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Le ‘Nonne contro la destra’ in prima linea per arginare i nuovi fascismi

Le ‘Nonne contro la destra’ in prima linea per arginare i nuovi fascismi

Intervista a Marina Mannarini, attivista ad Amburgo in uno dei tanti gruppi delle Omas gegen Rechts presenti in Germania con azioni di informazione, sensibilizzazione e trasmissione della memoria

Martedi, 10/12/2024 -

“Contro la discriminazione, contro il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia. A sostegno di democrazia e stato di diritto, per la tolleranza e il rispetto reciproco”. Questi sono gli obiettivi di Omas gegen Rechts (Le nonne contro la destra), rete di donne che si propone di conseguirli affrontando “con determinazione i pericoli della crescente militarizzazione, dell’oblio storico, della radicalizzazione, della deriva a destra e della divisione della società civile”. A raccontare questa iniziativa è Marina Mannarini, che abbiamo conosciuto durante l’assemblea di ReteDonne e.V. (Dortmund, 9 novembre). “Ho incontrato le Omas gegen Rechts in occasione di una manifestazione, ne ho condiviso mission e metodi e ho iniziato a sostenerle come attivista qui ad Amburgo, dove abito e dove ci sono 5 gruppi dislocati in vari quartieri: Süden, West, St. Pauli, Bergedorf, Alstertal-Waldörfer“.

L’associazione inizia il suo cammino nel novembre 2017 con Monika Salzer - una psicoterapeuta, teologa evangelica e scrittrice austriaca - che insieme ad altre donne fonda un gruppo Facebook Omas gegen Rechts come reazione all’affermazione delle destre alle elezioni politiche in Austria. L’idea si propaga e il 27 gennaio 2018 (giorno simbolo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz nel 1945) un gruppo guidato da Gerda Smorra - insegnante e regista teatrale - inaugura su Facebook Omas gegen Rechts Deutschland, che apre la strada al movimento in Germania anche per impegnarsi contro l’ascesa di Alternative für Deutschland. Ad Amburgo, nel febbraio 2018, è Jutta Shaikh - madre di due figli con padre marocchino - a prendere l’iniziativa.

“I gruppi sono eterogenei: sindacaliste, intellettuali, volontarie - spiega Mannarini -. Sono donne che hanno fatto il ’68, alcune sono di sinistra e altre sono conservatrici. In genere hanno più di 60 anni e hanno in comune la ferma volontà di contrastare la crescita della destra. Ovunque ci siano iniziative pubbliche portiamo il nostro messaggio facendoci individuare con ombrellini o altri indumenti che ci rendono riconoscibili”. Tra le attività principali c’è “la lotta alla diffusione della destra attraverso l’informazione e la sensibilizzazione delle persone su quello che accadrebbe se andasse al governo, anche ricordando quello che è stato il nazismo”. Sono sempre le Omas gegen Rechts che si occupano di organizzare celebrazioni intorno alle pietre di inciampo poste nei marciapiedi di fronte alle abitazioni da cui i nazisti hanno prelevato gli ebrei per portarli a morire nei lager. “Le Omas gegen Rechts pongono dei lumini e delle rose sulle pietre di inciampo: è una delle attività finalizzate alla conservazione del ricordo degli orrori nazisti. Nell’associazione ci sono persone, ormai molto anziane, che sono state perseguitate e che raccontano le loro storie per tramandarne la memoria alle giovani generazioni, raggiunee anche con dei video pubblicati su tik tok e realizzati da un gruppo che si sta specializzando”.

Colpisce che questo movimento sia iniziato con le donne e che continui grazie al loro impegno costante. “È una scelta condivisa e frutto di riflessioni: si è deciso che gli uomini possono partecipare alle manifestazioni ma non sono ammessi agli incontri organizzativi, che devono rimanere uno spazio di confronto solo femminile” precisa Marina.

I vari gruppi cercano di essere presenti nei punti nevralgici con tavoli, per esempio vicino alla metropolitana, per distribuire materiali informativi e fare opera di sensibilizzazione. Questo ha dato molta visibilità all’associazione, notorietà che accanto alla simpatia attira anche reazioni preoccupanti. “Non di rado nei social ci sono commenti sessisti e violenti, che però le autorità competenti sanzionano anche economicamente”.

Come sempre, e ovunque, la presa di parola pubblica delle donne punta al cuore dei problemi e anche in Germania le Omas gegen Rechts allargano i confini delle loro attenzioni. “Un gruppo sta organizzandosi per andare nelle scuole a parlare anche di altri temi di attualità quali la pace o le migrazioni, il diritto alla casa o la distribuzione della ricchezza, una questione molto sentita ad Amburgo, dove ci sono milionari ma anche tanti poveri”. 

Una filosofia semplice ma assai impegnativa quella delle Omas gegen Rechts, che raccomanda alle attiviste di “essere presenti pubblicamente, non come individui o eccezioni, non come star, ma come un gruppo visibile che condivide i valori della costituzione per denunciare pubblicamente i gravi problemi reali, politici e sociali” opponendosi al ritorno di un passato vergognoso per la storia dell’umanità, ma con lo sguardo rivolto al “futuro di tutti i bambini e nipoti”. “Questa è la sfida del momento - sottolineano - perché forse un giorno ci chiederanno: cosa avete fatto?”.

E le Omas gegen Rechts stanno lavorando per avere la risposta giusta.


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