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Le immagini parlano

Le immagini parlano

Il bisogno del bello e la capacità di superare le barriere, anche quelle elettroniche. In mostra le foto di Simona Toscano

Venerdi, 15/04/2011 - Le immagini parlano. E raccontano, a chi sa ascoltare ed osservare, molto più di quello che raffigurano. Può essere la pulizia dell'inquadratura o una particolarità luminosità ad offrire una specifica narrazione di quella porzione di mondo che lo scatto coglie. Le foto di Simona Toscano uniscono a questi elementi il duplice punto di vista del femminile e della persona disabile. La tecnologia, piegata alle sue esigenze manuali ed artistiche, le permette di superare apparenti limiti fisici. Apparenti perchè sono risultati di barriere culturali, prima ancora che materiali, che continuano ad essere frapposte alla possibilità di esercitare autentiche libertà. Dunque anche una fotocamera - frutto e simbolo della modernità - ancora oggi è concepita e progettata SOLO per una 'normalità' che non esiste, come si è capito da tempo. Simona non si è arresa di fronte a questa nuova barriera, che non è architettonica ma elettronica. E ha deciso di fare foto con un cellulare. E' con il sorriso della sua prorompente mente e vitalità che Simona è riuscita a gabbare una tecnologia 'zoppa e miope' che tentava di negarle la possibilità di esprimersi artisticamente.

Eccole le sue immagini, 'rubate' ad un interno quotidiano o al flash di un fugace passaggio. E' il mondo che vede e sente Simona, e la ringraziamo per un gesto generoso di condivisione del suo sguardo di donna, viva e presente tra noi.

La mostra di Simona Toscano, che ha 39 anni e vive a Roma, si intitola OBLO' e si è svolta presso Smile Café (Via Duchessa di Galliera) il 1° Aprile 2011. Abbiamo raccolto le sue riflessioni in occasione di questo evento.



Da quale bisogno e da quando nasce la sua passione per la fotografia?

Il bisogno è quello un po’ banale del bello. Se qualcosa mi da emozione, e sento il bisogno di tenerla con me, la fotografo. La mia memoria è già fotografica, e ho voluto completarla per mostrarla anche fuori di me e - perché no - rivivere una sensazione riguardando una immagine. Credo ci sia anche vanità dietro alle mie foto, un’altra battaglia vinta.



La fotografia è un hobby che coltiva nel tempo libero. Ci parli di lei, della sua formazione scolastica, del suo lavoro...

Dieci anni fa sono riuscita a laurearmi. Me la sono presa comoda, nonostante Scienze Politiche fosse ciò che volevo fare. Succede a tutti quando si conduce una vita molto comoda. Discussa la tesi, ho tentato di rimanere nell’ambito universitario. Ma dopo tre anni (uno di Master e due di Commissione d’Esame al fianco del mio Professore) ho deciso che studiare tutta la vita non faceva per me. Ho così cominciato a lavorare come Fundraiser per una cooperativa sociale onlus di cui sono attualmente socia, che si chiama Nuova Socialità.



Tornando alla fotografia, usa una tecnica particolare?

Ho dovuto trovarla una tecnica, dati i limiti che ho nei movimenti. Dovevo trovare un metodo che mi permettesse di avere lo scatto sotto all’inquadratura. E solamente i cellulari hanno questa possibilità. Per questo motivo ho cercato un telefono che avesse un’ottima risoluzione.



Quali sono i soggetti / le inquadrature che sollecitano maggiormente la sua ispirazione?

Un’espressione che io uso dentro di me è “l’immagine che riempie gli occhi” che non dev’essere per forza una immagine nuova, ma vista con altri occhi.



Dopo questa mostra, prevede altre iniziative, ha altri progetti?

Ho in progetto tentativi per farmi conoscere, vorrei continuare ad esporre. Per ciò che dipende solo da me sto cominciando a accostare alle foto dei racconti.



GUARDA LE FOTO DI SIMONA TOSCANO

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