Inserito tra le lesioni gravissime e l’omicidio, il disegno di legge istituisce il reato che cancella il volto. Firmano tutti i gruppi al Senato
Lunedi, 27/03/2017 - “Chiunque, volontariamente, cagiona al volto di una persona danni parziali o totali, tali da modificare le caratteristiche dello stesso è punito con la reclusione non inferiore ad anni dodici”. È il cuore del disegno di legge che con tre nuovi articoli individua nell’”omicidio di identità” una nuova fattispecie di reato non previsto attualmente nel Codice penale e che si colloca tra la lesione grave e gravissima e l’omicidio. La responsabilità di chi sfregia un volto intenzionalmente non può essere limitata al reato di ‘lesioni’ perché queste non ricomprendono il danno psicologico o antropologico e, d’altro canto, anche il ‘tentato omicidio appare inadeguato. La proposta, sul piano normativo, colma quindi un vuoto attraverso l’istituzione di una nuova fattispecie di reato: l’omicidio di identità, appunto.
Ad ispirare la stesura di questo disegno di legge è stata anche la spinta impressa da Carla Caiazzo, alla quale l’aggressione subita nel febbraio 2016 ha segnato indelebilmente il volto e l’anima, ma non ha cancellato la voglia di reagire. Prova ne è "Io rido ancora", associazione da lei fondata che intende aiutare le vittime di queste barbare violenze. “Osserviamo i bambini - ha dichiarato intervenendo alla conferenza stampa - perché i loro comportamenti possono segnalare comportamenti violenti e, attraverso loro, riusciamo a salvare qualche madre, qualche donna”. 
Lascia un Commento