Quando le Relazioni Pubbliche sono affidate a una segretariA generale. Intervista a Daniela Bianchi

Venerdi, 07/04/2023 - Daniela Bianchi, è la nuova segretariA generale di Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, dove – parafrasando una nota pubblicità - la A fa la differenza. Ci vuole tratteggiare come intende operare – anche in funzione di questa A - in questo ruolo strategico e rilevante? Ma soprattutto, le Relazioni Pubbliche secondo Lei sono, tra virgolette più adatte, più calzanti, ad una donna? Esistono delle percentuali in base a chi le esercita?
Innanzitutto, grazie per questo spazio. Portare il mio piccolo contributo al filo narrativo che dal 1944 Noi Donne porta avanti, direi “ostinatamente”, la ritengo una opportunità significativa. Dunque, questa A…sì, diciamo che da molti è stata vissuta come una piccola rivoluzione. Segretaria è uno di quei termini che ha sempre determinato, e quindi rappresentato, un ruolo servente al potere, perlopiù maschile, e questo non lo rende immediatamente fruibile per altre accezioni. Se dico Segretario Generale, utilizzandolo al maschile sia che a ricoprire l’incarico sia un uomo o una donna, si genera più facilmente una relazione con un ruolo di “governo”, e si tende ad assecondare questa scelta, questa semplificazione, per non sembrare “meno importanti”, più deboli.
Ma noi dobbiamo avere il coraggio di accompagnare la ridefinizione di un processo semantico, ed è per questo che ho scelto la declinazione al femminile del mio nuovo incarico in FERPI, la Federazione che riunisce le professioniste e i professionisti delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione in Italia. Non è una battaglia ideologica, ma la scelta di accompagnare l’adattamento del significato e del significante verso un “cambio culturale”. Ce lo ha detto anche l’Accademia della Crusca ultimamente, via libera all’uso "largo e senza esitazioni dei nomi di cariche e professioni volte al femminile". Come ho già avuto modo di dire con una battuta, è ora che la segretaria lasci sul tavolo il vassoio del caffè per ridefinire con chiarezza il suo rapporto con il Potere.
E siccome sono fermamente convinta che nell’esercizio di un ruolo il termine potere non sia un sostantivo, ma un verbo, non posso che intendere il mio incarico per il prossimo triennio come un facilitatore strategico per “far accadere” le tante e tante possibilità e potenzialità che la nostra Associazione ha nel suo DNA e in pancia grazie a socie e soci di grandissimo spessore professionale.
Poi se quello delle Relazioni Pubbliche sia un mestiere da “donna” questo non lo so, non so se questi recinti abbiano un senso, possano cioè essere utili alla costruzione di qualche elemento di valore, piuttosto che divenire l’ennesima semplificazione. Magari sì, i numeri ci confermano l’alta incidenza del tasso femminile in alcuni mestieri rispetto ad altri, ma credo che sia più ragionevole guardare altre tipologie di numeri, quelli che ci raccontano le reali pari opportunità di accesso ai percorsi formativi, le pari opportunità di accesso ai percorsi di carriera, le pari opportunità di remunerazione specialmente in determinate posizioni, la possibilità di riaccedere al mondo del lavoro dopo l’impegno della maternità e della crescita e cura dei figli.

