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Ruolo di manager della casa: una trappola culturale

Ruolo di manager della casa: una trappola culturale

Il libro di Emma "Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano" (Laterza)

Sabato, 08/05/2021 - Mi è capitato tra le mani questo libro incredibile che ho letto d’un fiato. Mi aveva attratto il titolo: Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano. Sembrava un innocuo e divertente libro di fumetti e invece…
L’autrice, Emma Clint, una blogger, fumettista, ingegnera informatica francese, con una forma chiara e diretta come il fumetto, con vignette essenziali ed efficaci, sgretola pagina dopo pagina, il castello millenario di pregiudizi legati al ruolo della donna. Concetti carichi di valore raccontati con un linguaggio colloquiale.
Bastava chiedere! Una frase che risuona nella mente di tutte le donne, chi di noi non ha mai sentito questa affermazione?
L’autrice nei dieci capitoli del libro entra nel labirinto dei doveri assoluti delle donne ereditati nei secoli. Entriamo con lei nel focolare domestico, nel mondo del lavoro, nella sfera sessuale, sociale ma anche nella violenza fisica e verbale. Ed ecco che il libro pagina dopo pagina con apparente leggerezza si trasforma in un manuale di istruzioni per decodificare gli stereotipi sedimentati nella nostra cultura. Ogni vignetta ci stimola ad osservare il nostro quotidiano con uno sguardo più consapevole. Nel vaso di Pandora della quotidianità, troviamo tutti gli infiniti automatismi che regolano la nostra vita. Nei dialoghi dei protagonisti troviamo il nostro mondo di relazioni.
“Quando un uomo si aspetta che sia la sua compagna a chiedergli di occuparsi delle faccende di casa - scrive l’autrice - significa che la considera già come la responsabile principale dei lavori domestici. Lei è la manager della gestione della casa e lui l’esecutore e quindi sta a lei sapere cosa c’è da fare e quando farlo. Il problema è che pianificare e organizzare, è di per sé, un lavoro a tempo pieno”.
L’autrice disegna in questo modo il cuore del problema, quello che lei definisce “il carico mentale delle donne”: dover sempre pensare a cosa c’è da fare, è un lavoro continuo, sfiancante ed invisibile.
Arriviamo al punto, i ruoli di manager della gestione della casa e di esecutore, non sono eredità genetiche, questi comportamenti non sono innati, sono il risultato di una società che nei millenni ha costruito questi modelli. Le donne nella cultura e nei media vengono rappresentare come mogli e madri e gli uomini sono protagonisti fuori delle mura domestiche. Questo porta le donne a pensare di essere naturalmente portate alla gestione della vita quotidiana perpetrando il modello ereditato dalle mamme e dalle nonne. Sono le responsabili della famiglia e della casa. Quando diventano madri la responsabilità raddoppia.
La trappola culturale è nel “naturalmente portate”, sebbene le donne siano sempre più presenti nel mondo del lavoro restano comunque le principali responsabili della famiglia e della casa.
Emma Clint a questo proposito aggiunge: “Naturalmente non c’è niente che ci obblighi a fare tutte queste cose, il problema è che quando ci fermiamo tutta la famiglia ne soffre. Per questo la maggior parte di noi si rassegna e si assume tutto il carico mentale, rosicchiando qua e là il tempo di lavoro e il tempo libero per riuscire a gestire tutto”. Facile! Basta organizzarsi, svegliarsi prima al mattino per organizzare la giornata prima di andare al lavoro e farsi aiutare da un’altra donna per le faccende domestiche.
Il filo rosso del libro è il carico mentale delle donne che in maniera subdola si diffonde in ogni ambito della loro vita. Questa è la verità che si nasconde nel quotidiano, può essere cambiata prima di tutto affrontando gli automatismi culturali che per troppo tempo abbiamo considerato genetici.
Nella grande maggioranza dei casi sono proprio le donne a mantenere inalterate le stesse dinamiche, nonostante i lamenti. Inoltre è fondamentale coinvolgere gli uomini in questo cammino perché la sfida appartiene ad entrambi, è in gioco l’equilibrio della coppia.Non ultima l’educazione fin dall’infanzia per riuscire ad avere uno sguardo diverso.
Ed infine quando una donna adotta un comportamento che non corrisponde alla tradizione millenaria ereditata, prima di giudicarla proviamo a seguire il suggerimento dell’autrice: “…provate a chiedervi se pensereste la stessa cosa di un uomo, è un modo efficace per adottare…uno sguardo diverso!”.

Marisa Paolucci

Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano
di Emma Clint, Laterza, 2020



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