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Percorsi in genere. Contronarrazioni sul femminile tra arte, scrittura e buone pratiche

Percorsi in genere. Contronarrazioni sul femminile tra arte, scrittura e buone pratiche

A Poggio Moiano un programma di iniziative, costruite intorno alla sesta edizione del concorso artistico letterario. Intervista a Norma Felli e Flavia Braconi

Domenica, 21/05/2023 -

Con il progetto “Percorsi in genere. Contronarrazioni sul femminile tra arte, scrittura e buone pratiche”, tenutosi il 6 e 7 maggio 2023  nel teatro comunale, il Comune di Poggio Moiano ha presentato un programma di iniziative, costruite intorno alla sesta edizione del concorso artistico letterario legato alla questione femminile, finanziato dalla Regione Lazio. All’ideazione e organizzazione dell’iniziativa hanno pensato Norma Felli (consigliera comunale) e Flavia Braconi (antropologa ed esperta di questioni di genere).  A loro rivolgiamo alcune domande dopo la conclusione del Festival.

                 

Quali sono state le iniziative che avete inserito nel programma che è andato sotto il titolo “Percorsi in genere. Contronarrazioni sul femminile tra arte, scrittura e buone pratiche”?
FLAVIA. Il progetto Percorsi in genere è nato per creare percorsi simbolici sulla questione femminista, al fine di stimolare contronarrazioni, azioni concrete e buone pratiche per le pari opportunità in tutti gli ambienti e promuovere la storia delle donne e del pensiero femminista. Le iniziative previste sono state possibili grazie al prezioso supporto di partner come Archivia, Noidonne, Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia e daranno spazio a collaborazioni con diversi enti ed associazioni ed arriveranno al mese di novembre con questo programma: 20 maggio “Percorsi al femminile” a cura di Riserva Navegna e Cervia, con camminata e letture. Annuncio dei premiati della VI Edizione del concorso artistico letterario; 30 settembre “Percorso di arte e memoria” Incontro su Italia Ranaldi con Circolo Bosio, un racconto al femminile con Sara Modigliani e Omerita Ranalli. Intervento delle associazioni Jump pour l’egalitè, Donne per strada, Noi donne; 14 ottobre “Percorso letterario”: aperitivo e serata yoga, incontro dibattito e formazione per abbattere con la cultura gli stereotipi di genere, a cura dell’associazione antiviolenza Angelita di Rieti; 25 novembre ”Percorsi in genere” lancio bando nuovo e diffusione della pubblicazione precedente, proiezioni, presentazione drammatizzata del libro “Infelice” di D. Belli e O. Guidi. Intervento del duo Eterobasiche.   

 

A quali obiettivi rispondeva l’idea del Primo Festival di filosofia femminista, con l’invito di docenti e filosofe di molte università quali Chiara Belingardi (Università di Firenze), Caterina Botti (Università La Sapienza di Roma), Serena Caroselli (Università di Milano), Alessandra Chiricosta (Jhon Cabot University), Isabella D’Angelo (Università di Bologna), Claudia Manzione (Università di Genova), Lorenza Moretti (Università La Sapienza di Roma) e Anna Simone (Università Roma Tre),  Norma Felli (Università La Sapienza)?
NORMA. Il Primo Festival di filosofia femminista è stato un momento importante lungo questo intenso percorso sulle tematiche femministe e di genere. Ideare questo festival con la presenza di docenti universitarie e ricercatrici – che ringraziamo profondamente – ha avuto l’obiettivo di discorrere insieme, ed in forma interdisciplinare, del pensiero femminista, sia nella sua storia che nella sua attualità. Un pensiero che non cessa mai di progredire e di fornire – ora come allora – chiavi di lettura nuove sul mondo e sulle profonde relazioni in cui esso prende forma. Proporre sguardi non neutrali bensì posizionati può permettere oggi di ripensare le esperienze personali, così come quelle collettive. Fondamentale in tal senso è il ruolo – come evidenziato durante i contributi del festival – della cura nel rimettere a tema l’interdipendenza, la convivenza, la partecipazione, i beni comuni, le infrastrutture. Fornire interpretazioni critiche e sempre propense alla messa in discussione, alla “tensione”, è stato l’obiettivo del singolare evento, interpretazioni su tematiche quali la migrazione, la sostenibilità, il diritto, le relazioni nazionali ed internazionali, la guerra e la forza, in un’ottica locale ma anche globale. Abbiamo cercato di mostrare - insieme - che è possibile pensare ed agire in maniera differente, riprendendo un’attitudine femminista degli anni ’70 che unisce il dire ed il fare, il pensiero e la pratica. Il festival ha mostrato, dunque, che il femminismo, di fronte alle sempre più difficili sfide che si presentano al mondo, può essere una pratica per concepire nuove strategie per comunità allargate e partecipate.  

C’è stata, inoltre, la parte che si è concentrata sul concorso artistico letterario, iniziativa che è partita nel 2014. Dopo tanti anni, quali considerazioni?
FLAVIA. Essere arrivati alla VI edizione di un concorso artistico letterario, nato come attività culturale di una piccola biblioteca di un piccolo comune, è per noi motivo di orgoglio, perché ci permette di portare avanti costanti riflessioni sulla questione femminista. Il fatto che ad ogni edizione questa iniziativa si sia accresciuta ci da soddisfazione perché era proprio quello che volevamo, invitare donne e uomini a mettersi in gioco con racconti, saggi, poesie, fotografia e pittura su un tema così importante ed attuale.  Sollevare dibattiti, ascoltare i diversi punti di vista, creare eventi pubblici di sensibilizzazione intorno al concorso, stimolare sempre più un’autocoscienza sul femminile: queste sono le considerazioni che sentiamo di poter fare, ovvero di voler continuare nel nostro intento iniziale per cercare di dare un contributo ad un miglioramento di tutta la collettività.  

Un pomeriggio è stato dedicato alla presentazione del libro di Oria Gargano “Amore poderoso”. Con l’autrice ha dialogato Carmen Silipo, progettista sociale.  Quali sono stati gli elementi che più hanno colpito la platea?
NORMA. La presentazione del libro di Oria Gargano – che ringraziamo per il supporto e per il contributo – è stata fondamentale come chiusura del festival. Nel dialogo con Carmen Silipo sono emerse storie di vite che prendono vita nella grande Storia,narrandosiattraverso pagine che rendono possibile il recupero della memoria e anche il ruolo del femminismo. Un femminismo che vive nelle case, nelle relazioni - come quelle d’amore - ma anche nelle piazze e nelle mobilitazioni. Senza voler svelare molto del libro, del quale consigliamo fortemente la lettura, credo che ciò che più abbia colpito la platea, come è emerso dalle domande, sia stato proprio questo gioco di storie nella Storia. Oria e Carmen, nella loro discussione, hanno saputo evocare nostalgia per le lotte passate – in un pubblico intergenerazionale – ma anche stimoli all’azione oggi, rimarcando la centralità di alcune tematiche quali la lotta alla liberazione della donna ed il contrasto alla violenza di genere.

 

 

 


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