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Quanto è importante ringraziare una femminista

Quanto è importante ringraziare una femminista

E’ uscito 'Grazie a lei-ti racconto la mia femminista', quarto numero strenna della rivista Marea, dedicato al racconto da parte di 11 autrici della loro femminista di riferimento

Giovedi, 14/11/2019 - E’ uscito il quarto numero strenna della rivista Marea, dedicato al racconto da parte di 11 autrici della loro femminista di riferimento. Il titolo è Grazie a lei-ti racconto la mia femminista. E’ il terzo anno, dopo i due numeri del dicembre 2017 e 2018, che la rivista femminista che ha compiuto 25 anni rilancia la formula della narrazione a metà tra la biografia e l’autobiografia.
Potremmo dire che quest’anno è quello dove affiorano il maggior numero di ringraziamenti verso le madri. E’ vero: già nella seconda edizione rispetto alla prima, nella quale nessuna delle autrici aveva menzionato la sua madre di carne per ringraziarla e parlare di sé attraverso di lei, ne era sbucata una, e in questa terza ce ne sono addirittura due!
Intanto ripercorriamo i nomi raccontati in queste due prime fortunate edizioni, da quando avemmo l’idea di proporre una genealogia in chiave pop-letteraria (e per chi avesse voglia di curiosare il link è questo ).
Nel 2017 sono state ringraziate Giuliana Saladino, Louisa May Alcott, Audre Lorde, Armanda Guiducci, l’Anonima cittadina, la Comandanta Ramona, Charlotte Bronte, Alba de Céspedes, Adrienne Rich e Ryunio mentre nel 2018 è stata la volta di Simone de Beauvoir, Luce Irigaray, Carla Lonzi, Francesca Spano, Rosi Braidotti, Michela Zucca, Maxie Wander, Luisa Quadri, e Agnese, la prima madre raccontata.
In questa edizione spiccano, dunque, due madri reali scelte e vorrei brevemente dire perché mi sembra significativo.
Da tempo penso che un una frase efficace per spiegare la disparità tra uomini e donne sul pianeta potrebbe essere presa a prestito, cambiandola solo in parte, da quella scelta per il titolo di un libro dalla giornalista Giuliana Sgrena.
Nel 2016 Sgrena scrisse Dio odia le donne: parafrasando mi viene da dire che l’umanità odia le madri. Ovviamente è un paradosso, visto che in ogni cultura, latitudine, credo politico o religioso la maternità è celebrata con enfasi ovunque e, anzi, ampiamente utilizzata a scopi elettorali per acquisire consensi e potere.
La maternità, però, viene osannata, ma non le madri in carne ed ossa.
Le madri, quelle vere, sono oggetto (in quanto donne) di una gamma vasta e diversificata di disprezzo che oscilla dalla battuta fino all’insulto.
Non è forse vero che l’affronto più gettonato e scagliato verso chi si vuole ferire è figlio/a di puttana?
Quell’insulto è il punto di partenza per il triste viaggio nello stereotipo sul femminile e sul materno: la suocera (madre di lui e o di lei) si situa al top della classifica dello scherno e della sottovalutazione nel frasario comune, quasi come i carabinieri e le relative barzellette, e poi è il turno della madre tout court.
Mi ha colpito, in questi ultimi tre anni di confezione dei numeri della rivista dedicati a Grazie a lei, il fatto che chi proponeva di ringraziare sua madre e quindi di raccontarsi nell’intreccio con questa figura intima, non attraverso una attivista o intellettuale, lo facesse con titubanza, quasi scusandosi di non aver pensato ad un mostro sacro del femminismo ma, semplicemente, a sua mamma.
La sensazione era che, scegliendo la propria madre come figura di riferimento, qui e ora, si temesse di essere considerate poco colte o meno valide, o scontate, banali.
“Va bene se parlo di mia madre? Non è una donna conosciuta, le altre parleranno di grandi femministe….”
Che ombra pesante di svalutazione abbiamo addosso, quando ragioniamo sul materno.
Che eredità atavica di minorità rispetto ai fasti del ‘patrimonio’ (matrimonio è infatti la dimensione della relazione, mentre il patrimonio è l’eredità e il lascito che conta socialmente) ci portiamo dentro, a prescindere dalla storia personale di ciascuna nel suo rapporto con la madre? E, ancora, quanto conta la svalutazione del grembo materno nel diventare donne, nel decidere se a nostra volta vogliamo mettere al mondo, e nel come educare figlie e figli?
Sono domande grandi, delle quali ho provato a tenere in conto nel libro Parole madri-ritratti di femministe. Narrazioni e visioni sul materno, edito da Marea.
Sono dunque contenta che a fianco del racconto di figure pubbliche, storiche e autorevoli in questo numero ci siano anche delle madri, proposte da due di noi di generazioni molto lontane eppure unite dal desiderio di narrazione familiare.
Nella folla di pensieri che si sono affacciati prima di scrivere questa terza introduzione al numero che avete sotto gli occhi è affiorato un testo che mi fa piacere riproporre qui, con la traduzione di Anita Silviano, tratto dal sito.
Non a caso si chiama Ringrazia una femminista. E non è detto che si tratti sempre di una donna famosa o estranea. Ecco il brano.

