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MADRI LEONE: vini che raccontano anche storie di donne

MADRI LEONE: vini che raccontano anche storie di donne

Fare impresa al femminile nel settore vitivinicolo sentendo forte il legame alla Puglia e alle tradizioni familiari. Marilia e Linda Leone raccontano la passione e le difficoltà

Martedi, 14/03/2023 -

C’è Delia a.C, il Bombino bianco Igp “proveniente da uno dei vitigni più antichi del mezzogiorno” il cui nome è ispirato allo scheletro di una mamma di 28mila anni fa ritrovata - con un figlio di 8 mesi in grembo - nella grotta Santa Maria di Agnano a Ostuni. Mentre il Valla 1936, un Nero di Troia Igp che “si apre al naso su intensi profumi di piccoli frutti neri del sottobosco”, è dedicato a Ondina Valla, prima donna italiana nella storia a vincere una Medaglia d’Oro alle Olimpiadi (Berlino 1936). Il suo record negli 80 mt a ostacoli è rimasto imbattuto fino al 2004.

Marilia e Linda Leone presentano i loro vini con un affascinante intreccio al femminile tra storia, territorio e cultura. Infatti completano la gamma dei vini dedicati a “donne italiane che hanno fatto qualcosa di bello e di grande, ma che non hanno avuto i riconoscimenti universali che avrebbero meritato”: il Primitivo Igp intitolato a Paolina Busa - matrona romana vissuta nel III secolo a.C, che aprì le porte della sua casa ai soldati romani per proteggerli dalla furia di Annibale - e il Nero di Troia Rosato Igp dedicato a Francesca Sanna Sulis, imprenditrice cagliaritana che nel 1700 allevava bachi e produceva seta e broccati diffondendo idee di emancipazione tra le lavoratrici dei suoi laboratori.

Insomma vini speciali intitolati a donne con storie straordinarie e poco note.


L’incontro con queste sorelle pugliesi, a Roma in occasione della consegna del Premio Mimosa 2023 dell’Udi Monteverde, è all’insegna della simpatia e della scoperta di un modo intelligente di fare impresa rinnovando la tradizione di famiglia e, al tempo stesso, mantenendo salde le radici nella loro Puglia: la provincia che si estende tra Barletta-Andria-Trani, zona particolarmente vocata per clima e composizione del terreno alla produzione di vini di qualità.

 “Noi siamo la quarta generazione di vitivinicoltori, ma abbiamo messo a punto un progetto tutto nostro. Volevamo fare qualcosa di nuovo, di bello e importante. Abbiamo iniziato a febbraio 2020 e non ci siamo fatte bloccare dalla pandemia: l’entusiasmo per il cammino che avevamo immaginato era un impulso troppo forte”. Tutto, nel progetto di Marilia e Linda, racconta un’idea e un pensiero maturato a lungo. Non è un caso se hanno chiamato l’azienda Madri Leone, riprendendo il loro cognome e imprimendo il segno di una femminilità che racconta l’importanza del sentirsi generative “non solo in quanto madri di figli, ma anche come esploratrici di nuove frontiere”. Le sorelle Leone sono anche mamme e tengono a sottolineare che la solidarietà tra loro “è decisiva per superare le tante difficoltà della conciliazione tra il lavoro di cura e i tanti impegni nell’azienda”.

A proposito delle molte difficoltà di fare impresa al Sud, in particolare per le donne, è interessante la riflessione di Linda. “Non trovando lavoro rapidamente, come invece accade al Nord, al Sud tendiamo a prolungare il tempo dedicato alla formazione e magari seguiamo master su master. Io, per esempio, sono laureata in giurisprudenza e in sociologia… cosa che nel tempo è stata utile. Infatti, anche grazie a questi percorsi di formazione abbiamo elaborato una diversa lettura dei nostri prodotti; è nata così l’idea di coniugare i vini ad alcune particolari figure femminili di varie epoche proponendo, insieme al vino, le nostre specificità: il territorio e la tradizione”. Marilia, continuando sul filo di questo ragionamento, spiega: “i nostri vini provengono da vitigni autoctoni, hanno una forte connotazione locale che teniamo a illustrare e valorizzare; per conservarne le caratteristiche e preservarne la tipicità, affiniamo il prodotto in acciaio inox, materiale inerte che non altera le proprietà organolettiche del vino”.

In sostanza il vino diventa un modo per veicolare altri messaggi trovando nuove e originali declinazioni che, probabilmente, affascinano non poco gli acquirenti stranieri. Madri Leone, infatti, è proiettata verso mercati esteri e le titolari, volendo proporsi ai massimi livelli di competenza e professionalità, sono anche diventate sommelier. Uno sforzo non sempre apprezzato visto che, in occasione di fiere ed esposizioni, le due imprenditrici sono scambiate per hostess. “Il vino è ancestralmente abbinato all’uomo e, quando siamo nei nostri stand, fatichiamo a farci riconoscere come imprenditrici ed esperte. È incredibile, ma lo stereotipo è duro da abbattere, nonostante le donne che fanno impresa nel settore siano moltissime e, spesso, ai massimi livelli”.

Insomma, la strada è lunga e non sempre agevole ma le Madri Leone, con un orgoglio straordinario e un entusiasmo contagioso, la stanno percorrendo a testa alta e con il sorriso.

Madri Leone srl
Trinitapoli (BT)
www.madrileone.com – info@madrileone.com


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