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Le donne parlano al governo 'nuovo': richieste e speranze

Le donne parlano al governo 'nuovo': richieste e speranze

Cosa vorresti che il governo facesse e cosa assolutamente no: un sondaggio tra le lettrici e amiche di NOIDONNE

Mercoledi, 11/09/2019 - È iniziata l'era del Conte-bis. Il tempo sarà testimone di quanto il nuovo governo riuscirà ad imprimere una svolta a questo nostro Paese e ad essere in sintonia con i suoi bisogni veri di lavoro e di buon funzionamento dell'apparato pubblico. Non possiamo nascondere che un po' incuriosisce è un po' preoccupa un'alleanza frutto della necessità di non tornare alle urne più che della smania di camminare insieme di PD e M5S. Non sarà facile e, chissà, magari potrebbe essere proprio questa consapevolezza a consentire al Parlamento di lavorare con senso pratico e fuori da schemi preordinati. Per i provvedimenti più complessi ci vorrà tempo, ma nell'immediato speriamo nel ritorno alla civiltà del confronto politico e al rispetto formale e sostanziale delle istituzioni. Il Presidente Conte ha promesso “equilibrio e misura”, “sobrietà e rigore”, un “lessico più rispettoso dell’altro”. Ci permettiamo di osservare che un linguaggio appropriato deve sapersi misurare anche nella sostanza e consequenzialità dell'agire politico. Se il discorso programmatico ha individuato delle priorità ci attendiamo che si vada in quella direzione e, per sintesi, ne citiamo alcune: aumento degli asili nido, cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori, parità salariale di genere, sanità e scuola pubblica. Un maggior numero di Ministre forse avrebbe dato più garanzie, ma certamente avrebbe costituito una novità per la quale, invece, dovremo ancora attendere. Raccogliendo alcune reazioni 'a caldo' sul nuovo governo abbiamo chiesto 'cosa ti aspetti che faccia' e 'cosa speri che proprio non accada'. Ecco le risposte delle amiche e lettrici di NOIDONNE che abbiamo interpellato.

Donatella Manetti, imprenditrice agricola (Donne in Campo).
"Io vorrei che questo governo desse valore alla vera ricchezza di questo paese: il territorio ricco di bellezze naturali, artistiche e culturali ed a tutte le donne e a gli uomini che ci abitano, creando lavoro, ristabilendo una giustizia sociale e salvaguardando la salute sotto tutto gli aspetti
Non vorrei che facesse una politica dettata dai 'poteri forti'".

Marina Morelli, presidente associazione 'come Dopo di Noi'.
"Vorrei che fosse approvata la legge sul CareGiver familiare, indispensabile per il durante e dopo di noi.
Non vorrei che mettesse la tassa sulla prima casa e neppure la flat tax".

Francesca Tricarico, regista e attrice.
"Al nuovo governo chiedo più attenzione alla cultura e alla scuola. Un popolo senza cultura è un popolo senza memoria destinato a ripetere sempre gli stessi errori. Spero che il nuovo governo non alimenti la cultura dell'odio che non ci permette di capire i nostri reali bisogni confondendoci con necessità altrui".

Silvia Vaccaro, giornalista e esperta di cooperazione internazionale
"Al nuovo governo chiedo tre cose concrete: 
1) lavorare sul tema della conciliazione dei tempi di vita con aiuti per chi fa figli in modo tale da tutelare le donne che lavorano e di aumentare il numero delle lavoratrici e - forse - anche dei figli; 
2) lo ius soli con una grande campagna di sensibilizzazione culturale promuovendo il valore del confronto e dell'incontro tra culture piuttosto che utilizzare le retoriche dell'accoglienza e dell'integrazione 
3) chiari e nette prese di posizione da parte del presidente del consiglio e dei ministri su ogni singolo caso di femminicidio: una presa di parola pubblica a cui seguo un farsi carico in modo strutturato e non emergenziale del problema della violenza contro le donne quale fenomeno sociale e culturale che va affrontato in modo multi-livello, con risorse adeguate e ascoltando sempre le esperienze e la conoscenza dei centri anti-violenza.  
Il governo non
-deve assumere toni anti-democratici e anti-istituzionali che sono diventati la norma ma che minano ogni limite di decenza distruggendo la credibilità e le ragioni del nostro stare insieme civilmente anche con posizioni diverse 
-deve toccare in nessun modo, nemmeno a parole, quanto le donne hanno conquistato con lotte durissime (aborto, legislazione per l'affidamento, ecc) 
-deve avere paura di cambiare paradigma simbolico e produttivo spostando risorse da chi inquina a chi non inquina, da chi ha potere a chi non ne ha, da chi si arricchisce sulle spalle del pubblico a chi al concetto di pubblico sa dare nuovo senso (partecipazione cittadina, beni comuni, luoghi occupati che diventano presidi di libertà e autodeterminazione delle persone e delle comunità)".

