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Pisa città delle donne: percorsi e visioni attraverso la storia dell'arte

Pisa città delle donne: percorsi e visioni attraverso la storia dell'arte

La pubblicazione di 'Immagini femminili nell'arte pisana’ inaugura un ciclo di incontri per riscoprire la città dando risalto al ruolo delle donne

Domenica, 16/07/2023 - Pubblicato recentemente da Edizioni Ets 'Immagini femminili nell'arte pisana. Storie e percorsi dall'antichità al contemporaneo' è una raccolta di saggi, curata da Silvia Panichi e Cristina Cagianelli, che ha riunito diciotto studiose in un percorso inedito finalizzato a riscoprire immagini di donne nella storia culturale, artistica e religiosa della città.
Un itinerario originale legato da un fil rouge femminile che porta a riscoprire opere conservate all’interno del tessuto urbano o in collezioni museali, come quadri, affreschi, incisioni, sculture, abiti da cerimonia, architetture, monete o macchine per il calcolo.
Scorrendo le pagine del libro, corredato da illustrazioni a colori e in bianco e nero, si incontrano donne conosciute, di cui è rimasta un’eco nella memoria collettiva, ed altre meno note o dimenticate, con attenzione costante alla loro rappresentazione, agli stereotipi culturali dell’epoca in cui vissero e a percorsi di autodeterminazione femminile ante litteram.
Fra i diciotto brevi saggi che compongono la raccolta, citandone solo alcuni, incontriamo Santa Bona, che ebbe una vita avventurosa nei suoi viaggi in Terrasanta per curare i pellegrini, in un’epoca, il XII secolo, in cui per una donna viaggiare sola significava andare contro le convenzioni sociali.
Raffigurata in varie opere conservate a Palazzo reale, al Museo di San Matteo e nella Chiesa di San Martino, fu beatificata nel 1962 da papa Roncalli e consacrata patrona delle assistenti di volo.
Le femmine vane, tentatrici, peccatrici e dannate presenti nel ciclo di affreschi di Buffalmacco nel Camposanto monumentale, fra cui lo spettacolare Trionfo della morte, espressione della cultura della penitenza diffusasi in città nei primi decenni del Trecento; un polittico di Andrea Del Sarto, del 1527-1528, commissionato dalle Clarisse per una piccola chiesa, che rappresenta con grande raffinatezza cromatica le sante martiri Caterina, Agnese e Margherita, oggi smembrato e conservato nella tribuna del Duomo; La Samaritana al pozzo di Artemia Gentileschi, nelle collezioni di Palazzo Blu, una grande tela del 1637 che trasmette la bellezza del messaggio di Cristo attraverso lo sguardo della Samaritana, stupita che lui, giudeo, le rivolga la parola, in una terra ostile e parli ad una donna che vive come concubina con un uomo che non è suo marito.
Al periodo napoletano di Artemisia, discendente di una famiglia di artisti pisani, risale anche Clio la Musa della Storia del 1632, fra le opere più richieste per mostre in Italia e all’estero, che ha contribuito alla conoscenza della pittrice nel mondo insieme all’esposizione Artemisia. La musa Clio e gli anni napoletani, tenuta a Palazzo Blu nel 2013 … e nonostante questo la città non ha ancora dedicato una via ad Artemisia, solo una strada periferica al padre Orazio.
Per l’età contemporanea si ricorda il busto in marmo di Rosalie Montmasson, unica donna a partecipare ufficialmente alla Spedizione dei Mille, oggi collocato nell’atrio di Palazzo Gambacorti, sede del Comune di Pisa, con un saggio che riscopre la memoria di questa eroina del Risorgimento, le umili origini e il lavoro di lavandaia per mantenere un giovane Crispi prima della sua ascesa politica e della definitiva separazione; le architetture razionaliste della fabbrica tessile Marzotto, oggi sede del Dipartimento di Matematica, Fisica ed Informatica, dove alla fine degli anni Trenta lavoravano oltre milletrecento operai/e, in gran parte donne, e il contributo dato dalle prime donne informatiche alla nascita della CEP, la Calcolatrice Elettronica Pisana, negli anni Cinquanta e Sessanta, di cui si può ripercorrere la storia nel Museo degli Strumenti del Calcolo.
Chiudono la raccolta due saggi sulla dimensione femminile nella poetica di Tono Zancanaro nelle opere del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi e sulla rappresentazione della maternità nel murale Tuttomondo di Keith Haring, capolavoro della street art che celebra l’unità del mondo e la vita che si rinnova, dipinto nel 1989 sulla parete esterna del convento di Sant’Antonio Abate, nel breve soggiorno pisano dell’artista, pochi mesi prima della sua scomparsa.
Il libro è stato presentato la sera di venerdì 14 luglio nel Giardino La Nunziatina, nell'ambito della rassegna 'Scrittori in Borgo’, promossa dalla Libreria Ghibellina. L’evento, moderato dalla giornalista Marina Magnani, ha visto gran parte delle autrici esporre la propria formazione, il legame con la città e le motivazioni sulla scelta dell'oggetto di studio, dialogando con Renata Pepicelli, delegata per le attività di Studi di genere e Pari opportunità dell'Università di Pisa.
Una narrazione a più voci, in un confronto di competenze ed esperienze, consolidate anche da rapporti di amicizia, a cui seguiranno incontri di approfondimento rivolti alla cittadinanza e la possibilità di visitare le opere presentate con itinerari guidati.

La raccolta si compone dei contributi di: Chiara Balbarini, Monica Baldassarri, Valeria Barboni, Chiara Bodei, Cristina Cagianelli, Vittoria Camelliti, Maria Chiara Favilla, Claudia Lamberti, Elena Lazzarini, Ilaria Mariotti, Bruna Niccoli, Silvia Pagnin, Silvia Panichi, Emma Rovini, Maddalena Spagnolo, Chiara Tarantino, Alice Tavoni, Silvia Tomasi Velli.

Il libro è dedicato idealmente alla scrittrice Christine de Pizan che all'inizio del Quattrocento, nella sua opera La cité des dames, intese mostrare l'apporto innovativo delle donne alla vita sociale e alla cultura.



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