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Rebibbia: nutrirsi e mangiare dentro e fuori le mura

Rebibbia: nutrirsi e mangiare dentro e fuori le mura

Carcere / A mano libera - Continua il nostro “viaggio” intorno al cibo e al mangiare e al suo significato in carcere, in occasione degli incontri del lunedì a Rebibbia

Ortensi Paola Domenica, 05/07/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2015

Continua il nostro “viaggio” intorno al cibo e al mangiare, un atto quotidiano e un appuntamento obbligato ma vissuto in molteplici e diverse modalità, a seconda del luogo, del momento, della compagnia, delle scelte alimentari, dello stato d’animo ed altro ancora. Ne parliamo una volta in più con le detenute che seguono il nostro laboratorio e che incontriamo tutti i lunedì nella biblioteca di Rebibbia. Come sempre, nelle nostre conversazioni settimanali lo scambio non è né banale né scontato, ma reciprocamente stimolante. Ecco come abbiamo registrato le loro riflessioni sul valore del cibo, fotografando la differenza tra il dentro e il fuori.

Per Sylvie fuori il cibo era “godimento assoluto” a differenza di quello che prova in carcere, dove il mangiare le dà nessun piacere. Ancora una volta sottolinea la nostalgia “per un buon bicchiere di vino”, forse simbolo proprio di quel godimento di cui parla. Federica con poche parole definisce uno stato d’animo non difficile da comprendere: fuori era importante essere a dieta e quindi scegliere il cibo giusto, la quantità giusta per potersi sentire fisicamente ed esteticamente al meglio. In cella domina la noia, che porta a mangiare senza riflettere. E proprio la noia si impone come motivo di comportamenti non virtuali anche per Alessia, la quale aggiunge altri elementi che rivelano come, chiamate a riflettere, le “ospiti” di Rebibbia sottopongano considerazioni che si rincorrono, si contraddicono cercano di mettere ordine i loro pensieri o forse emozioni. “Fuori o dentro per me è uguale” afferma la giovane Alessia, poi però sottolinea che fuori le piaceva scegliere il cibo, essendo lei vegetariana, e che dentro mangia più volentieri quello che le porta sua zia quando viene a trovarla e poi aggiunge, come aveva già fatto Sylvie, che alimentarsi con piacere sviluppa le endorfine “che sono anche legate al benessere”, quasi a firmare la nostalgia di emozioni gioiose e complesse.

Emozioni di certo diverse per Laura, che ribadisce come lei col cibo abbia sempre avuto un pessimo rapporto, tanto che quando è entrata a Rebibbia pesava 48 kg (davvero poco, considerata la sua notevole statura, ndr) e ora la sua dieta preferita è fatta di caffè e un po’ di frutta. Ci risulta però che le rimanga un desiderio di cioccolata fondente che forse, viene da pensare, possa essere simbolo del bisogno d’affetto secondo la più accreditata delle leggende. E l’affetto è certamente una componente che anche Laura riconosce nel cibo se fra le cose che racconta c’è anche la riconferma di un concetto che già aveva sottolineato, ovvero che per suo figlio si sforzava di cucinare per farlo contento; ed anche per il suo compagno per il quale a ogni ora preparava volentieri spaghetti conditi con aglio e olio. A differenza di Sylvie , per Sonia il cibo fuori non era tanto importante, mentre dentro sente il desiderio di ritrovare proprio nel cibo i sapori, gli odori, i profumi e forse i colori di casa e, come spiega con una frase che parla da sola “trovare mamma negli alimenti”. E questo desiderio e sentimento si presenta soprattutto la sera, quando il blindo della cella si chiude e la famiglia torna viva nella memoria con la sua carica di vissuto e di affetti. È bello sottolineare che quei profumi e colori Sonia li ritrova spesso nelle pietanze che prepara Loredana, la quale trae da queste considerazioni una carica e motivazione di cui c’è sempre bisogno nel fare non solo per sé. Loredana, con un passato da ristoratrice, spiega che “fuori mangiava per vivere, mentre dentro vive per mangiare”, pur non gustando il cibo ma, come anche noi sappiamo, cucinando non solo per sé manicaretti tradizionali e inventati, ricchi di gusto e fantasia. Piatti che Sonia, appunto, gusta come fossero di casa e che, precisa, li apprezza più che come nutrimento come strumento per vivere emozioni profonde che hanno il sapore di casa. Ed è in questo incrocio e intreccio di contraddizioni che un fatto, comunque, si impone: le ricette che girano dentro e che, nei limiti del possibile concesso da strumenti e spazi della prigione, riescono ad essere preparate quotidianamente o per eventi speciali, come i giorni di festa e le visite dei parenti nelle aree verdi. A proposito di feste, più di una volta abbiamo raccolto i racconti e la “gratitudine“ quando, ad esempio in occasione del passato Natale, il famoso cuoco Filippo La Mantia ha cucinato un grande pranzo per tutta la popolazione femminile di Rebibbia, firmando festosamente un giorno importante con menù speciale. Riprendendo il nostro resoconto proponiamo alcune ricette. In prosa, in poesia, coi soli ingredienti o con la procedura da fuori e dentro, sono tutte raccolte fra le detenute e qualcuna è stata loro suggerita da chi, frequentandole, ha imparato a conoscerle.



