Maria Luisa Boccia, "Le parole e i corpi. Scritti femministi", collana sessismoerazzismo, Ediesse, 2018
Sabato, 01/12/2018 - Quando si legge un libro, ma anche quando lo si recensisce, si tende alla rapina e allo scarto: rapina dei concetti che più ci piacciono, che più sentiamo nostri, scarto sommesso di ciò che non sentiamo nostro. Ma in ogni caso, leggendo, ripercorriamo e ripensiamo le nostre stesse convinzioni, per avvalorarle, per arricchirle, per cambiarle. Se il libro è bello, cioè, fa scattare il pensiero. Certamente tutto ciò accade con il libro di Maria Luisa Boccia, Le parole e i corpi. Scritti femministi,( collana sessismoerazzismo, Ediesse, 2018).
Vi è anche una motivazione [ nell’aver composto questo libro ] legata al contesto attuale, contrassegnato dalla presenza di un movimento femminista, del quale sono protagoniste le generazioni giovani. Mi riferisco innanzitutto a «Non una di meno» e a «#Metoo», ma anche ad una più estesa e composita realtà di gruppi, centri, associazioni che operano nei luoghi e negli ambiti più diversi dell’esperienza. È una realtà che viene spesso definita come «nuovo» femminismo, proprio per marcare la discontinuità con il femminismo degli anni Settanta. Personalmente questo accento sul nuovo mi è risuonato come una «chiamata» alla mia generazione femminista a dare conto di sé: si può infatti parlare di «neo» femminismo, solo se si è consapevoli, vecchie e nuove generazioni, di cosa abbiamo in comune e quali sono le differenze. Senza individuare la prima dimensione, infatti, non si può neppure stabilire la discontinuità. Ma non è questo il compito che mi sono proposta, quanto quello di corrispondere a quella «chiamata»; dando conto, per me e dunque in modo parziale, del femminismo della differenza che ho praticato nel pensiero e nella politica. Anche per capire se e come è possibile metterlo in relazione con altri femminismi, non solo quello più recente. Ripercorrere alcune delle tappe più significative del mio percorso è stato un modo per riflettere sulle politiche comuni tra femministe differenti.
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