"Gertrud" di Roberta Gentile, primo classificato Premio Clara Sereni 2024, sezione Narrativa inediti
"Gertrud" di Roberta Gentile - estratto
- Gertrud! Apri la porta!
- Apri Gertrud…
Il suono ripetuto di un campanello, passi di corsa sulle scale, voci concitate e poi un tonfo; fu allora che Fix capì di doversi per forza alzare dal letto.
Infilò gli occhiali, cercò nell'armadio una felpa, mise le scarpe e aprì la porta di casa.
Sulle scale correvano l’insegnante di matematica del primo piano e il figlio della signora del 3B, venuto come ogni mattina a portare la spesa ai vecchi genitori.
- Che succede?
- E' la signora von derMuhle, penso...sento Clara chiamarla da un'ora..
Sembrava infastidito il Professore; quella anziana baronessa tedesca del quarto piano ne combinava una al giorno ultimamente.
Erano passate poche settimane da quando un'ambulanza l'aveva riportata a casa dopo l'ennesima caduta in strada. Questa volta però più ferita del solito e non solo sulle ginocchia. Dopo l'ultimo incidente si era vista poco in giro e chi, del palazzo, l'aveva incontrata, aveva avuto l'impressione di uno sguardo diverso: severa, sì, come sempre ma anche meno gentile, un po' arrabbiata.
Forse stanca.
Fix attese il suo turno e salì la stretta scala condominiale dopo il professore e il figlio del 3B.
Al quarto piano la porta di casa von derMuhle era spalancata, storta sui cardini.
Nel piccolo ingresso Clara si asciugava gli occhi con il bordo della camicia da notte, scuoteva la testa e borbottava qualcosa.
L'odore di ammoniaca, misto a muffa e chissà cos'altro, fermò i primi due curiosi sul pianerottolo. Fix, facendosi spazio tra loro, entrò.
Guardò Clara e poi a destra, verso la camera di Gertrud.
La rete e il materasso erano stati appoggiati al muro in verticale, a terra, sotto una coperta arancione piena di macchie, era sdraiata la baronessa.
- Signora von derMuhle, cosa è successo?
- Chiamala Gertrud. Si arrabbia se le si dà del lei..
L'ingegnere del piano terra, quello che aveva sfondato con una spallata la porta, pensò di aprire la finestra della stanza per rendere l'aria più respirabile: l'odore sembrava essere il problema principale, più o meno per tutti.
- Gertrud...
- Chiamate il dottor Flamél!
- Chi Gertrud? Chi dobbiamo chiamare? È il tuo medico? Adesso chiamiamo un’ambulanza e poi questo dottore.
- Chiamate Flamél! C'è il suo numero nella mia agenda...datemela devo cercare. Dove sono i miei occhiali? E i miei denti?
La camera da letto era completamente a soqquadro. A parte il letto, spostato dai primi soccorritori entrati in casa per liberare la vecchietta incastrata sotto, sul pavimento era rovesciato tutto quello che prima era sul piano del tavolo e del comodino: telefono, fogli, fazzoletti, la dentiera.
In un angolo c'era anche quella che sembrava, in tempi migliori, essere stata un'agendina.
Fix la raccolse e la passò a Elena, la studentessa che aveva in affitto il 6A.
- Ci pensi tu? Prima chiama l'ambulanza e poi dai uno sguardo. Ma chi è questo Flamél? È il suo medico?
- Non esattamente - disse Clara sulla porta della stanza – E' quello che le ha promesso che l'avrebbe aiutata a morire.
NOTA BIOGRAFICA
Roberta Gentile nasce a Verona nel 1970. Vive a Roma dal 1972, dove studia e lavora. È architetta, titolare di uno Studio Associato. Ha pubblicato per Frassinelli “Gli effetti indesiderati” nel 2016, suo esordio alla scrittura.
GERTRUD - Sinossi
Gertrud è stanca. Sta vivendo la sua vita numero quattro, quasi cento anni d’età, e non ne vuole più. È rimasta sola; non ha più la forza né l’interesse per andare ancora avanti. Pensa sia un suo diritto congedarsi dal mondo senza soffrire, senza paura, senza dolore. Allora torna a chiedere aiuto a chi potrebbe offrirle la tanto sospirata via d’uscita. Ma viene truffata e si risveglia sul pavimento del suo appartamento, condannata alla pena peggiore: fine vita mai.
Fix è giovane. Sta costruendo la sua vita e realizzando qualche sogno quando la sua strada si incrocia con quella di Gertrud e con la sua storia infinita. Poche parole, raccolte dal pavimento della stanza da letto, lasciano intendere una ipotesi di reato e la necessità di combattere l’ultima battaglia al fianco di una donna speciale la cui vita ha attraversato il 900 ed è durata un secolo, quasi.
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