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Laura Cappellazzo, seconda classificata (inediti) del Premio letterario nazionale Clara Sereni

Laura Cappellazzo, seconda classificata (inediti) del Premio letterario nazionale Clara Sereni

"Radici esposte" l'inedito di Laura Cappellazzo: biografia dell'autrice, sinossi del libro e incipit

Mercoledi, 07/12/2022 - Laura Cappellazzo, con 'RADICI ESPOSTE' seconda classificata (sezione inediti) della terza edizione del Premio Letterario Clara Sereni 2022, si racconta. "Sono nata nel 1980 a Oderzo (TV), dove vivo tutt'ora. Mi sono classificata Seconda nella Sez. Inediti della III Edizione Premio Clara Sereni 2022.
Sono laureata in Scienze dell'Educazione a Padova, diplomata in Counselling Sistemico a Treviso ed ho ottenuto il Master in Relazioni Interculturali presso l’ Università di Verona. Ho lavorato come educatrice con minori maltrattati e vittime di abuso, poi come operatrice in sportelli antiviolenza con una ong a Lima in Perù fino al 2013. Dal 2015 sono stata operatrice del progetto anti - tratta per vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo della provincia di Pordenone. Dal 2018 mi dedico alla scrittura e alla sensibilizzazione sui temi della violenza di genere, tratta e sfruttamento sessuale. Dal 2021 collaboro con il giornale Heraldo.it sui temi di violenza di genere, migrazioni, diritti umani. Ho pubblicato con ed. Paoline “Donne di Sabbia” nel 2020, in cui racconto 4 storie di donne vittime di violenza. Sempre con Paoline ad aprile di quest’anno è uscito “Madri e Maree” , in cui racconto della forza di alcune madri che ho conosciuto con il mio lavoro. A marzo 2023, con la stessa casa editrice, uscirà un terzo romanzo sulla Resistenza femminile".

RADICI ESPOSTE”, sinossi
Un albero magnifico, in mezzo ad un bosco nelle Prealpi venete, con delle radici che si stendono dal tronco e si srotolano sul terreno come un arazzo.
Quando Paola lo vede, durante una passeggiata organizzata dalle sue sorelle per il suo trentanovesimo compleanno, sente che lì c’è la risposta a tante delle sue domande.
Paola è arrivata ad un momento cruciale della sua vita, un momento in cui si sente chiamata a dover rispondere a molte domande, a tirare delle somme, a tracciare nuovi orizzonti.
Camminare e conversare con le sorelle, l’aiuta in un modo inaspettato, a fare ordine dentro di sé. Ed ecco che mentre percorre il sentiero di montagna, nella sua mente ripercorre i sentieri della memoria: la vita condivisa con la nonna paterna, figura per lei fondamentale, la relazione difficile e delicata con la madre, le inquietudini per la figlia adolescente.
Il romanzo si srotola come quelle radici esposte alle intemperie, intrecciando le storie di tre donne di epoche diverse ma con le stesse inquietudini.

RADICI ESPOSTE”, incipit
Paola stringeva tra le mani la tazza del caffè. La sua preferita, quella sbeccata. Si mordicchiava un labbro mentre teneva i gomiti appoggiati al tavolo della cucina. Lo sguardo fisso rivolto alla finestra che dava al giardino. Il vapore del caffè saliva dalla tazza appannandole gli occhiali. Paola lo aspirava lentamente. Non voleva finirlo quel caffè. Berlo tutto significava doversi alzare e cominciare la giornata. E lei non ne aveva voglia.
Sarebbe stata una giornata impegnativa, lo sapeva. Una di quelle con il mal di testa assicurato. Una di quelle in cui un unico pensiero fisso le avrebbe trapassato i pensieri senza preavviso: “Voglio il mio divano”.
Perché quella non era una giornata qualsiasi. Nossignore! Era il 25 aprile. E per lei era una giornata che valeva doppio.
Prima di tutto era la Festa della Liberazione, anche detta festa di S. Marco. Una ricorrenza molto sentita nel suo Veneto, perché comunque uno la pensi di politica, in Veneto può sempre scegliere di festeggiarla andando alle commemorazioni ufficiali con la fascia tricolore o in riva al Piave a mangiare la frittata col formaggio. I Veneti si sa, trovano sempre un modo per far festa.
Sapeva che persino il Presidente della Repubblica stava arrivando fin su a Vittorio Veneto quell'anno, per ricordare i soldati morti per la Libertà d'Italia.
“Libertà da cosa”... si chiedeva Paola, mentre finiva l'ultimo goccio di caffè rimasto in fondo alla tazza.
 


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