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Rai1, le donne dell'Est e gli stereotipi sempre alimentati

Rai1, le donne dell'Est e gli stereotipi sempre alimentati

Gli uomini italiani e le donne (docili) dell'est. A Rai1 va in scena il fior fiore della denigrazione delle donne

Lunedi, 20/03/2017 - A proposito della trasmissione di Rai1 condotta da Paola Perego Parliamone sabato, rubrica de 'La vita in diretta' che sabato scorso ha spiegato all’Italia perché gli uomini italiani preferiscono le donne dell’est. Per essere più efficaci hanno fatto ricorso persino alla sintesi di una scheda (che illustra le loro presunte qualità) tratta, pare, da un sito trash. Un impasto di maschilismo, sessismo e razzismo che svetta per idiozia, oltre che per record raggiunto di offese alle donne. Queste rappresentanti del “gentile sesso” (come direbbero costoro) da manuale: sono mamme ‘ma’ conservano un “fisico marmoreo” che permette loro di essere “sempre sexy” e, nonostante non indossino “tute o pigiamoni”, accettano il tradimento visto che lo “perdonano”, che non “mettono il broncio” e, sempre allegre e disponibili, continuano a ad essere “casalinghe perfette che fin da piccole imparano i lavori di casa”.

La trasmissione ha scatenato un coro di polemiche e dichiarazioni, che vanno dalla richiesta di dimissioni alla conduttrice e agli autori, fino alle scuse dei vertici Rai. "Personalmente mi sento coinvolta in quanto donna e mi scuso - ha dichiarato la presidente Maggioni- ogni giorno ci interroghiamo su quale immagine di donna veicoliamo, su come progredire, uscire dagli stereotipi. Poi accade un episodio come questo: il problema non è una battuta inconsapevole, ma la costruzione di una pagina su un tema del genere: è un'idea di donna che non può coesistere con il servizio pubblico".

È giusto che la Rai si interroghi su come possa accadere che una trasmissione sia affidata a chi è portatore di tanta ignoranza. Ed è giusto che arrivino anche risposte e provvedimenti anche in considerazione della policy aziendale di genere del 2013.

A noi, pubblico pagante, oltre alla protesta compete di riflettere sulla fatica che ci tocca fare per mantenere alta la guardia, giorno per giorno, ora per ora. Non basta che ci siano donne ai vertici, non basta che le conduttrici siano tante se poi non attecchisce un femminile capace di portare una narrazione corretta, un femminile forte di uno sguardo diverso sul mondo.

La trasmissione ha portato nelle case degli italiani e delle italiane una intollerabile subalternità delle donne ad una certa immagine del maschile. Come può accadere, ci si domanda, con gli echi della mobilitazione dell’8 marzo ancora vivi?

Tra le varie osservazioni che la vicenda suscita, ci viene da pensare che a giocare brutti scherzi ci può essere anche una sorta di usura derivante dall’inflazione di presenze in video: troppi flash e primi piani possono togliere lucidità. Un po’ di lavoro lontano dalla ‘ribalta’ può essere rigenerante e, magari può anche aprire spazi lavorativi ad altre donne, competenze e sensibilità.

Domani arriva la primavera e, come insegnerebbero le “perfette casalinghe dell’est”, si fanno le pulizie a fondo. Aprite le finestre anche in Rai: un po’ di aria nuova sarebbe salutare e, in tutti i sensi, farebbe la differenza!





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