Il percorso compiuto e i risultati raggiunti dopo mesi di lavoro a contatto con la storia delle donne
Grazie ai fondi dell’8xMille della Chiesa Valdese l’associazione NOIDONNE TrePuntoZero Aps ha ideato e realizzato un progetto che si è snodato su un doppio binario: sostenere una donna in condizioni di fragilità offrendole l’opportunità di acquisire competenze da utilizzare nel mondo del lavoro e, contemporaneamente, portare avanti la digitalizzazione dell’Archivio dello storico periodico NOIDONNE, in particolare dei primi anni Settanta.
Laura è stata la protagonista di questo percorso di empowerment durato 7 mesi e sperimentato attraverso l’Archivio di NOIDONNE. Con un incarico retribuito ha avuto modo di acquisire alcune specifiche competenze lavorative (usare il pc e il programma word per scrivere sintesi di articoli e numeri di NOIDONNE, usare il cellulare per attività lavorative, elaborare immagini e realizzare piccoli montaggi) e di sperimentarsi nella comprensione di articoli, nella visione critica di avvenimenti che hanno riguardato i diritti delle donne, nella redazione di testi di sintesi. A conclusione del progetto abbiamo sollecitato Laura a riflettere, anche in senso autocritico, sull’esperienza che ha compiuto rispondendo alle domande che seguono.
Per mesi hai lavorato al progetto su alcune collezioni degli anni ‘60 e ‘70 del giornale NOIDONNE. Che esperienza è stata per te?
Io sono nata nel 1967 e ho avuto anche modo di leggere di quell’anno e degli anni successivi articoli su storie vere e drammatiche e su come era indietro la condizione delle donne. Sfogliando e leggendo quelle pagine di tanti anni fa mi sono resa conto di quanto le donne abbiano dovuto subire. Non immaginavo, è inconcepibile per me ora. E le donne che hanno osato ribellarsisono finite spesso male, purtroppo. NOIDONNE riporta anche tutte le lotte che le donne hanno fatto per migliorare la loro vita e fare riconoscere diritti che fino a pochi anni fa non esistevano. E anche questo è stata per me una sorpresa. Non finirò mai di ringraziare le donne che hanno combattuto, che hanno anche perso la vita perché credevano in ciò che facevano. E’ grazie a loro che oggi siamo molto più libere. Peccato che oggi molte donne danno tutto per scontato non sapendotutto il dolore, tutto il sangue che è stato versato, a volte solo per permettere ad una donna di farsi ascoltare. Questo progetto meraviglioso mi ha arricchito e sono stata felice di essere stata la prescelta, tra tante donne.
C’è un tema che più ti ha colpito?
Quello del divorzio è un tema che mi tocca da vicino. Ho letto che solo nel 1970 è stata approvata una legge che riconosceva questa maggiore libertà, una legge contrastata ma che alla fine è rimasta. I miei genitori si sono separati nel 1978, ma era ancora una vergogna. Siamo state io e mia sorella a soffrire di più,eravamo troppo piccole e non capivamo bene cosa stava succedendo. Io, in collegio lontano anche da mia sorella, non capivo niente. Mi dicevano solo di non dire a nessuno che papà e mamma si erano separati. Con il buon senso che ho adesso mi domando perché non farlo prima? Perché nascondere tutto? Perché trascinare un rapporto che non va più? Che senso ha? Perché non spiegare ai figli che succede? E leggendo NOIDONNE, gli splendidi articoli, i contenuti, ho visto che tante famiglie e tanti ragazzi erano nelle mie stesse condizioni.
Cosa senti di avere imparato di concreto?
Ho iniziato questo progetto con tanto entusiasmo, una emozione lavorare dove sono raccolti tanti giornali che parlano di cose importanti per noi donne. All’inizio non mi sentivo adeguata e preparata a leggere cose che riguardavano problemicomplessi e a dovere fare dei riassunti anche su cose che non conoscevo e che poi sono stati inseriti nella piattaforma digitale dell’Archivio di NOIDONNE. E’ bello sapere che le cose che ho scritto ora possono essere utili a chi va a cercare sul sito i numeri dell’Archivio . Sono stata aiutata da donne splendide, e mi sono sentita molto fortunata. Grazie a questo progetto ho ricominciato a usare il computer...ho usato World per scrivere i sunti del giornale, pazientemente mi sono state vicine quando non sapevo termini o cose che non conoscevo, e mentre scrivevo. Ho imparato che ci sono delle app che ti consentono di lavorare su immagini e foto usando lo stesso telefonino che uso quotidianamente ed ora mi sto divertendo a fare elaborazioni grafiche proprio a partire da copertine di NOIDONNE.
Ci sono state difficoltà, problemi durante i mesi del progetto?
Mi rattrista che per ragioni di salute o per ragioni personali non ho dato il meglio di me in questo progetto. Sono sicura però di essere stata compresa anche in queste difficoltà.Sono stata ripresa più volte, “bacchettata” giustamente ma sempre con affetto quando non facevo cose che dovevo fare perché in molti momenti mi sono sentita sopraffatta dalla fatica di vivere . Ma ho trovato donne comprensive che hanno capito, stimolato, dato fiducia, incoraggiato sempre ad andare avanti . Sicuramente è stata una esperienza indimenticabile.
Cosa vorresti fare oggi? Che tipo di lavoro ti piacerebbe svolgere?
Arrivata ormai a 56 anni….non posso pretendere nulla…. Personalmente mi piacerebbe lavorare nel sociale, sentirmi utile e poter aiutare qualcuno, donne, bambini, immigrati, senza tetto, le persone più sfortunate di me, le più fragili. Mi piace stare a contatto con le persone, sono una donna solare, empatica, amo la natura, gli animali. Ecco ho riflettuto a lungo prima di rispondere a questa domanda, ho scritto tanto e poi cancellavo….E ancora oggi ho difficoltà a rispondere…Vorrei sempre dare il meglio di me stessa, qualsiasi cosa faccia. Vorrei lavorare a contatto con il pubblico, quindi in una biblioteca, un supermercato alla cassa in qualche associazione benefica, in un negozio x articoli per animali, in un canile, in una serra…Vorrei solo essere utile a qualcosa, a qualcuno, rendere a l’universo il bene che ho ricevuto. Ma sono realistica, oggi ho bisogno di lavorare e accetterei qualsiasi lavoro, basta che sia dignitoso e alla mia portata, che alla fine del mese mi garantisca di vivere in maniera dignitosa, che abbia degli orari specifici, in fondo non chiedo tanto, lavorare 8 ore al giorno, produrre e essere di aiuto alla società. Spero che tutto ciò si possa avverare, io continuo come sempre a inviare curriculum, non posso arrendermi, anche io devo vivere. Anche perché l’articolo 4 della Costituzione Italiana, riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e, dovrebbe promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto…ma come tantissime altre cose, non sempre questo diritto vale per tutti, io sono una delle tante persone che questo diritto non lo riconosce per niente. Sicuramente in parte potrebbe essere anche colpa mia, non lo metto in discussione, ma oggi nel 2023 in questa società sempre più problematica, anche tanti giovani si trovano nelle mie condizioni. Io non smetterò mai di cercare di crearmi una vita migliore, e continuerò sempre a cercare un lavoro che mi migliori, che mi dia altre competenze.
Questa intervista è stata realizzata con il supporto di Tiziana Bartolini, Costanza Fanelli, Paola Ortensi
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