Sabato 11 marzo presentazione a Roma
Quarta di copertina
Questo è il racconto che Annamaria Repichini fa della sua vita. Dall’infanzia difficile, in una periferia romana degli anni ’50, agli anni ’60, vissuti tra la voglia di evadere e un fratello che si erge a guardiano della sua moralità; poi la stagione del mirabolante incontro con un personaggio fascinoso e ambiguo come Francesco Arancio, ma anche l’avventura di crescere una figlia e di conquistare una indipendenza economica nella Tor Bella Monaca degli anni ’80.
La seguiamo nel suo slalom attraverso attività commerciali, che vede anche momenti alti, come gestire un negozio di abbigliamento tutto suo, e poi nell’impatto con il lato oscuro del benessere economico, con lo scivolamento verso attività sbagliate. Una discesa che porta Annamaria, a sessantaquattro anni, in carcere dove viene catapultata in una realtà dura e, per l’ennesima volta, si trova di fronte alla necessità di reagire, tirare su la testa, ricominciare a tessere rapporti, indagare su di sé, ridefinire la sua identità.
Un potente mezzo, che proprio in carcere impara ad utilizzare, è la scrittura. Questo libro è appunto un frutto prezioso di questa conquista.
Scheda biografica:
Annamaria Repichini nasce nel 1951 a Trastevere, popolare quartiere di Roma. Quarta di cinque figli, rimane orfana di padre a soli cinque anni; consegue il diploma di terza media, ma è poi costretta a lasciare la scuola per aiutare la famiglia.
Nel 1970 sposa Francesco Arancio e nel 1973 nasce la loro figlia Sonia. Si dedica all’attività di moglie e madre per un periodo, ma poi si mette alla prova intraprendendo superando l’esame per avere una licenza commerciale e dando prova di abilità imprenditoriali anche di relativo successo. Una serie di eventi la porta, nel 2015, all’arresto e a varcare la soglia di Rebibbia.
In carcere, grazie alla dirigenza di allora, vengono offerte ad Annamaria delle possibilità che, fino a quel momento, le erano state negate: calca le scene del teatro, sotto la regia di Francesca Tricarico, fa esperienza di scrittura attraverso il laboratorio di NOIDONNE, si cimenta con la sceneggiatura con Ilaria Spada, vince un concorso di poesia, partecipa a corsi di disegno e dipinge murales…
Alcuni suoi scritti compaiono in numeri speciali di NOIDONNE e nel libro A mano libera, uscito come supplemento alla rivista, nel 2017, e in I limoni non possono entrare, Ortica editrice, Anzio-Lavinio (Rm), 2018.
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