Possiedo la mia anima, di Nadia Fusini

Venerdi, 21/03/2025 - Ma quanto è difficile raccontare Virginia Woolf?

L'outsider, ironica, malinconica, insuperata, scrittrice inglese. Simile a nessuna, disadattata e fragile, coraggiosa e profonda, mille donna in una. Capace di rovesciare le carte, mettere tutto in discussione, folle della follia che solo i geni conoscono (il "mal bianco" che affligge e ispira i creativi).

Amatissima da suo marito Leonard, che se ne prese devotamente cura per tutta la vita, ma amante delle donne, che spesso la delusero (furono forse gli abusi subiti da bambina che la portarono ad affidarsi alle accoglienti braccia di Vita Sackville-West).

Libera e ferita dalla perdita precoce di sua madre.

Ancora: Virginia fu sorella e amica, saggista, femminista, filosofa. Sempre umile, pronta a mettersi in discussione. L'Orlando dalle molte esistenze, l'araba fenice che rinasce e che liberamente sceglie di morire ("Caro Leonard, nessuno è stato più felice di noi", scrive nell'ultima lettera indirizzata al marito, poco prima di suicidarsi, a soli 59 anni, gettandosi nel fiume Ouse).

Nadia Fusini, studiosa e traduttrice della Woolf, ne delinea un ritratto indimenticabile in "Possiedo la mia anima", edito già da Mondatori nel 2010 e ripubblicato nel 2021 per i tipi de La Feltrinelli.

Come la Woolf rifondò la scrittura dall'interno, così la Fusini svolge su di lei un lavoro di scavo e di ricerca di intrecci, connessioni profonde con altri personaggi (Vita Sackville-West, ma anche sua sorella Vanessa, suo padre), che divengono, in qualche modo, dei "simboli".

Il testo è ineludibile per chiunque voglia approfondire la vita e le opere di questa scrittrice di genio; la Fusini indaga l'anima di Virginia e ne svela in parte il mistero, commuovendo il lettore e trascinandolo in un coraggioso percorso di scoperta.