'Il re dei serpenti' di Greta Bienati, secondo classificato Premio Clara Sereni 2021, sezione Narrativa Inedita
“Il re dei serpenti” di Greta Bienati è l'opera seconda classificata al Premio Clara Sereni 2021 nella Sezione Narrativa inedita.
Il premio è stato assegnato con la seguente motivazione: “Il Re dei Serpenti” è l’arazzo di un paesaggio in cui ogni elemento ha la profondità di un essere vivente: i simboli, le montagne, le piante, gli animali, gli spiriti. In questo mondo, sono le persone ai margini della società ad essere protagoniste, in particolare le figure femminili, vero e proprio tramite fra la realtà contingente e ciò che esiste da sempre. Teso fra le leggende comuni a tutta l’Europa centrale e la storia del Novecento, il tessuto di quest’opera ci restituisce uno sguardo sul passato recente assolutamente inedito e per questo decisamente convincente. Degno di nota è inoltre il linguaggio, un italiano duttile come solo i dialetti sanno essere, carico di invenzioni che contribuiscono a fare del romanzo un’opera di qualità.
NOIDONNE, partner del Premio fin dalla prima edizione, pubblica un breve ESTRATTO
Il re dei serpenti
Incipit
Tanto, tanto, tanto tempo fa, c’era un uovo.
C’è sempre un uovo, al principio.
Era prima del vento e prima delle nuvole, quando il cielo era fermo e silenzioso. Non c’era ancora il lago, non c’erano le montagne, non c’erano neanche le stagioni.
Ma c’era un uovo, bianco come il latte di capra.
C’era il mare, quello sì, profondo e color del vino, e c’era una terra dalla crosta sottile sottile, come quella di una torta. Sotto la crosta, ribolliva il fuoco, e spesso, molto spesso, la terra si gonfiava in una bolla rovente, come quelle della polenta, e la bolla scoppiava buttando fuori il fumo.
L’uovo se ne stava bello al caldo, in un nido di vapori azzurri, quando un giorno:
- ROOOOAAAR!
Uno spavento da restar lì sul colpo! La crosta aveva ruggito vicino vicino e nel guscio si era aperta una crepa. L’ospite dell’uovo fece capolino tutto tremebondo, cacciando fuori la linguetta biforcuta.
Prima uscì la cresta rossa di un gallo, poi le squame di un serpente, infine un diamante proprio in mezzo alla fronte. Per ultimi, si spalancarono due enormi occhiacci da gatto. Una paura!
Ul basalesk, il basilisco, così l’avrebbero chiamato.
Il basilisco, il re dei serpenti. Col diadema sulla testa, due occhi che ti fan restar lì di sasso e un fischio che fa dar di matto uomini e bestie.
Ma questo sarebbe stato tanto, tanto tempo dopo. Al tempo del fuoco e del mare color del vino, era solo una lucertola stremita, dalla cresta rossa e dai grandi occhi gialli.
§
Nel mondo del basilisco, le felci erano giganti, gli alberi colossali. Al posto delle foglie, avevano gli aghi: lunghi e corti, verdi e azzurrini, piatti e aguzzi. E, tra gli aghi, bacche sgargianti come caramelle: rosa, arancioni, gialle… Ma le più belle di tutte erano quelle rosse dall’occhio nero, vicine alla fonte dove il basilisco andava a bere.
Il mangiare non mancava mai, e ogni giorno si schiudevano nuove uova, sotto un sole che scottava, ma che a lui pareva appena tiepido, e che splendeva in un cielo tanto più alto di quello di adesso.
Il mondo del fuoco e delle uova, dei vapori azzurrini e degli alberi giganti era il regno delle lucertole. Ovunque andasse, ovunque guardasse, il basilisco non vedeva altro che lucertole come lui.
Lucertole su lucertole, in ogni cantone. Grandi come montagne o piccole come briciole, ma sempre e dappertutto lucertole. Lucertole sulla terra, coi colli lunghi lunghi e affusolati. Lucertole nel mare, col muso stretto e gli occhi grandi. Lucertole nel cielo, con le piume colorate e le teste di drago.
Le lucertole regnarono per mille volte mille anni e sembrava che avrebbero regnato per sempre.
E, invece, quell’era di cuccagna, che i basilischi si sarebbero tramandati nelle loro fiabe, finì in un solo giorno. Il giorno in cui quel cielo altissimo cadde loro sulla testa.
§
Non erano ancora le sette del mattino quando, ecco! Uno sbarluccichìo nel cielo e BOOOOOM!
Un fuoco bianco riempì l’aria, accecò gli occhi, bruciò i polmoni. La terra tremò sotto il peso dei lucertoloni che crollavano di schianto.
Il basilisco riaprì i suoi occhi gialli: intorno, c’era solo un deserto nero nero, coi fiumi di fuoco dei vulcani.
Tutto, ma proprio tutto, era nero. Nera la terra, nero il mare, nera l’aria.
- C’è caduto addosso il sole! - pensò il basilisco, - Signur d’i bissi! E adesso?
E adesso gli toccò rimanere disteso per giorni, con la caligine densa a schiacciarlo e intorno i lamenti, sempre più fiochi, sempre più lontani.
Si addormentò, che magari era solo un incubo e, al risveglio, avrebbe trovato di nuovo gli alberi altissimi, le felci giganti e il mare color del vino. Ma il suo terzo occhio gli diceva che l’aria continuava a essere nera. E sempre più silenziosa.
Alla fine, si alzò per la sete, con la gola che bruciava come una stufa accesa. Si trascinò fino alla fonte, sotto l’albero dalle belle bacche rosse.
Ma non c’erano più né l’albero, né la fonte. C’era solo un camposanto di tronchi neri, senza neanche i rami. E, tra i tronchi, nessuno; solo i vulcani, che ruggivano e tuonavano da far paura.
Note biografiche di Greta Bienati
Dopo la laurea in filosofia e la specializzazione in Educazione degli adulti all’Università degli Studi di Milano, ha pubblicato saggi e articoli di pedagogia, storia, letteratura per Franco Angeli e Tufani. Ha lavorato ai cataloghi bibliografici della Insubria Libreria Antiquaria di Busto Arsizio. È stata consulente pedagogica a livello nazionale per l’istruzione parentale, raccogliendo l’esperienza nei blog Sololapbook e Imparare in piedi. Ha disegnato due webcomics: La vipera e la farfalla, ambientato sulle Alpi italiane del 1917, e Golden Combi, attualmente letto in oltre trenta paesi, dal Giappone al Cile. Il suo primo romanzo, Come la primavera coi ciliegi, pubblicato da Diastema Editrice, è stato finalista al V Premio Internazionale di Letteratura Città di Como - 2018, sezione Narrativa Inedita. Con Macchione Editore, ha pubblicato Ballata laghera (2019, Premio miglior romanzo storico al XIX Premio Letterario Internazionale Lago Gerundo - 2021) e Insula perdita (2020).
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