Tullia Romagnoli Carettoni nella biografia di Michela Minesso
Difesa dei diritti civili e della cittadinanza femminile, istruzione e valorizzazione del patrimonio culturale: un profilo di Tullia Romagnoli Carrettoni e del suo lavoro nel Parlamento italiano
Venerdi, 24/06/2022 - Il libro di Michela Minesso "Tullia Romagnoli Carettoni. Una donna nel Parlamento italiano tra il 1963 e il 1979" (ed Franco Angeli), ricostruisce l’operato della Senatrice aprendosi con un suo profilo biografico, dagli anni giovanili sino alla sua elezione al Parlamento europeo. Al Senato Tullia Romagnoli giunse nel 1963, eletta dapprima nelle fila del Psi e in seguito come parte della Sinistra indipendente. Nel 1972 divenne addirittura vicepresidente della Camera Alta.
Le complesse vicissitudini politiche che la coinvolsero negli anni Sessanta e Settanta non condizionarono più di tanto l’attività parlamentare di Tullia Romagnoli, che continuò ad essere caratterizzata da alcune principali tematiche di fondo di vitale importanza per il progresso politico e sociale del Paese.
Ben descritte nel volume, dove l’analisi della documentazione parlamentare si alterna allo studio delle fonti provenienti da archivi pubblici e privati, tre sono le questioni che meglio identificano l’azione a Palazzo Madama della senatrice nata a Verona: la difesa dei diritti civili e della cittadinanza femminile, la riflessione sul mondo della scuola e dell'istruzione universitaria, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico italiano.
Combattuti utilizzando i consueti strumenti parlamentari (disegni di legge, mozioni, interpellanze, interrogazioni, interventi in aula), non disdegnando la ricerca di convergenze e iniziative comuni con le colleghe di altri partiti, i tre versanti della battaglia politica sopra indicati impegnarono Romagnoli, non soltanto all’interno delle istituzioni ma al tempo stesso sul territorio, nel Paese.
Sul piano dei diritti femminili, Romagnoli, sin dalla prima elezione nel 1963, indicò tra i principali obiettivi da raggiungere la parità salariale, la conciliazione del lavoro extra-domestico con la cura dei figli e, quindi, la costruzione di una rete di asili nido, e la riforma delle politiche di Welfare con l’introduzione di moderne forme di assistenza domiciliare.
La realizzazione del nuovo diritto di famiglia, la battaglia per l’introduzione del divorzio e dell’aborto assunsero naturalmente un’enorme rilevanza nell’attività politica della senatrice, le cui posizioni avevano in particolare il merito di intercettare i rapidi e radicali cambiamenti che si stavano verificando nella società.
L’interesse nei confronti dell’istruzione, scolastica e universitaria, e della tutela del patrimonio artistico e ambientale si collegava, viceversa, anche a specifiche vicende personali. Subito dopo la laurea, infatti, Romagnoli aveva lavorato per oltre un quindicennio come insegnante, professione che fu costretta ad abbandonare a causa dell’impossibilità di conciliarne i tempi con il moltiplicarsi degli impegni politici.
In Senato portò, quindi, con sé una significativa esperienza umana e politica, dimostrando un’elevata attenzione soprattutto per la condizione degli insegnanti, le modalità farraginose del loro reclutamento e il livello insufficiente delle retribuzioni, adoperandosi per la riforma dello stato giuridico della categoria e per una complessiva rivisitazione del sistema scolastico nazionale.
Lo studio di Michela Minesso si sofferma inoltre sulle vicende inerenti la stagione della contestazione studentesca, che si aprì nella primavera del 1968. Del resto fu proprio in quel periodo che gli interventi parlamentari di Romagnoli si allargarono all’ambito universitario, avanzando alcune proposte di riforma.
La laurea in archeologia e il legame con Gianfilippo Carettoni, noto ricercatore e archeologo, furono probabilmente alcuni tra i fattori biografici e personali che contribuirono a sollecitare in origine l’impegno di Romagnoli per la difesa del patrimonio culturale e artistico nazionale, un impegno condotto intervenendo in Aula e in Commissione sia su aspetti di carattere generale, sia su questioni più specifiche. Sotto quest’ultimo profilo il volume analizza una serie di interessanti proposte di legge, interpellanze e interrogazioni sul restauro e sulla manutenzione dei monumenti, sulla contraffazione e sul trafugamento delle opere d’arte e sul riordino degli uffici e delle carriere del personale dipendente.
Il convinto sostegno della senatrice alla tematica favorì nel 1964 il suo inserimento, unica donna su sedici membri, nella Commissione parlamentare d’indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio, presieduta da Francesco Franceschini.
Non meno importante fu, infine, l’attenzione riservata da Romagnoli all’ambiente e ai gravi danni apportati al paesaggio dal sostanziale disinteresse (almeno questo era il suo parere) riservato da parte dello Stato e dei suoi organi tecnici verso forme moderne ed adeguate di salvaguardia.
Il volume si chiude con un’utile appendice, che costituisce parte integrante della ricerca e propone un quadro complessivo dei disegni di legge, delle interrogazioni, delle interpellanze e delle mozioni presentati dalla senatrice Romagnoli nel corso della sua lunga esperienza in Senato.
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