TORTA DI CARCIOFI di Sonia

Pasta frolla: 500gr farina, 5 cucchiai zucchero, sale qb, 100gr margarina, 3 uova: 2 tuorli e 3 albumi, latte qb. Ripieno: carciofi bolliti e successivamente ripassati in padella con olio e aglio tritato finemente, 100gr parmigiano, 2 uova, mozzarella.

INSALATA DI GRANCHIO di Ala

Quattro uova sode, barattolo mais, bastoncini granchio, maionese in tubo, sale e pepe qb, uova e bastoncini tagliati a quadratini, chicchi di mais. Mescolare il tutto e per antipasto mettere su foglia di lattuga.

POLPETTE DI NONNA MARIA di Franca

Carne del brodo, macinare, parmigiano, uovo, besciamella. Fare le polpette, passare in pangrattato e friggere.

SARDE A BECCAFICO di Cinzia

Sarde, pangrattato, uvetta, foglie d’alloro, olio extra vergine, cipolla. Pulire le sarde e impanarle, soffriggere la cipolla nell’olio cuocervi le sarde aggiungendo l’uvetta e l’alloro.

RICETTA DEL RISOTTO ALLO ZAFFERANO SECONDO LA ZIA RENATA di René

Si taglia fine fine una cipolla bianca medio piccola col trita cipolla (altrimenti lacrimano gli occhi), poi si mette a rosolare in un filo d’olio col riso. Quando i due hanno fatto amicizia (e lo si capisce perché hanno perso il pallore iniziale dovuto alla timidezza) si comincia ad aggiungere il brodo di dado che sta a fuoco basso sul fornello del caffè e si gira con calma, con pazienza (come una preghiera che si snocciola sui grani del rosario). A cottura ultimata si spegne la fiamma, si aggiungono zafferano, parmigiano e burro e si da un ultima mescolata prima di coprirlo col coperchio e lasciarlo riposare un attimo. Si serve nei piatti di ceramica coi fiori blu dipinti sui bordi, i piatti spessi e pesanti perché sono quelli da tutti i giorni. Quello venato al centro è il mio.

SARMALA (INVOLTINI DI VERZA) ricetta rumena di Curt Ioana

Un kg di cipolla, un bicchiere di riso, 3 cubetti di dadi, pepe, 1/2 bottiglia pomodoro, peperoncino, un bicchiere olio d’oliva, sale, verza, alloro per 2kg di carne macinata. Si mescola il tutto, meno pomodoro e alloro, dopo avere tritata finemente la cipolla e si fanno tanti involtini usando le foglie della verza. Gli involtini si mettono a strati nella pentola, coprendo tutto con acqua a livello degli stessi; in ultimo il pomodoro e le foglie di alloro come copertura. Cuocere per circa 2 ore a fuoco basso.

POLPETTONCINO DI TONNO di Franca

Tonno, uova, pangrattato, parmigiano, prezzemolo a occhio garantendo un buon amalgama. Incartare in carta d’argento e bollire in acque e aceto.

SUGO E RIPIENO PER PENNE o RIGATONI AL FORNO di Elena

Salcicce disfatte, macinato di manzo, piselli, carota, sedano, cipolla, pomodoro, poco olio e peperoncino. Cuocere il sugo per un’ora a fuoco lento. Poi: uova sode, prosciutto cotto, sottilette, mozzarella, il tutto da fare a cubetti e poi parmigiano. Preparazione: imburrare la teglia mettere la pasta ben condita, dividendo gli strati con gli ingredienti a cubetti. Coprire con sugo residuo e parmigiano, cuocere 30 / 40 minuti al forno.

PANZEROTTI DI PATATE di Isabella (universitaria, amica)

Ingredienti: 600gr di patate, 100gr pecorino grattugiato, 50gr farina, 2 uova, un mazzetto di prezzemolo, sale e pepe, olio d’oliva, pane grattugiato. Lessare e schiacciare le patate, amalgamare con uova, farina, formaggio, prezzemolo tritato, sale e pepe. Si lavora la pasta con mani inumidite, dando forma di bastoncini, poi passarli nel pangrattato e friggerli in abbondante olio bollente.

CIAMBELLONE ALLA RICOTTA di anomina

Ingredienti: 250gr ricotta, 250gr farina, 250gr zucchero, 3 uova, 20gr burro, un bicchiere latte, bustina lievito, buccia limone grattata, vanillina. Preparazione: lavorare uova con zucchero, aggiungere ricotta, il burro, la vanillina, buccia grattata sale e latte. Amalgamare il tutto e aggiungere farina e lievito setacciati; poi in forno a 170°/ 180° per un’ora.



DELIZIA POVERA DI CIOCCOLATA

Con ciò che c’è, e con quello che non c’è, arrangiarsi va da se! /

Cerca, fruga, pensa come è vuota la dispensa, ma del dolce non possiamo stare senza /

Prendi tutti i biscottini, gli avanzi ed i frollini, magari se ci sono, anche i pavesini /

Nel frattempo migliora il latte del carrello, aggiungi cioccolato e poco zuccherello, prepara un budino sul fornello /

Se ce l’hai un contenitore, alterna a strati, ogni semplice attore, e fa in modo che sia l’orario del congelatore! /

Al momento di mangiare spolvera nocciole da granulare poi gusta senza esitare.





Loredana Ferraro

NB: il latte del carrello è quello della colazione; il congelatore va usato a orario

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