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Legacoop, e le donne che contano di più

Legacoop, e le donne che contano di più

Tante donne ai vertici nella cooperazione. Intervista a Dora Iacobelli, Presidente Commissione Pari Opportunità e Vicepresidente Legacoop

Domenica, 08/03/2015 -
"Nella Direzione Legacoop, le donne sono più del 30% e nella attuale Presidenza siedono 5 donne su 23, mentre nel precedente mandato le donne erano solo 2. Inoltre sono 2 le donne tra i cinque Vicepresidenti nominati". Dora Iacobelli, Presidente Commissione Pari Opportunità Legacoop e Vicepresidente Legacoop, appare soddisfatta per i traguardi raggiunti con il congresso di dicembre. Cogliamo l'occasione di un incontro per chiederle con quali politiche si sono ottenuti questi risultati in termine di valorizzazione femminile oltre che ai vertici nazionali di Legacoop anche in alcune importanti cooperative...



"Il lavoro fatto, anche da parte della Commissione Pari Opportunità, ha agito su più fronti. La prima politica che ha consentito questi risultati è quella delle quote. Inutile dire che questo è uno strumento non amato, ma quando si parte da livelli molto bassi è l’unico in grado di consentire un rapido riequilibrio. Legacoop ha fissato nel 30% la percentuale minima di presenza di genere negli organi di direzione dell’organizzazione ed ha approvato linee guida di comportamento per le imprese in cui analoga percentuale viene indicata per la composizione dei Consigli di Amministrazione.

In secondo luogo, sono stati promossi progetti finalizzati a rivisitare l’organizzazione delle imprese in ottica di genere (Piani per le Pari Opportunità) e sono stati messi a punto sistemi di monitoraggio dei miglioramenti realizzati in tema di PO. È stata data diffusione alle buone pratiche delle imprese, promosse anche sulla scia di finanziamenti di leggi di settore (legge 53 e legge 125). Tale diffusione ha consentito la promozione di strumenti di welfare aziendale in un numero più elevato di imprese cooperative.

Sono state promosse esperienze di contrattazione di secondo livello come veicolo per l’introduzione di strumenti per l’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro. L’insieme di queste attività ha prodotto cambiamenti nella cultura dell’organizzazione: si comincia a pensare che l’ottimale utilizzo di tutto il capitale umano disponibile, uomini e donne, sia un vantaggio per l’organizzazione".



La corruzione purtroppo pervade ampi strati della vita economica, coinvolgendo soprattutto i settori che si relazionano con la Pubblica Amministrazione. L'inchiesta Mafia Capitale ha mostrato che il mondo della cooperazione non è esente. Che impatto può avere la presenza femminile anche sotto questo profilo?

Ci sono due ambiti in cui secondo me una maggiore presenza femminile ai vertici delle imprese ed in generale in ruoli di leadership potrebbe portare un importante contributo: sono quelli delle crisi aziendali ed in generale della lotta a tutte le forme di illegalità. Nel primo caso, potrebbe essere vincente l’abitudine delle donne a gestire situazioni complesse, abitudine acquisita per l’esigenza di tenere in equilibrio vita privata e professionale. Insieme a questo vanno considerati i risultati con cui ormai le giovani escono dal percorso degli studi e quindi c’è un discorso di competenza.

Senza voler troppo generalizzare, credo che anche in tema di legalità la minore propensione delle donne ai “guadagni facili” e al potere a questi connesso, e viceversa la loro tendenza a dimostrare di saper raggiungere obiettivi a volte meno ambiziosi ma conquistati con il lavoro e la competenza potrebbero favorire una maggiore correttezza nella vita economica.



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