Gli orizzonti di un incontro tra esseri diversi e complementari, l’uomo e il cavallo, che si addomesticano reciprocamente, in un processo in cui quel che conta è il lavoro in branco...
Stefania Pecora è Psicologa Psicoterapeuta e si occupa da circa vent’anni di Terapie Assistite con il Cavallo; è cofondatrice e gestisce con il marito un centro d’eccellenza per la riabilitazione equestre nel Monferrato, coordina il Gruppo di Lavoro ‘Interventi Terapeutici con gli Animali’ all’Ordine degli Psicologi della Liguria ed è autrice del libro “Terapia e cura con il cavallo” (Erikson), uscito nelle librerie nel gennaio scorso.
Leggendo l’introduzione della stessa autrice mi sono commossa, perché ci ho trovato dentro amore, l’amore leggero di chi percorre una strada che sente essere profondamente sua.
Questo mi ha spinto a leggere il libro tutto d’un fiato, interrotta soltanto dalle incombenze del quotidiano, come un’esploratrice alla ricerca di nuovi orizzonti.
Gli orizzonti di un incontro tra esseri diversi e complementari, l’uomo e il cavallo, che si addomesticano reciprocamente, in un processo in cui non c’è un ruolo di privilegio, e quel che conta è il lavoro in branco, che si snoda con equilibrio e grazia, come musica, che accompagna e guida la danza, in un gioco di reciproche proiezioni ed interazioni di cura.
L’autrice ci racconta di questo addomesticamento reciproco, nato agli albori della storia dell’uomo, e continuato attraverso il tempo; del nostro innato amore per la vita (biofilia) e per tutto ciò che ce la ricorda.
Ci parla di “intelligenza naturalistica”, grazie alla quale possiamo riconoscere gli esseri viventi e prendercene cura e così riconnetterci ad un Sé naturale, oltre le maschere e le sovrastrutture legate ai condizionamenti culturali ed educativi.
Riporta evidenze sui ritrovamenti archeologici che dimostrano come la “domesticazione” del cavallo abbia avuto un ruolo di primo piano nel far fiorire e progredire le popolazioni preistoriche nelle diverse parti del mondo in cui sono sbocciate le civiltà degli uomini.
Un intero capitolo è dedicato allo sviluppo della relazione e del concetto di cura con i cavalli. Nelle medicine tradizionali dei popoli, così come nella medicina Ippocratica, il concetto di “terapia” si associa a quello di “regime”, inteso come insieme di attività che hanno lo scopo di riportare armonia e benessere fisico, psichico e sociale nella persona.
Ci descrive la struttura dell’equitazione terapeutica, che oggi prevede la partecipazione attiva del paziente, l’interazione com-passionevole tra il terapeuta e l’animale, che modula l’avvicinamento tra paziente e terapeuta
in un ambiente sicuro, naturale e rigenerativo, e produce un effetto, insieme terapeutico ed educativo, che incide positivamente sull’autostima e sull’autodeterminazione.
Per chi ha vissuto l’esperienza di andare a cavallo le sollecitazioni che Stefania offre sono emozionanti.
L’emozione del legame di attaccamento e il piacere del contatto, che affondano nel rapporto originario con la madre, si ripropongono forti nel rapporto con il cavallo.
Gli approfondimenti sul “lavoro terapeutico”, l’antropologia, l’etologia e la psiconeuroendocrinoimmunobiologia (PNEI) si intrecciano per descrivere, con competenza, il funzionamento della mente umana, di quella animale e le loro sinergie.
La seconda parte del libro, che presenta studi evidence based, alcune metanalisi sugli effetti delle terapie equestri in ambiti clinici specifici, e alcuni progetti terapeutici relativi all’esperienza di Cascina Rongarina, è utile in particolare per chi ha una competenza professionale relativa alle relazioni interspecifiche, ma molto interessante anche per chi si lascia trasportare dal fascino della passione, che pervade ogni pagina, e dalla fluidità con cui sono espressi concetti complessi che stimolano la curiosità di scoprire nuovi angoli (ancora nascosti) dei nostri confini interni.
L’ultimo capitolo spiega come, con quali strumenti e percorsi formativi operatori, coadiutori e psicologi possono lavorare al meglio con il cavallo e dove è possibile lavorare nell’ambito degli Interventi Assistiti con gli Animali.
Anche questa parte, dedicata a coloro che si affacciano al lavoro terapeutico, non ha le caratteristiche anonime tipiche dei manuali, piuttosto scorre come un racconto, che parla di dedizione nello «stare con il cavallo»pensando al suo benessere, descrive come imparare a comprenderlo, per diventare suo riferimento, guadagnarsi la sua fiducia e creare, insieme,un’armonia che possa risuonare nell’anima di chi si vuole aiutare.
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