Antonella Antonini, già insegnante, pensionata.
"Chiedo investimenti sulla scuola in un progetto più ampio, che riguardi l'educazione civica, l'educazione al rispetto e alla solidarietà.
Chiedo lo ius soli.
Chiedo pene certe e senza sconti per i reati contro la persona.
Voglio che non metta mano al diritto di famiglia, il nostro è uno dei più all'avanguardia nel mondo".

Roberta Isidori, funzionaria pubblica.
"Al nuovo governo chiedo di attuare misure per la ripresa economica, tagliare il costo del lavoro e contrastare la disoccupazione, di investire nella scuola, nella ricerca scientifica e in politiche ambientali. Non vorrei assolutamente che il nuovo governo tagliasse risorse al welfare e alla sanità pubblica, uscisse dall'euro ed attuasse politiche migratorie non improntate alla solidarietà".

Anna Maria Baccin, già funzionaria pubblica, pensionata.
"Il nuovo governo deve occuparsi di lavoro, sanità e ecologia.
Non deve procedere a sgomberi senza soluzioni alternative, non deve risolvere crisi come Alitalia facendo pagare a noi cittadini".

Vilma Nicolini, Responsabile Osservatorio Pari Opportunità Auser Nazionale
"Il governo, con 7 donne su 21 ministri, dimostra che abbiamo ancora seri problemi sulla rappresentanza di genere. Chiedo che lavori affinché il genere, le politiche ed i diritti delle donne non siano considerati di parte, ma necessari per stare meglio tutt*. Che le proposte di legge (dal Ddl Pillon a quelli Gasparri e Stefani), espressione di politiche arretrate che azzerano anni di conquiste, siano immediatamente ritirate. Che ci sia un impegno serio nella lotta contro gli stereotipi, la violenza degli uomini sulle donne e le molestie sul lavoro. Che inizi una campagna contro le discriminazioni e la conciliazione dei tempi, per attuare una reale parità.
Dopo questa stagione regressiva spero che il nuovo governo non attui politiche che ledano i diritti delle donne, faticosamente conquistati in anni di lotte femminili e femministe. Che non metta in discussione la legge 194, che non faccia politiche con una visione di famiglia in cui la donna sia subalterna all’uomo, che non continui ad ignorare la dilagante violenza degli uomini sulle donne - non basta il codice rosso, servono politiche per cambiare una cultura che genera legittimità alla violenza contro le donne, a partire dalla modifica del linguaggio dal 'com’era vestita' al 'se l’è cercata' fino ad augurare lo stupro".

Bruna Bernardini, imprenditrice.
"Comincio da quello che assolutamente non vorrei: non vorrei più sentire 'prima gli italiani': siamo in un mondo globalizzato di cui viviamo soprattutto gli aspetti negativi dimenticandoci che ogni paese ci è vicino. Auspico che il nuovo governo dia maggiore senso nello stare in una Europa unita, in cui tante cose certamente devono essere migliorate ma che sicuramente non solo non rappresenta un male assoluto ma ci consente di costruire una sempre più solida alleanza tra popoli che storicamente si sono combattuti. Mi aspetto poi una maggiore attenzione sulla condizione delle donne e della famiglia, maggiori agevolazioni alle imprese che investono anche in risorse umane e che possano rappresentare un volano alla ripresa economica, anziché ricorrere a forme di assistenzialismo, vedi reddito di cittadinanza. Mi aspetto un governo che permetta partecipazione attiva dei cittadini alla vita sociale anche attraverso semplificazioni burocratiche. Mi aspetto una attenzione all’ambiente con misure che ci permettano di cambiare le abitudini di consumatori. Soprattutto auspico che si volti pagina sulla questione migranti e sulla sicurezza evitando di suscitare in ciascuno di noi la paura spesso infondata dell’altro".