Se sei donna e puoi votare, ringrazia una femminista.
Se ricevi un salario uguale a quello di un uomo che fa lo stesso tuo lavoro, ringrazia una femminista.
Se sei potuta andare all'Università invece di lasciare gli studi dopo la maturità, perché i tuoi fratelli potessero studiare mentre " tu devi solo pensare a sposarti", ringrazia una femminista.
Se puoi fare qualsiasi lavoro non solamente un "lavoro per donne", ringrazia una femminista.
Se puoi ricevere e dare informazioni sul controllo della fertilità senza andare in galera per questo, ringrazia una femminista.
Se sei una donna medico, avvocata, giudice, ministra, legislatora, ringrazia una femminista.
Se puoi giocare professionalmente in uno sport, ringrazia una femminista.
Se puoi indossare i pantaloni senza essere scomunicata dalla tua chiesa o messa al bando dalla società, ringrazia una femminista.
Se al tuo datore di lavoro è proibito molestarti affinché tu vada a letto con lui, ringrazia una femminista.
Se sei violentata, però il giudizio non riguarda la lunghezza del tuo vestito o il tuo fidanzato precedente, ringrazia una femminista.
Se inizi un'attività commerciale e puoi ottenere prestiti spendendo il tuo nome, ringrazia una femminista.
Se stai sotto processo e ti è permesso di testimoniare in tua difesa, ringrazia una femminista.
Se possiedi una proprietà che è solamente tua, ringrazia una femminista.
Se hai diritto al tuo salario anche se sei sposata o convivi con un uomo, ringrazia una femminista.
Se ottieni la custodia dei/delle tuoi/tue figli e figlie dopo un divorzio o una separazione, ringrazia una femminista.
Se voti per chi credi migliore, senza che nessuno ti dica per chi, ringrazia una femminista.
Se hai voce su come educare e curare i/le figli e figlie piuttosto che subire il controllo completo di tuo marito o di suo padre, ringrazia una femminista.
Se tuo marito ti picchia e ciò è reato e viene arrestato, invece di subire una predica su come deve essere una buona sposa, ringrazia una femminista.
Se ottieni un master dopo l'università, ringrazia una femminista.
Se puoi allattare il tuo bebé discretamente in un luogo pubblico e non essere arrestata, ringrazia una femminista.
Se ti sposi e i tuoi diritti umani non scompaiono dentro i diritti di tuo marito, ringrazia una femminista.
Se hai il diritto di rifiutare di avere rapporti sessuali con tuo marito, ringrazia una femminista.
Se hai il diritto a che le tue registrazioni mediche confidenziali non siano divulgate agli uomini della tua famiglia. ringrazia una femminista.
Se hai il diritto di leggere i libri che desideri, ringrazia una femminista.
Se puoi testimoniare in tribunale sui crimini o danneggiamenti commessi da tuo marito, ringrazia una femminista.
Se decidi di essere madre o no, senza dover seguire i dettami di un marito o di uno stupratore, ringrazia una femminista.
Se puoi sperare di vivere fino ad ottanta anni (o più) invece di morire a 20 0 30 a causa delle innumerevoli gravidanze, ringrazia una femminista.
Se puoi vederti come un essere umano completo e non come una eterna minore che ha bisogno di essere controllata da un uomo, ringrazia una femminista.


Per acquistare copie di Grazie a lei scrivere a monica.lanfranco@gmail.com
di Monica Lanfranco, Direttora di Marea
www.monicalanfranco.it
http://www.radiodelledonne.org/altradimora/
www.mareaonline.it
http://manutenzionilapiece.wordpress.com/
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/mlanfranco/
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?cat=14791

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