“Il pluralismo è un bene che va difeso: il pluralismo delle opinioni e anche delle voci e quindi dei giornali”. Alberto Spampinato di Ossigeno per l’informazione, osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso da FNSI e Ordine dei Giornalisti, spiega, dal punto di vista di un soggetto che denuncia i pericoli che minacciano la libertà di stampa nel nostro Paese, cosa significa spegnere le tante voci dell’informazione cooperativa e no profit. “Siamo in una grave crisi economica e finanziaria e di spending review ma non si può avere una visione contabile e fare tagli con la scure anche su partite che riguardano la libertà di stampa e il pluralismo”. Va oltre, Spampinato, e riflette sull’idea di servizio pubblico oggi. “Alla definizione servizio pubblico occorre dare un senso più largo, il servizio pubblico radiotelevisivo merita tutela ma è servizio pubblico anche quello che fanno i giornali no profit, i giornali che operano nell’interesse dei cittadini, che non omettono, che riempiono dei vuoti, che danno informazione non faziosa”. L’informazione dal punto di vista del privato, che investe e dovrebbe avere un ritorno economico “ha un grande compito e speriamo che trovi mezzi di finanziamento, ma come in altri campi di attività imprenditoriale si devono trovare spazi che l’editoria privata non riesce a coprire perché non sono economicamente remunerativi, ma sono importanti per la vita democratica”. La democrazia e l’informazione: un binomio da cui non si può prescindere e c’è una soglia che il mercato non può varcare. “L’informazione in parte è merce perché viene trattata da imprese che fanno quadrare i conti, ma non è merce che può essere venduta come le altre. Ricordiamoci che se la democrazia dovesse vivere vendendosi sul mercato sarebbe un'altra cosa. L’informazione è una infrastruttura della democrazia”.
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