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Roma / Il potere alle donne: prima sarà, meglio sarà. Per tutti/e

Roma / Il potere alle donne: prima sarà, meglio sarà. Per tutti/e

Noi Rete Donne organizza a Roma il convegno 'Il potere delle donne nell'impresa, nella P. A, nell'economia'. Intervista a Daniela Carlà

Sabato, 12/11/2011 - In vista dell’appuntamento organizzato da Noi Rete Donne a Roma (sede del Parlamento Europeo - Via IV Novembre), giovedì 17 novembre 2011, sul tema: 'Il potere delle donne nell'impresa, nella Pubblica Amministrazione, nell'economia' abbiamo intervistato Daniela Carlà, una delle promotrici di Noi Rete Donne, aggregazione che punta ad ottenere la parità nelle assemblee elettive.



Il potere è una parola ed un concetto che le donne maneggiano con una certa difficoltà. Con questo incontro Noi Rete Donne intende dimostrare che, forse, le donne cominciano a non averne più timore?

Il pudore nel maneggiare il concetto di potere, i rossori e la paura nel nominarlo non aiutano a esercitarlo. Soprattutto, non aiutano a esercitarlo bene, con soddisfazione propria e vantaggio per la collettività. Potere non è necessariamente carrierismo, attaccamento ai “posti”, conoscenza di tecniche abili per agevolare a proprio vantaggio il gioco della cooptazione. Potere è anche, invece, assunzione di responsabilità e mettere a frutto competenze. Noi Rete Donne nasce dal bisogno di agevolare il rapporto sano, esplicito, senza rimozioni delle donne (che facciano parte di associazioni femminili, che lavorino nelle imprese o nella pubblica amministrazione) con il potere. L’urgenza è anche determinata dalla crisi attuale, che non ha i connotati di una crisi ciclica e passeggera. In Italia, la crisi ha rivelato degenerazioni e carenze tali da suscitare prima reazioni forti al nostro interno, ora anche preoccupazioni crescenti sul piano europeo e internazionale. Non si esce da una crisi di questa portata e con questi connotati senza una vera e propria assunzione di responsabilità delle donne, senza utilizzarne i talenti e le competenze, senza il riconoscimento di nuove leaderships capaci di suscitare e attrarre emergenze. Peraltro, la drammaticità della situazione attuale in Italia rischia, nel dibattito nazionale, di offuscare la valenza più ampia della crisi, che è crisi anche di tutto l’Occidente, delle dicotomie, del normativismo della nostra cultura. Gli economisti e i politici occidentali non ne avevano previsto né l’estensione, né l’intensità, né la durata, e questo non solo in Italia. Non è una ragione in più per non aver paura nel confrontarsi con la tematica del potere?



Imprenditoria, Pubblica Amministrazione, economia, sono dimensioni molto diverse. C'è un fil rouge che unisce poteri così differenti tra loro in quanto a obiettivi e possibilità di essere praticati?

Certo, l’imprenditoria, la Pubblica Amministrazione, l’economia, sono dimensioni diverse. Ma anche all’interno dei vari ambiti esistono differenze notevolissime. Non esiste in Italia una Pubblica Amministrazione monolitica e omogenea, così come le imprese sono diverse per dimensioni, collocazione territoriale, ecc… Le donne in rete devono mettere in comune conoscenze e articolare strategie, definendo percorsi di lavoro puntuali. Tutti gli ambiti professionali sono segnati da segregazione e discriminazioni, non dobbiamo organizzare l’assalto ad un unico Palazzo del Potere! Io sono dell’avviso che occorra leggere e valutare secondo dinamiche di genere le politiche, gli effetti, i criteri di attribuzione e l’utilizzo concreto delle risorse. Un esempio? La legge recente sulle “quote nei CdA e nei Collegi sindacali”. L’attuazione dovrà essere monitorata nella fase di entrata in vigore, tenendo conto del contesto. Il numero dei Consigli d’Amministrazione e dei Collegi Sindacali, sulla base delle tante proposte in circolazione, tenderà a diminuire e sarà duro ottenere per le donne posti di responsabilità. Ancora un esempio. Bisogna conoscere e monitorare l’attuazione della normativa sulle pensioni, introducendo istituzionalmente negli Enti Presvidenziali i bilanci di genere, formulando proposte complessive, non limitate alla pur giusta rivendicazione dell’impiego del “tesoretto”. Quante sono le risorse complessive? Da dove vengono e chi ne beneficia? Con quali effetti? E la P.A.? Qui abbiamo urgenza di approfondimenti, per legare presenza e successi nella carriera per le donne a risultati complessivi che tendano a una maggiore trasparenza e autonomia. Insomma, il filo rosso c’è, ma non possiamo prescindere dalla conoscenza dei contesti specifici, e la presenza delle donne è sempre fondamentale per soluzioni migliori per tutti. Noi di Noi Rete Donne non siamo le sole a ragionare su questo. Il nostro è un contributo. Pensiamo di fornire carattere di periodicità a questi nostri appuntamenti, perché i confronti e gli approfondimenti dovranno moltiplicarsi.



Secondo lei cosa è il potere? E c'è una via femminile al potere e ua modalità femminile per esercitarlo?

Non mancano, almeno da Pechino in poi, definizioni del potere. L’empowerment come attribuzione di potere attraverso la promozione delle donne nei centri decisionali, rimane quella ormai classica. Non mancano neanche indici e tecniche per misurarne l’entità. Assumersi le responsabilità: questo è l’aspetto del potere che a me personalmente piace sottolineare nuovamente. Non credo che esista un modo per le donne di esercitare il potere: abbiamo incontrato tutte nella vita donne che scimmiottano gli uomini! Esiste invece una visione femminile del potere, che può essere praticata da uomini e donne. Visione finora non prevalente, certo, ma è la visione più attenta alle complessità, alle relazioni, alla condivisione e oggi di tutto ciò vi è necessità. Le singole donne hanno percorsi e formazioni differenti, e non tutte sono individualmente innovatrici. Ma la presenza di molte donne nei posti chiave e nei centri decisionali è inevitabilmente fattore decisivo di cambiamento complessivo, e veicolo per realizzare una visione più femminile del potere. Su questo mi pare che sia utile riflettere consapevolmente. Al tempo stesso, mi pare importante che, di per sé, le donne frequentino il potere, abitino i luoghi in cui si decide. Frequentare oggi il potere esistente, occupare i posti di responsabilità e al tempo stesso ragionare consapevolmente sulle trasformazioni del potere e delle relazioni: credo che i due percorsi si intreccino.

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