Antoine de Saint-Exupéry in questa particolare biografia diventa una figura mitica caratterizzata da due anime, quella dell’aviatore e quella del romanziere
Romana Petri con Rubare la notte – edito da Mondadori e tra i dodici candidati al Premio Strega 2023 – permette di conoscere a fondo la vita dello scrittore e pilota Antoine de Saint-Exupéry.
Romana Petri racconta, romanza ed evoca la vita dello scrittore costruendo e decostruendo gli eventi che hanno segnato lo scorrere del tempo di Tonio. Della sua infanzia, della sua vita da ragazzo, dalla sua vita da adulto si sa poco.
È stato un aviatore nei cieli sopra Marsiglia durante la Seconda Guerra Mondiale. Non si conosce, però, quale fosse il rapporto tra aviazione e scrittura, che ha contraddistinto la sua esistenza, né la sua attrazione per il pericolo.
Con Rubare la notte la scrittrice racconta quanto finora era sconosciuto ai lettori italiani. Per fare ciò, l’autrice ‒ che già si è dedicata a ricostruire le vite di scrittori: Jack London nel libro Figlio del lupo, e Giorgio Manganelli in Cuore di furia ‒ usa in alcuni momenti la terza persona, in altri lettere immaginarie di Tonio alla adorata madre e a sua moglie, Consuelo. In questo modo l’autrice riesce a scavare a fondo nei pensieri e nei sentimenti di Saint-Exupéry, con una delicatezza che non permette al lettore di schierarsi o giudicare, ma soltanto di osservare la mente di quest’uomo.
«Lettere, madre mia. Montagne di parole che le persone attendono. E non pensiate che ne sia curioso, non ne aprirei una per nulla al mondo, finirebbe ogni incanto Io devo accumulare come ipotesi nella mia testa. Niente di più. E volare con loro […] Sapere che è una missione importante e che quelle lettere vanno recapitate a costo della vita», scrive l’autrice ad un certo punto.
Così, la scrittura di Petri si fa microscopio, che permette ai lettori di osservare da dentro l’anima di Tonio, con un procedimento estraneo alla biografia tradizionale: parte dai suoi stati d’animo, dal suo sentirsi sempre così curioso e diverso nell’infanzia, dal suo attaccamento emotivo al sé bambino, per ricostruirne poi le tappe della vita. E della maturità (lo scrittore muore a 44 anni, nel 1944).
Nelle pagine di Rubare la notte, Tonio diventa una figura mitica caratterizzata da due anime, quella dell’aviatore e quella del romanziere. Entrambe rimangono legate per tutta la vita, al punto che:nel 1934, alla voce “professione” sul passaporto fece scrivere “Aviatore”.
I suoi libri traggono materia dai viaggi aerei, e spesso nascono durante questi, da qualche appunto che Antoine abbozza mentre conduce il velivolo. Il bisogno di avventura, però, supera ogni ragionevole prudenza: «ritrovo me stesso solo quando sono in pericolo», scrive in una lettera alla madre. E la morte, quando arriva, è certamente qualcosa che lo scrittore francese presagisce. Precocemente.
Romana Petri racconta lo scrittore come un uomo che non riesce mai ad allontanare da sé la sua infanzia. Per questo forse, Tonio è un uomo costantemente malinconico. Incapace di assaporare le gioie della vita. Perché tutto, rispetto all’infanzia, gli appare come limitato e incompleto. Forse proprio per questo a lui la sorte ha concesso di raccontare, tra l’altro, il candore dell’infanzia, nel suo ultimo libro, Il piccolo principe.
L’ultimo libro, secondo l’autrice, nasce dal suo attaccamento viscerale all’infanzia, al sé bambino. Nel 1942, due anni prima di inabissarsi per sempre nel mare, con una scatola di acquarelli comincia a disegnare due personaggi che ha in testa da una vita: un pilota disperso nel deserto e un bambino, un ragazzino venuto da un altro pianeta e vestito da principe. «Tonio da grande e Tonio da piccolo», è il commento della madre. «Vorrei che il protagonista fosse un bambino che mi somiglia, un po’ quello che voi chiamavate Re Sole. Vi confesso che ho imparato a volare leggendo e scrivendo», si legge ad un certo punto.
Romana Petri, con la storia di Tonio, propone una visione completamente diversa del suo capolavoro che lo ha consegnato alla letteratura per sempre. E con questo l’autrice tramanda alla storia la vita del pilota letterato che amava scrivere in volo.
Di Antoine de Saint-Exupéry rimane «il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata» e l’invito a ricercare a riconoscere il bambino eterno dentro di noi».
Romana Petri, sgretolando le regole della biografia tradizionale, evoca oltre al «folle volo di Tonio», il suo entrare, volando, nell’infinito.
Lascia un Commento