Lei rappresenta la Ferpi nel Forum OGP per la promozione della partecipazione civica, ha seguito le tematiche di sviluppo e impatto sociale ed è stata inserita tra le 50 donne del no profit in Italia: un percorso che sembra ben armonizzarsi con il concetto di “Relazioni pubbliche intese non come strumento di comunicazione ma come strumento di tessitura sociale” espresso dal neo-Presidente Filippo Nani. Vuole commentare?
Il mio sguardo, la mia prospettiva, parte da una convinzione maturata nel corso degli anni e delle mie esperienze, ed è il concetto di comunità, di territori, di luoghi intesi come un insieme di reti sociali: aziende, organizzazioni, istituzioni, cittadini, in una parola tutti quelli che di norma sono i protagonisti di queste dimensioni. Per questo quello che io attribuisco alle Relazioni Pubbliche è un ruolo importantissimo, perché è quello di cinghia di trasmissione, la funzione cioè di mettere in connessione questi protagonisti, di favorirne l’interazione, affinché le singole azioni e le singole decisioni abbiano la forza di trasformarsi in misure di impatto valoriale e sociale. Questa della cinghia di trasmissione è d’altra parte la riflessione che Ferpi sta portando avanti da tempo, oggetto anche di un interessantissimo paper discusso a Bledcom nel 2019, e che il Presidente Nani ha ricordato, quella cioè del Tessitore Sociale. È un nuovo paradigma, per dare un contributo concreto alla crescita sostenibile e inclusiva del Paese.

Relazioni pubbliche e Lobby: un dialogo armonico o contrastato?
Queste sono professioni che sposano necessariamente un registro armonico. Vede, c’è un dislivello di percezione, tra il dentro e il fuori, tra chi esercita con passione questi mestieri e un’opinione pubblica che ha maturato nel tempo la convinzione che in realtà i lobbisti siano gente oscura e di malaffare o i relatori pubblici siano persone forniti solo di un’agendina fitta di nomi e telefoni. È necessario riportare le cose nella corretta prospettiva, dobbiamo togliere di mezzo questo spauracchio di mestieri oscuri, e dobbiamo ricordare che i professionisti delle relazioni pubbliche tessono, connettono relazioni, rapporti, strategie e colgono opportunità, intervengono nel processo di costruzione delle notizie e nel processo decisionale, vedono sfumature che gli altri non vedono e hanno visione. Ma soprattutto, rappresentano una questione importante per la democrazia. Il valore delle attività svolte, inoltre, deriva da una conoscenza specializzata e da tanta esperienza. Non sono mestieri che si improvvisano, se vogliamo davvero parlare di creazione di valore. Ferpi da 50 anni è una frontiera su questi temi, presidia e tutela la professione in tutta la sua complessità, ha le antenne ben piantate sul fronte internazionale con la partecipazione alla RP Global Alliance, la Federazione che raggruppa associazioni delle relazioni pubbliche e della comunicazione del mondo. Un compito che in questo mandato abbiamo ampiamente rilanciato con l’istituzione del Ferpi Lab. E un compito che ci stiamo assumendo anche sul fronte del cammino legislativo che questo Paese ha intrapreso per il riconoscimento della Professione.

Infine, uno sguardo più generale sul nostro Paese: quale il ruolo di FERPI, nazionale e attraverso i territori con le delegazioni, quale l'impegno per uno sviluppo in linea con le richieste del PNRR?
Alla luce delle ultime notizie sul PNRR, sulle tante incognite, mi viene da fare solo una battuta: se fosse stato dato spazio e mandato ai Relatori Pubblici per formalizzare quel sano processo di cinghia di trasmissione di cui dicevo sopra forse oggi potremmo raccontarci una storia diversa. La distanza tra decisore pubblico e il destinatario della decisione si rivela in tutta la sua drammaticità e la trasformazione di quelle decisioni in impatto concreto è purtroppo lontano dagli effetti sperati.
Ferpi ha riattivato le sue antenne e le delegazioni hanno un ruolo decisivo per l’attivazione di processi di facilitazione, per rendere visibili processi altrimenti percepiti come distanti e fornire lenti di osservazione e modalità di lettura dei contesti: Detta così sembra una cosa astratta, in realtà non c’è nulla di più concreto, perché senza la possibilità di comprendere esattamente a che punto della storia siamo, chi è più periferico non avrà la possibilità di agganciare tutte le opportunità che gli sono consentite. E non faccio distinzione tra aziende, profit, no profit, istituzioni. A noi piace parlare di reti, di connessioni perché senza il riconoscimento di un destino collettivo non c’è futuro sostenibile che tenga.