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'Questione donna, variazioni sulle specifico femminile' di Giuseppina Luongo Bartolini

'Questione donna, variazioni sulle specifico femminile' di Giuseppina Luongo Bartolini

Quasi quarant'anni fa Giuseppina Luongo Bartolini, scomparsa l'anno scorso, classe 1926, ci raccontava - dati statistici alla mano - del grande gap che esisteva tra il lavoro femminile e quello maschile

Martedi, 11/06/2024 - Figura poliedrica, nel 1986 Giuseppina Luongo Bartolini, già docente e preside di Scuole superiori, impegnata anche politicamente nel Consiglio comunale di Benevento (dove ricopre le cariche di Assessore alla Pubblica Istruzione e alla Cultura, e dunque al Traffico, ai Trasporti e alla Polizia Urbana) pubblica "Questione donna.Variazioni sullo specifico femminile” (Foglianise, BN).

Si tratta di un testo che colpisce ancora oggi per l'attualità del contenuto: la Bartolini Luongo con un atteggiamento che precorre in buona parte molte delle discussioni odierne sulle ‘pari opportunità’, propone una nuova immagine della donna, moderna e emancipata, consapevole della discriminazione di cui è vittima.

Molto poco, da allora, è stato fatto. La metà delle donne italiane non lavora e, se lo fa, agisce in condizioni di maggiore precarietà e con minori retribuzioni rispetto agli uomini. Nel contesto europeo il tasso di occupazione femminile medio è del 69,3%, mentre in Italia il 55% delle donne tra i 20 e i 64 anni ha un impiego. I dati Istat di gennaio 2023 parlano di un incremento dell'occupazione femminile pari allo 0,2% rispetto al mese di dicembre 2022:le italiane arrancano e sono ancora ben più di un passo indietro rispetto alla media europea.

Il libro è ancora adesso prezioso, perché ci invita a riflettere su questioni nodali rimaste irrisolte (penso anche ad un’adeguata politica per la famiglia, assente in Italia). Si tratta di una piaga sociale e culturale che riguarda l’intero Paese: i dati statistici parlano chiaro, come chiaro parlavano al tempo della stesura del testo della Bartolini, che così scriveva:"Le donne non possono essere semplici spettatrici del mondo lavorativo, poiché hanno un ruolo cruciale, nell’economia e nella società. Chi è al potere lo sa: è davvero tempo di cambiare le regole».

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