Il convegno internazionale dell'ADGI e FIFCJ a Roma (Senato) l'11 aprile per discutere di pari opportunità e uguaglianza come diritti universali. Intervista a Luciana Delfini e Clara Veneto
In vista del convegno “Women Empowerment. Tra partecipazione, rappresentanza e lavoro” organizzato l’11 aprile (Roma, Senato, Sala Zuccari, h 15/19) abbiamo raggiunto per un’intervista le avvocate Luciana Delfini, rappresentative FAO per la FIFCJ e Consigliera nazionale ADGI, e Clara Veneto, componente della Commissione internazionale ADGI. L’Associazione Donne Giuriste in Italia (ADGI), che aderisce alla Fédération Internationale des Femmes des Carrières Juridiques (FIFCJ), è una rete costituita da avvocate, giudici, notaie, professoresse universitarie, ricercatrici e praticanti che opera a livello locale e nazionale allo scopo di dare voce, forza e rappresentanza alle istanze sostenute dalle professioniste operanti nel vasto campo del diritto.
Avv. Luciana Delfini, per quali ragioni avete voluto dedicare un incontro al Goal 5?
L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è la prima agenda di sviluppo globale considerata la road map per i prossimi anni. È di interesse preminente per la nostra associazione che ha incentro la sua attività sulla tutela ed il rispetto dei diritti umani ed in particolare sui diritti delle donne. I nostri obiettivi si muovono sullo stesso solco tracciato dal Goal 5 e cioè ottenere la parità di opportunità tra uomini e donne nello sviluppo economico e l’uguaglianza dei diritti, compreso quello di una più equa partecipazioni alle politiche. Ancora, eliminare tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze. L’Agenda 2030, dunque, è per noi una potente visione del futuro, un percorso a cui l’ADGI intende aderire tramite l’attuazione dei suoi Goal di fatto integrati nella sua mission.
Avv. Clara Veneto, quali obiettivi vi siete date sia relativamente all’incontro dell’11 aprile sia in relazione al Goal 5?
Per la prima volta un documento programmatico, quale l’Agenda 2030, affronta il tema dello sviluppo sostenibile valorizzando al tempo stesso le tre dimensione della sostenibilità, cioè quella economica, sociale ed ecologica. È una occasione straordinaria per intessere un dialogo che interessa in modo trasversale discipline ed ambiti diversi. Purtroppo la pandemia e altre contingenze legate alle scelte politiche dei singoli paesi nei quali i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dovrebbero trovare attuazione, come segnalato dal segretario generalo delle NU nell’aprile 2020, hanno cagionato un grave ritardo sulla tabella di marcia prevista. Ritardo fortemente avvertito in Italia in relazione alle prospettive di uguaglianza di genere e, specificamente in relazione alle pari opportunità, di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica. L’incontro che abbiamo pensato e che si terrà l’11 p.v. vuole essere, quindi, un momento di riflessione da un lato per fare il punto sullo “stato dell’arte” in tema di parità di genere, soprattutto sulle direttrici della rappresentanza e della occupazione; dall’altro è l’occasione per un confronto in ordine alle modalità attraverso le quali è possibile in concreto attuare l’obiettivo previsto dal Goal 5. Per dare allora un taglio propositivo alla tavola rotonda abbiamo voluto coinvolgere personalità del mondo delle istituzioni sovranazionali e nazionali, della imprenditoria più illuminata, degli esperti in materia giuslavoristica proprio per fornire indicazioni utili in questa prospettiva, attingendo alle competenze ed esperienze composite e diverse che sono messe in campo.
Avv. Luciana Delfini, può indicare altri snodi, anche relativi al panorama internazionale nel prossimo futuro, che l’incontro intende affrontare?
Con l’incontro dell’11 prossimo si vuole dare risalto, ancora una volta e con fermezza, all’importanza degli obiettivi che le NU hanno identificato come nevralgici per una nuova visione del mondo nei prossimi anni. Sostenibilità, rispetto dei diritti, eliminazione delle discriminazioni di genere, lavoro dignitoso sono alcuni dei temi connessi tra le diverse aree di cruciale importanza nella pianificazione degli interventi di policy e per il cui rispetto e tutela l’ADGI è da sempre impegnata. Quanto alle nostre professionalità, attraverso l’analisi della legislazione vigente l’Associazione intende garantire i diritti esistenti e avanzare proposte concrete di modifica ed attuazione di nuova e più equilibrata normativa in materia in concerto con le norme europee. Con la consapevolezza che le disuguaglianze di genere sono state sostenute attraverso processi creati in gran parte da e per gli uomini, formali e informali, presenti nella società, nell’economia e nella nostra legislazione, l’Associazione procede su vari fronti sia con attività di dissemination, sia con proposte normative sia con il lavoro giornaliero all’interno dei nostri Tribunali a sostegno dei diritti delle donne e contro ogni forma di violenza e prevaricazione.
Avv. Clara Veneto può illustrare il contributo che potete portare come professioniste del diritto, a questo percorso?
La parità di funzioni e la garanzia di piena ed effettiva partecipazione femminile che dovrebbe essere riconosciuto per quello che è, cioè un diritto, diviene un traguardo da raggiungere. Siamo davvero al paradosso. Quali giuriste la tutela effettiva e compiuta dei diritti umani è il presupposto da cui muovere. Come attrici del diritto osserviamo che molto si è fatto ma ancora molto rimane da fare non solo in considerazione della normativa sui divari retributivi, ma anche per incidere in modo decisivo sulla autodeterminazione di tutte le donne e le ragazze, rimuovendo ogni forma di violenza di genere. E si badi, quando parlo di violenza non mi riferisco esclusivamente alle forme che riguardano condotte penalmente rilevanti, ma anche alla eliminazione di ogni forma di oppressione, sopraffazione e umiliazione ancora in larga parte presenti nel nostro tessuto sociale.
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