condizioni singolari di ciascuna, seguendo i principi dell’universalismo, che garantisce uguaglianza, non come standardizzazione ma come accesso a possibilità di liberazione individuali e collettive.
La pandemia da Covid-19 «nella sua drammatica e feroce pedagogia, dovrebbe aver insegnato almeno una cosa la salute o è per tutti o non è per nessuno» (p. 287); il Covid-19 ha mostrato la necessità di un cambio di rotta per far fronte alla crisi economica, sanitaria e sociale: a fronte del depotenziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN) che ha caratterizzato l’Italia a partire dagli anni '80 del Novecento con tagli alla spesa pubblica nel settore socio-sanitario, privatizzazione dei servizi e mercificazione della cura, è affiorata la necessità di una diversa strategia pubblica. Ne sono testimonianza, ad esempio, le recenti misure inserite nella missione 6 del PNRR, finalizzate a compensare le lacune di un approccio sanitario carente nei servizi territoriali e nelle cure primarie, nella stessa capacità di programmazione dei servizi socio-sanitari. Si è diffusa la consapevolezza dell’indispensabilità di figure professionali come il/la medico/a di medicina generale e il/la infermiere/a di comunità, nonché del valore etico della prossimità nella relazione di cura con il/la paziente. Inoltre, la pandemia ha messo in luce la comune interdipendenza – tra le persone come con l’ambiente – e l’importanza di pratiche di cura condivise. Con il Covid-19 si sono “svelate” le disuguaglianze sociali e l’impatto dei determinanti economici, sociali e ambientali sulla salute delle persone.
Nonostante queste consapevolezze, le cose sono andate diversamente: la recente legge sull’autonomia differenziata mostra che è ancora necessario un impegno politico, sociale e scientifico per articolare una contronarrazione: ribadire l’importanza dell’universalismo in sanità, ridefinire le sinergie "tra centro e periferia", così come tra comune e pubblico. Insieme al rafforzamento di un welfare pubblico, universale e partecipato che risponda ai bisogni reali e che garantisca giustizia sociale.
Attraverso un ampio arco temporale, dal dopoguerra a oggi, il volume ricostruisce la storia della sanità tra locale e globale, ripercorrendo pratiche, progetti, riforme e politiche. Centrale sul lungo periodo è l’analisi del ruolo generativo di soggetti politici e sociali.
«Nella Resistenza, terreno di sperimentazione e premessa di rinnovamento sociale e culturale, si posero le basi per una nuova società e con essa di un nuovo ordinamento giuridico e istituzionale. Le Repubbliche partigiane e il Comitato di liberazione nazionale (CLN) cominciarono ad affrontare il problema di una riqualificazione dell’assetto sanitario del paese. (...) La centralità di un intervento pubblico al fine di garantire le condizioni essenziali di una vita in buona salute emerse fin dagli anni della Resistenza e della Costituente» (p. 25). È a partire da questa temperie culturale che l’art. 32 della Costituzione italiana definisce la salute come "fondamentale diritto dell'individuo e della collettività". Un diritto sociale e di libertà, il cui momento attuativo fu successivamente sostanziato con la legge n. 833, istitutrice del SSN, nel 1978. Essa fu possibile grazie a uno straordinario «fermento politico e sociale», a mobilitazioni e alleanze tra sindacati, partiti, movimenti, scienziati/e e cittadini/e. «L’assistenza psichiatrica, la salute delle donne, quella sul lavoro e quella ambientale furono oggetto di interventi riformatori di grande importanza e riguardarono la visione dei servizi pubblici e il modello di cura». Vi fu un rinnovamento dei saperi, una critica dei paradigmi scientifici tradizionali, che – insieme a quello straordinario fermento – conferirono un volto nuovo alle istituzioni. Sono questi alcuni dei nessi e delle esperienze passati da rinnovare nel presente.
Salute per tutti, una storia da ripercorrere, un percorso da riprendere. Una storia da ripercorrere per capirne l’importanza, conoscerne le conquiste, prima tra tutte il SSN, e scorgerne poi le discontinuità. Un percorso da riprendere per avviare un cambiamento oggi e per continuare a generare conflitti «sulle visioni politiche ed economiche, sulle pratiche sociali, sulle iniziative di solidarietà, sulla possibilità di socializzare i servizi fondamentali» (p. 287). Una storia da ripercorrere e un percorso da riprendere, per sentirsi parte di e interdipendenti con una storia collettiva. Per inverare il diritto alla salute, per tutti.
Il prossimo 5 dicembre dialogheranno con l’autrice: Luciana Castellina (già parlamentare italiana e europea), Michela Cicculli (consigliera comunale, Roma Capitale), Amedeo Ciaccheri (presidente VIII Municipio), Norma Felli (Università La Sapienza) e Francesco Raparelli (Università Roma Tre). La presentazione si tiene presso Moby Dick, Via Edgardo Ferrari, 3a
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