Costanza Fanelli, dirigente cooperazione, pensionata.
"Tra le tante cose in particolare vorrei partisse una iniziativa forte con un piano di comunicazione vero, su cui coinvolgere le persone, o per una sanità per tutti o un piano concreto di difesa dell’ambiente rivolto a giovani. Non vorrei che apparisse ancora lontano dalle persone per linguaggio e contenuti calati da dibattiti interni alle forze politiche impegnate nel governo".

Paola Ortensi, già dirigente CIA, pensionata.
"Chiedo di far prevalere nelle modalità di lavoro, non a parole, l'interesse degli Italiani e non l'affermazione individuale e collettiva dei singoli membri del governo, chiedo di non dire sempre che sanno 'senza se e senza ma' quello che è giusto. Spero che non competano fra di loro, che non critichino continuamente quello che ha fatto Salvini, che non siano supponenti, che non semplifichino le soluzioni promettendo l'impossibile".

Loretta Papa, sindacalista Cgil.
"Le priorità per me sono: lavoro, istruzione, sanità, ambiente. Da non fare: dimenticare che sono lì per tutti e tutte noi e non per loro stessi, che salvaguardia della libertà e il rispetto degli esseri umani sono irrinunciabili".

Rita Capponi, già docente, pensionata.
"Il governo dovrebbe assolutamente varare con decretazione d'urgenza una norma unica, speciale e in deroga da ogni ostacolo burocratico, per ricostruire il centro Italia colpito dal sisma del 2016. Non dovrebbe assolutamente assecondare le uscite dei singoli Ministri per ragioni di visibilità e in contrasto con le linee politiche generali. Purtroppo è già iniziato questo balletto ridicolo e dannoso".

Marcella Delle Donne, docente universitaria.
"Procedere con urgenza all’approvazione dello Jus soli: non si tratta di buonismo, la popolazione italiana è in declino (culle vuote, invecchiamento della popolazione). Per le tragedie nel Mediterraneo e l’immigrazione, dare mandato imperativo al Commissario e allo staff italiano a Bruxelles di responsabilizzare i partner europei delle morti in mare e impegnarsi per la modifica del trattato di Dublino. Mettere in sicurezza i territori soggetti al sisma e operare affinchè le zone terremotate vengano ricostruite e le popolazioni tornino a vivere nei propri territori. Si cosa deve astenersi dal fare il nuovo governo:
1) Evitare la formazione di squadre di appartenenza partitica in contrapposizione e in conflitto tra loro (vedi l’esito del precedente governo) e attenersi al dettato del secondo articolo della Costituzione che richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale.
2) Evitare la commistione tra sacro e profano, mantenendo la separazione tra la sfera della religione e quella dello Stato che ha come referente il dettato della Carta Costituzionale, pur nel rispetto, nel dialogo, nell’ascolto di quella istituzione primaria in Italia, costituita dalla Santa Sede".

Patrizia Germini, esperta in formazione e politiche attive sul lavoro.
"Al nuovo governo chiedo di essere progressista e  laico nel rispetto della Costituzione, di portare a compimento la riforma del mercato del lavoro e di rilanciare gli investimenti per  il miglioramento della scuola sopratutto per quanto riguarda la promozione di una visione di genere della società, la tutela ambientale e del territorio, ed infine far rispettare le leggi sopratutto in tema di lotta all'evasione fiscale e contrasto alla violenza di genere. Spero che non si rimangi le premesse poste alla base della sua costituzione, che non continui nella politica machista e violenta dei respingimenti nei porti, che non dia spazio a proposte di legge come il Decreto Pillon, che spero venga definitivamente spazzato via".


 

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